Non è successo niente
E ora? “Non ci saranno espulsioni -assucura Guerini- ora confronto nel partito”. E come sarebbe? Prima li spianate, poi li tenete? La tecnica non è nuova: in certe imitazioni post sessantottine del centralismo democratico, la minoranza alla fine doveva aderire con entusiasmo. Perchè i leader senza base, e perciò umiliati derisi, purtroppo corrispondono a un largo disagio nelle fila della maggioranza. Perchè il vincitore vuole fare una politica di destra narrandola di sinistra. Così oggi i retroscenesti -Martini, Stampa, e Bei, Repubblica- scrivono del prezzo che Renzi può pagare: un capogruppo ai responsabili, aperture sulla scuola, uso del tesoretto per “gli incapienti”, e soprattutto -udite, udite!- la riscrittura della riforma del Senato. “Sono già stati chiesti pareri di autorevoli costituzionalisti per sostenere l’ipotesi di una riapertura dell’articolo 2, quello che riguarda appunto la composizione del Senato con i consiglieri regionali”. Finocchiaro, Boschi, Renzi avevano scherzato quando mi allontanarono dalla Commissione e quando dissero che il Senato delle Garanzie, di Chiti era una sciocchezza.
Tra le macerie. I commentatori guardano ai guasti che questo strano confronto produce: “la maggioranza -scrive Franco- marcia sulle macerie dei partiti. Può permetterselo perché è sostenuta da un Parlamento provocato sulle riforme e spaventato dall’idea di un fallimento. Fino a che non si capirà se la ripresa economica è finzione o realtà”. “Il premier ora sarà costretto a trovare una formula per tentare di ricucire un dialogo a sinistra”, scrive Claudio Tito, “se il voto del 31 maggio sarà positivo, allora sarà più agevole imboccare la strada di una riedificazione dei rapporti a sinistra. Altrimenti quella che porta alle elezioni anticipate potrebbe diventare la via maestra”. “Ma la governabilità - scrive Michele Ainis- dipende dalla politica, non dalla matematica. Non basta trasformare i deputati in soldatini, e non basta un deputato in più per conseguirla”. E cita Sciascia e Woody Allen.
Benvenuti! Lo scrivo da tempo: il leninista Matteo potrà continuare a spianare, ad asfaltare, a vincere all’alba, e pure al tramonto, ma senza un’idea d’Europa, una nuova (non quella di Marchionne) idea per lo sviluppo, una per il Mediterraneo e una di democrazia continuerà a girare intorno sebza meta, come nella regia marina borbonica. E i suoi oppositori? Condannati dalla storia, quanto e più di lui, se non avranno il coraggio di misurarsi con le idee, anzichè con gli emendamenti e la formazione delle liste elettorali.
Il corpo del Re (Berlusconi), quello che, secondo Kantorowicz, è innaturale e non muore, nella fattispecie il suo impero, se lo stanno contendendo Bolloré e Murdoch. Bene,scrive Federico Fubini, “purché non replichino le stesse distorsioni di mercato di quando Berlusconi era premier e tycoon”. Perciò è un disastro la legge sulla Rai,perché non prevede regole e ignora i conflitti d’interesse.
Un default greco? Fuori dalla realta”, secondo Moscovici, ma la Stampa scrive che “Germania e Bce vorrebbero far cadere Tsipras e sostituirlo con un tecnico che gestisca un fallimento pilotato”
http://www.today.it/blog/il-caffe/mineo-30-aprile-2015.html
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