Derivati e debito pubblico. Cannata “polemiche strumentali. I costi tenderanno a sparire”
martedì , 28 aprile 2015 - 11:54:00

Il bilancio dei derivati per l’Italia resta comunque pesante, afferma, “paradossalmente perché siamo stati più prudenti nel gestire il nostro debito. A partire dal 2006, per esempio, abbiamo adottato una politica di allungamento delle scadenze, e poiché allora i tassi a lungo termine erano particolarmente bassi il 4% sui titoli trentennali non s’era mai visto ci siamo assicurati sul rialzo dei tassi. Abbiamo così messo un tetto alle possibili fluttuazioni. Non dimentichiamoci che allora i tassi sui Btp erano equivalenti a quelli di mercato, e assicurarsi era logico”.
“E’ arrivata la crisi, non tanto quella finanziaria del 2007-2008 che anzi ha determinato un rialzo dei tassi di mercato, quindi ha confermato la nostra policy, ma quella successiva del debito sovrano dell’Italia: i nostri rendimenti sono schizzati verso l’alto mentre quelli di mercato si sono abbassati. Quello che non si poteva immaginare era la drammatica divergenza tra le due curve di tassi che fino a quel momento per anni era stata equivalente”. “Nel frattempo – ricorda – erano intervenute le più rigide regole di Basilea 3 sulle esposizioni delle banche”. “È stato quindi necessario rivedere alcune posizioni, per venire incontro alle nuove regole, e le assicuro, non è stato facile”.
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