Rai e banda larga: il “braccio di ferro” Renzi-Telecom (seconda puntata)

Se dentro Telecom la confusione regna sovrana, in attesa dell’ingresso a fine giugno del gruppo Vivendi di Vincent Bollorè, anche la Rai non sta molto meglio. Qui, si aspettano i nuovi vertici (con la nuova governance studiata dal governo o con la vecchia legge Gasparri) e intanto si studiano le mosse del principale competitor, cioè Mediaset.
Qualcuno, nei giorni scorsi, ha azzardato l’ipotesi che l’arrivo di Bollorè in Telecom possa preludere ad un accordo proprio con Mediaset. La maggior parte degli osservatori tende ad escludere un’eventualità del genere, preferendo attendere di vedere prima come si definirà la probabile cessione di Mediaset Premium. Ma l’eventualità non è stata comunque esclusa a priori.
ENEL, da parte sua, si è tirata fuori dalla contesa. “Sulla telefonia, abbiamo già dato”, è la battuta che si attribuisce all’ad Francesco Starace, che però sa benissimo di non potersi sottrarre ad un eventuale coinvolgimento per la semplice “posatura” dei cavi di fibra ottica qualora il governo glielo dovesse chiedere, stanco del “braccio di ferro” con Telecom. E quell’operazione di sostituzione dei contatori elettronici, per la quale sono stati stanziati tre miliardi di euro, sembra fatta apposta per sfruttare le squadre d’intervento del colosso energetico, a prescindere se la banda larga tanto cara a Renzi arriverà percorrendo viale Telecom o corso Metroweb.
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