
E sempre in tema di governance Battiston ha voluto sottolineare l'importanza della creazione presso la Presidenza del Consiglio di una cabina di regia sulla politica aerospaziale volta ad "ottimizzare l'uso delle risorse per le priorità e gli obiettivi nazionali".
In questo senso, secondo il presidente dell'ASI, è importante che l'Agenzia - vigilata dal Miur al pari dei altri enti di ricerca- continui ad avere una sua autonomia "soprattutto a livello internazionale per poter bene rappresentare l'Italia in contesti così dinamici".
Poi il capitolo risorse: negli ultimi 7 anni la quota del Fondo ordinario per gli enti di ricerca con cui l'Asi viene finanziata si è attestato intorno ai 500 milioni di euro. Sia per effetto dei tagli lineari che per effetto della destinazione di parte del Foe ai progetti premiali (7%)e ai progetti bandiera (+ 8%). Risorse destinate per il 75% all'Esa come contributo italiano ai programmi dell'Agenzia europea.
La riduzione ha portato alla cancellazione di alcuni programmi e che, l'anno scorso, ha fatto temere per la il programma di punta "Cosmo SkyMed" di Seconda Generazione. Battistn ha sottolineato come grazie al governo nella legge di stabilità 2014 sono stati stanziati 120 milioni di euro in 3 anni. Fondi che "hanno consentito la messa in sicurezza di Cosmo", con il lancio di altri 2 satelliti. Questa manovra ha anche permessa all'Asi di riportare le casse a più 600 milioni. L'Italia si è potuta così presentare, ancora una volta, come protagonista all'ultima ministeriale Esa dove si è discusso di temi di forte interesse per il nostro Paese come "ExoMars", Stazione spaziale internazionale e lanciatori ("Il settore su cui si è maggiormente investito") come Vega che, nella sua prossima evoluzione, promette di dare ancora più soddisfazioni.
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