La toppa è peggio del buco? Tra l'assessore al Bilancio Francesca
Balzani e il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, è una gara
a chi la spara più grossa.
Al centro c'è la voragine da 65 milioni di euro, quelli che
mancano per i servizi straordinari che il Comune dovrà mettere in campo
durante i 6 mesi di Expo: sono attesi 20 milioni di visitatori e
centinaia di capi di Stato, andranno rafforzati trasporti pubblici,
raccolta rifiuti, servizi culturali e di assistenza turistica, controlli
di polizia stradale e sicurezza, segnaletica, illuminazione. Il conto
arriva a 114,7 milioni di euro, iscritti nel Bilancio di assestamento
2014 per la prima volta con una voce ad hoc: «contributo statale
richiesto». Ma ad oggi il governo ha garantito solo 50 milioni, ne
mancano all'appello 65. L'assessore ieri è stata bersagliata in
Commissione da Luca Lepore (Lega), Fabrizio de Pasquale (Forza Italia) a
Riccardo De Corato (Fdi), che già un anno fa le hanno sentito
raccontare la favola degli aumenti solo «virtuali» su Imu e Irpef,
diventati poi una stangata reale quando in Bilancio sono mancati i
trasferimenti da Roma. L'opposizione ha chiesto che gli extracosti per
Expo non diventino l'ennesima tassa sui residenti. La Balzani ha
rassicurato: «Se arriveranno meno soldi, la cifra a Bilancio sarà
ridotta, i milanesi non verseranno un euro. Piuttosto, abbasseremo i
servizi che abbiamo previsto: meno ore di apertura nei musei, meno
passaggi della metropolitana e della raccolta rifiuti». Improbabile, con
tanti milioni di turisti in giro. Anche Rizzo, esponente della sinistra
radicale, propone di pensare già ora a un piano «b» per reperire i
fondi. Ma la ricetta rischia di scatenare una rivolta del mondo
produttivo contro la giunta Pisapia: «Invece di ritrovarci ad addossare
una tassa su tutti i milanesi, se il governo non ci darà tutti i fondi
richiesti ci consenta almeno di istituire un'addizionale a carico delle
categorie che trarranno profitti da Expo, penso ai ristoratori, al
settore alberghiero». Non cita i tassisti, che già sono scesi in piazza
con proteste accese contro la giunta nei mesi scorsi, e potrebbero
«occupare» Palazzo Marino.
L'assestamento di Bilancio, contesta De Corato, «è l'ennesima
conferma che Milano a Roma conta come il due di picche e il
centrosinistra vorrebbe mettere altre tasse per Expo. Cosa succede se i
soldi non arrivano? La soluzione di Rizzo, tassare le categorie che
guadagnano da Expo, è allucinante». Un altro «pacco» e una promessa non
mantenuta dal premier Renzi costano quasi la stessa cifra ai residenti:
13 sono i milioni di trasferimenti in meno iscritti a Bilancio come
«contributo» di Milano allo spot degli 80 euro in busta paga. E 12
milioni costa il restyling della scuola di viale Puglie. Renzi scrisse
una lettera ai sindaci a marzo invitandoli a indicare un istituto da
ristrutturare. Ma la ginta non ha ancora visto un euro e ieri stanziato
con fondi propri i lavori, sia per viale Puglie che per la media di via
Viscontini che aveva aggiunto tra le priorità.
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