Il gas bulgaro rivivificherà il South Stream
Stando ai media bulgari, il
vicepremier e il ministro tecnico per lo sviluppo regionale del governo
provvisorio della Bulgaria, Ekaterina Zakharieva, ha dichiarato che il
progetto South Stream, sospeso l’8 giugno dalla parte bulgara, sarà
realizzato se sarà garantita la possibilità di trasporto anche del gas
bulgaro scoperto sulla piattaforma continentale del Mar Nero.
Attualmente il giacimento Khan Asparukh della zona
bulgara del Mar Nero è curato dal gruppo francese Total, dall’ austriaca
ОМV e dalla spagnola Repsol.
Secondo le parole di
Zakharieva, in caso di collegamento al gasdotto della risorsa bulgara
sarà rispettata anche la principale condizione, posta dall’Ue
nell’ambito del Terzo pacchetto energia, secondo la quale anche altre
compagnie devono avere accesso al gasdotto. Infatti, una delle
trasgressioni rilevate dalla Eurocommissione è la mancata trasparenza e
la indeterminatezza della procedura delle gare, in seguito alla quale è
stata la Russia ad ottenere quest’anno il diritto di realizzare il
tratto bulgaro del gasdotto.
Il ministro Zakharieva ha
detto che il risultato delle nuove gare per la determinazione del
costruttore del gasdotto nel territorio della Bulgaria sarà accettato
solo con il consenso di Bruxelles.
La dichiarazione
della vicepremier non è, in sostanza, di carattere categorico. Esprime
piuttosto la speranza che tale progetto sia possibile. Non solo, ma
sarebbe possibile in caso di avvio riuscito dell’estrazione di gas in
questo giacimento che, come è noto, succederà non prima del 2019, fa
notare l’economista bulgaro Anghel Nedjalkov:
La
dichiarazione di Ekaterina Zakharieva va considerata nel contesto di
quanto avviene sulle piattaforme continentali del Mar Nero. L’interesse
verso la regione esiste da decine di anni, ma le quantità industriali di
estrazione degli idrocarburi rimangono soltanto nei calcoli teorici.
Infondono speranza le nuove tecnologie che, indubbiamente, accelereranno
il processo ed aumenteranno le possibilità. Così, due anni fa
specialisti austriaci hanno dimostrato la presenza di risorse di
petrolio entro i confini della piattaforma continentale romena. In
questo momento le zone marittime dell’Ucraina, Bulgaria ed altri paesi
del bacino del Mar Nero vengono scrupolosamente esaminate e i risultati
sono promettenti. La zona bulgara sarà esaminata solo nel 2016. Se ne
occuperà il gruppo francese Total.
Malgardo il
South Stream sia molto vantaggioso per la Bulgaria, questo paese non
oserà entrare in conflitto con l’Unione Europea. Secondo gli esperti, i
rapporti di buonvicinato con la Russia difficilmente potranno influire
sulle nuove idee del nuovo governo tecnico del paese.
Stando
all’ex ministro dell’energia bulgaro Rumen Ovčarov non tutti in Europa
sono interessati al South Stream e gli specialisti regionali se ne
rendono perfettamente conto. Tuttavia è un progetto politico e la
questione sarà risolta, indubbiamente, nel relativo alveo, è convinto
l’economista bulgaro.
Non
tutti in Europa sono a favore del South Stream. Per alcuni è un palese
intralcio. Ad esempio, la Romania perderebbe rilevanti tasse turche. E
non solo la Romania. Altra cosa è perché nel processo di lavoro la
Russia, la Bulgaria e l’Ue non hanno chiarito subito le loro posizioni.
Ciò avrebbe permesso di evitare molti inconvenienti. La questione non
sarebbe diventata una moneta spicciola nei rapporti tra Russia ed
Ucraina. Ma, comunque sia, bisogna guardare avanti e cercare una
soluzione corretta.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_08_15/Il-gas-bulgaro-rivivifichera-il-South-Stream-0674/
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