Caserme, scuole, enti:
il Tesoro a caccia di immobili
Palazzo Chigi e le nuove voci di operazioni straordinarie sul debito pubblico
di Enrico Marro
ROMA - Il ministero dell’Economia accelera
su Invimit Sgr, la società costituita nel maggio 2013 per la
valorizzazione e la cessione di immobili pubblici. La società guidata da
Elisabetta Spitz, dopo aver ottenuto lo scorso ottobre l’autorizzazione
della Banca d’Italia alla gestione collettiva del risparmio, ha in
programma l’istituzione dei primi sei fondi a gestione diretta nel quale
confluiranno rispettivamente immobili dell’Inail, dell’Inps, della
Regione Lazio, delle Università, della Difesa e immobili presi in
affitto dalle amministrazioni. Entro la prossima primavera i portafogli
dei sei fondi dovrebbero essere costituiti, selezionando appunto quelli
che possono essere valorizzati o dismessi, per un valore complessivo di
circa un miliardo di euro.
Invimit opererà anche attraverso il collocamento di quote dei fondi sul mercato secondario.
Il governo si attende da un lato un risparmio di spesa pubblica (per
esempio attraverso una razionalizzazione degli uffici) e dall’altro
entrate che vadano a ridurre il debito pubblico. In ogni caso si tratta
di briciole, visto che il debito supera ormai 2.100 miliardi di euro,
circa il 135% del prodotto interno lordo. Sarà anche per questo che
tornano con insistenza indiscrezioni che vogliono la presidenza del
Consiglio impegnata intorno a un piano choc di abbattimento del debito
attraverso la costituzione di un megafondo patrimoniale che emetterebbe
obbligazioni per tagliare di almeno 200 miliardi il debito in
circolazione. Le indiscrezioni, rilanciate ieri dal quotidiano Milano
Finanza , grande sostenitore della proposta, non trovano però alcuna
conferma a Palazzo Chigi.
I tecnici più vicini al presidente del
Consiglio, Matteo Renzi, spiegano tutto il loro scetticismo. Certo di
proposte ne circolano molte, ammettono, compresa quella di Marco
Carrai imprenditore vicinissimo allo stesso Renzi, ma di concreto non
c’è nulla. Del resto, sottolineano non c’è una soluzione a portata di
mano, né l’andamento del mercato immobiliare è propizio per grandi
operazioni di dismissione. La strada maestra per l’abbattimento del
debito, concludono, resta quella che combina tre fattori: una crescita
dell’economia di almeno il 2%, un costante avanzo primario di bilancio
(entrate meno spese al netto degli oneri sul debito pubblico) e
un’inflazione prossima al 2%. La crescita in parte dipende dall’azione
di governo (e sicuramente le riforme sono in ritardo) in parte
dall’andamento dell’economia internazionale. L’inflazione vicina al 2%
sarebbe un obiettivo della Banca centrale europea e il governo confida
che le scelte di politica monetaria espansiva del presidente Mario
Draghi diano frutti. L’avanzo primario dipende dal rigore di bilancio e
dalle condizioni di contesto.
Anche al ministero dell’Economia derubricano le molte proposte choc di taglio del debito come un «interessante dibattito»
distante però da una possibile attuazione pratica. Del resto, è facile
osservare che una parte delle proposte si basa su un inasprimento del
prelievo fiscale sui patrimoni, cosa che appare assolutamente
improponibile in uno scenario recessivo come l’attuale. Quanto alla
costituzione di megafondi col patrimonio pubblico (immobili e
partecipazioni), il Tesoro si limita a ricordare quanto si sta facendo
con Invimit, quasi a voler sottolineare che un conto è progettare un
intervento un conto è metterlo in pratica: costituzione del fondo,
autorizzazioni ad operare, selezione del patrimonio da conferire,
cambiamento delle destinazioni d’uso degli immobili (caserme, scuole,
terreni, eccetera), presentazione sul mercato.
Fin qui le cautele, tutte giustificate.
Resta il fatto che il bottino sul fronte delle privatizzazioni e
dismissioni appare troppo magro: neppure gli 11 miliardi messi in
cantiere per il 2014 dallo stesso governo. E Renzi sa benissimo che se
non riuscirà a invertire la tendenza alla crescita del debito ogni
negoziato con Bruxelles sarà in salita. Bisogna fare di più. Cosa non è
ancora chiaro.
http://www.corriere.it/economia/14_agosto_10/caserme-scuole-enti-tesoro-caccia-immobili-19fdc384-20a4-11e4-b059-d16041d23e13.shtml
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