Fisco: allo studio l'IVA sui funerali, ennesima mazzata ai più poveri del governo Renzi
DOMENICA 26 APRILE 2015
Tra tutte le novità sul tavolo di discussione una in particolare è degna di nota per il cinismo con cui si sta ragionando: l'introduzione dell'IVA sui servizi funerari offerti dalle pompe funebri, ovvero una tassa sui funerali che innalzerebbe da un giorno all'altro i costi per ogni funerale del 22%.
Se l'idea diventasse effettivamente un provvedimento si tratterebbe di una mossa particolarmente «infame» nel momento in cui il funerale è uno dei servizi che certamente non risente della crisi in termini quantomeno di numero di prestazioni erogate nell'anno: se si muore certamente al funerale non si può rinunciare.
Non solo: l'aumento dell'IVA andrebbe a colpire indistintamente tutti nella misura del 22% sul costo del funerale, incluse le famiglie più povere che magari nell'occasione si trovano già a subire anche un componente che fino a quel momento portava un reddito (da lavoro o pensione).
In puro stile governo Renzi la «pezza di copertura» dell'operazione ai fini mediatici: l'aumento fino a 1.800€ la detrazione per le spese funebri (ad oggi a 1.549,37€), misura che in nessun caso compenserebbe l'aumento di costo legato all'IVA e di cui potrebbero beneficiare solo le classi sociali con un minimo di reddito e quindi imposta da detrarre, per i più poveri infatti ci sarebbe solo l'aumento dell'IVA.
Esattamente come per il famoso bonus fiscale di 80 euro destinato solo a chi ha un reddito da lavoro dipendente anche l'IVA sui funerali compensata solo in piccola parte da una maggiore detraibilità del costo sarebbe una misura il cui maggior costo sarebbe sostenuto dai soggetti più svantaggiati del Paese.
Insomma, sarebbe l'ennesimo bluff del governo Renzi, un atteggiamento che, come abbiamo già visto, sui temi fiscali è una costante dall'inizio di questa esperienza di governo.
http://nr.news-republic.com/Web/ArticleWeb.aspx?regionid=6&articleid=40830490&source=digest&tagid=227473&tagname=Economia
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