Perché Abdallah di Giordania ci salverà dallo scontro di civiltà
Tutti
abbiamo purtroppo visto le immagini del pilota giordano,
musulmano,bruciato vivo dai terroristi musulmani del califfato islamico
(le minuscole sono volute).
A seguito di un così brutale barbaro
omicidio il governo giordano ha risposto con la condanna a morte di una
terrorista e di un altro militante del califfato annunciando inoltre
offensive militari in Siria ed Iraq, offensive che sembrano aver avuto
inizio nei giorni scorsi.
La Giordania dispone dell’ottavo
esercito del Medio Oriente senza contare l’ISIS, del quale è difficile
fare una precisa quantificazione. In altre parole non costituirebbe, ad
un primo sguardo, un vero cambiamento rispetto alla situazione attuale
che vede già impegnate contro il califfato islamico le ben più potenti
forze iraniane e siriane; ma questo quadri rimane tale solo, appunto, se
ci si ferma ad un primo e superficiale sguardo.
In realtà la presa di posizione del Re
Abdallah II di Giordania rappresenta, a parer mio, una possibilità che
l’Occidente dovrà necessariamente saper comprendere e sfruttare se vuole
annientare il califfo al Baghdadi e la massa di bestie al suo seguito
senza rischiare uno scontro di civiltà con le drammatiche conseguenze di
cui sarebbe inevitabilmente foriero.
Rappresenta una possibilità unica sotto
molteplici aspetti geopolitici riconducibili a due ambiti principali:
storico e politico.

Abdallah di Giordania
L’ambito storico potrebbe certamente
apparire secondario ed è effettivamente apparso secondario a chi scrive.
Tuttavia nello scorrere i lanci d’agenzia riguardo il Regno di
Giordania ho appreso che gli Emirati Arabi Uniti hanno messo a
disposizione del Re uno squadrone aereo che dovrebbe essere il primo
blocco dei cento, poco meno di un quarto della forza totale, apparecchi
che gli Emirati vorrebbero destinare al sostegno delle operazioni
Giordane. Da questa notizia è stato spontaneo chiedersi perché uno Stato
Sovrano sia disposto a cedere, seppur in prestito, tanta parte della
sua forza militare ad un altro Stato Sovrano come gli Emirati.
Il Lettore che volesse fare alcune
ricerche, non solo in lingua italiana, avrebbe modo di constatare che
Abdallah II di Giordania è l’ultimo monarca di ascendenza Hascemita,
cioè discendente diretto della famiglia Banu Hasim, la famiglia del
Profeta islamico, nonché “fondatore” della religione stessa, Maometto.
Un impegno giordano diretto contro il terrorismo islamico sunnita (i
musulmani sciiti riconoscono solo nella discendenza di Alì, nipote di
Maometto, la successione legittima) rappresenta quindi un colpo
durissimo nei confronti dell’ISIS privandolo in parte delle sue basi
“teoirco-teologiche”, un colpo tale da scardinare il mondo islamico
sunnita che ora comincia, a partire dagli Emirati Arabi, a vedere
veramente il califfato come un nemico da combattere.

Il re con sua moglie Rania di Giordania, già conosciuta presso il grande pubblico
Inoltre per comprendere appieno la
figura del Re occorre considerarne le ascendenze ebraiche da parte di
madre, ascendenze che rappresentano una sicura facilitazione nei
rapporti con Israele.
In ambito politico, o geopolitico in
senso stretto, la Giordania rappresenta egregiamente l’identikit del
l’alleato perfetto per chi, tanto in Occidente quanto nel mondo Arabo,
vuole combattere ed annientare l’ISIS sia per la sua forma di Stato sia
per la figura del Re.
La forma di Stato è quella della monarchia costituzionale che prevede la separazione dei poteri.
Il Re detiene il potere esecutivo, il
potere giudiziario ordinario e straordinario è affidato a giudici di
nomina regia ma poi responsabili solo di fronte al Consiglio Giudiziario
Superiore (organo di autogoverno simile al nostro Consiglio Superiore
della Magistratura), mentre il potere legislativo è affidato
all’Assemblea Nazionale strutturata sul modello inglese con una Camera
dei Deputati (simile alla Camera dei Comuni), eletta dagli uomini ma in
cui viene innestata una rappresentanza femminile cui vanno aggiunti
ulteriori seggi speciali riservati alla minoranza cristiana e cecena
(che comunque possono eleggere loro rappresentanti anche nelle elezioni
ordinarie), ed una Assemblea dei Notabili (simile alla Camera dei Lord).
Da questo quadro spero possa apparire chiaro al Lettore come il Regno
di Giordania, con un ordine giudiziario autonomo e una tutela
parlamentare per le minoranze etniche, sia lontanissimo dai regimi
islamisti che applicano tassativamente la Sharia o dai regimi
dittatoriali “laici” ma affidati ai vezzi di un despota inaffidabile.
Ulteriore riprova di quanto detto può
facilmente essere trovata nella figura di Re Abdallah II Figlio di
Husayn di Giordania e Antoniette Avril Gardiner, inglese residente in
Giordania con il padre, consigliere militare. La coppia divorziò,
ulteriore segno della laicità del Paese, ma alla Gardiner è permesso
l’utilizzo del titolo di Altezza Reale di Giordania, dove tutt’oggi
risiede.
L’istruzione ricevuta dall’attuale Re ha
le sue basi nella scuola islamica di Amman ma è proseguita in
Inghilterra e negli Ststi Uniti d’America. In Inghilterra è stato
cadetto nella Royal Military Academy SandHurst, dove ottenne il grado di
Colonnello, e studente al Pemberton College di Oxford. Negli Stati
Uniti ha frequentato la Deerfield Academy ed ha conseguito un Master in
Relazioni Internazionali presso la Georgetown University. Un percorso
formativo, improntato sul modello occidentale ed al tempo stesso intriso
di tradizione islamica moderata, ben diverso da quello tipico di un
despota mediorientale. Inoltre per completezza occorre far presente al
Lettore che un simile percorso formativo è stato affrontato dalla Regina
Rania e, probabilmente, caratterizzerà l’istruzione dei quattro figli
della Famiglia Reale Giordana.
Queste peculiarità geopolitiche rendono
il Regno di Giordania un alleato stabile nell’area, un’alleato “valido”
anche per chi in Occidente vuole la lotta all’ISIS subordinata al
rispetto dei diritti umani ed alla trasparenza da parte degli alleati in
Medio Oriente.
Auspico che da questa mia scarna
riflessione il Lettore abbia potuto comprendere come la Giordania di
oggi sia una Regno moderno, certamente di tradizione islamica ma per
nulla incline al fanatismo, non un inaffidabile despotato orientale. Re
Abdallah II è un musulmano lontanissimo dal terrorismo e disposto a
tutelare le minoranze religiose ed etniche del Paese senza cedere agli
esponenti giordani più estremisti. A meno che non si voglia seriamente
imboccare la strada del c.d. scontro di civiltà, con i milioni di
vittime di cui un tale scenario sarebbe foriero, la sconfitta del
terrorismo islamico passa, a parer mio, attraverso una alleanza vera e
duratura con quella parte, presumibilmente maggioritaria, dell’Islam che
prova solo orrore e rabbia di fronte all’isis.
Oggi Re Abdallah II può diventare
alfiere e campione di questo Islam se l’Occidente saprà riconoscere in
lui l’alleato prezioso che è e se saprà aiutare la Giordania in questo
scontro fra libertà e terrore.
Se invece la Giordania non verrà
sostenuta economicamente e militarmente al punto da rimanere minoritaria
nella coalizione, l’ISIS alla fine sarà sconfitto comunque, ma se a
sconfiggerlo sul campo saranno Iran Siria e miliziani di Hezbollah il
terrorismo islamico sciita si sostituirà al terrorismo islamico
sunnita. Se si vorrà una pace duratura ed un futuro diverso in Medio
Oriente senza inutili stragi non si potrà prescindere dal dialogo con le
forze islamiche aperte alla modernità, non si potrà prescindere dal
dialogo con Re Abdallah II di Giordania.
Federico Sagramoso
http://www.italiapost.info/185411-isis-giordania-islam/
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