inviata in redazione - Cari deputati e senatori che
avete detto sì alla riforma, e soprattutto caro Matteo Renzi,
innanzitutto mi complimento vivamente con coloro che tra di voi hanno
ideato questa diabolica strategia: prima avete utilizzato il piano delle
100mila assunzioni come cavallo di Troia per far approvare il vostro
abominevole DDL "BuonaScuola", e poi, con un cambio dell'ultim'ora del
testo del maxiemendamento, siete riusciti a trasformare tali assunzioni
in un licenziamento di massa, nemmeno lontanamente paragonabile a quello
della legge Gelmini!
Spezzerete e manderete sul lastrico decine di migliaia di famiglie
per fare cassa sulla scuola! Lo avete fatto con l'inganno e nel più
assoluto silenzio dei media, cosicché molti docenti precari ancora non
sanno quale disgrazia si sta per abbattere sulle loro teste...
Ma andiamo con ordine. Nelle prime due versioni del maxiemendamento
si faceva riferimento al fatto che tra i neoassunti, quelli che non
avrebbero trovato posto nella propria provincia, sarebbero stati
obbligati a sceglierne un'altra; nella seconda versione in particolare
si chiedeva ai candidati di indicare nella domanda di assunzione
(soltanto) cinque province in ordine di preferenza. Nella versione
approvata al senato invece, si evince che avranno il diritto ad essere
assunti nella propria provincia soltanto i docenti che occuperanno i
posti vacanti derivanti dai pensionamenti di quest'anno, tutti gli altri
invece, che rientrano nel piano straordinario, saranno inseriti in una
graduatoria nazionale e potranno essere assunti in qualunque provincia
di tutte le regioni italiane! Molti di noi quindi saranno costretti a
trasferirsi a centinaia o anche a migliaia di chilometri di distanza,
senza alcuna apparente possibilità di tornare a casa, visto che dopo la
prossima mobilità straordinaria non ne sono previste altre!
Siamo tutti d'accordo sul fatto che, se il posto di lavoro non esiste
nel luogo in cui viviamo, occorre essere disposti a trasferirsi
altrove; ma perché il governo si è arrogato il diritto di far trasferire
persone che hanno sempre lavorato nella propria città, con contratti
annuali, per giunta? Le graduatorie sono sempre state PROVINCIALI e
sarebbero state riaperte tra due anni; perciò si tratta di un vero e
proprio abuso. Chi ha avuto la possibilità di spostarsi, lo ha già fatto
anni fa: in questo modo ha potuto prendere il ruolo, per poi chiedere
la mobilità che gli permetteva di tornare a casa. Chi invece non ha
avuto tale possibilità, è rimasto precario nella propria provincia, con
tutti i disagi e i sacrifici connessi a tale condizione. E adesso, dopo
tanti anni, quando ormai il sogno dell'assunzione stava per diventare
realtà, la nostra vita viene completamente sconvolta da una legge che
nessun insegnante ha voluto, e che invece viene fatta passare come un
regalo piovuto dal cielo per 100mila persone!
Per questo motivo ho parlato di licenziamento di massa. Molti di noi
non hanno potuto trasferirsi, e non potranno farlo tuttora, per motivi
oggettivi. Siamo persone di età compresa tra i 30 e i 55 anni (circa);
questo significa che la maggior parte di noi si è già creato una
famiglia e una vita che non può lasciare: abbiamo un mutuo da pagare,
dei figli da mantenere, dei genitori anziani da accudire. Molti di noi,
già adesso, con i nostri miseri stipendi di docenti precari, facciamo
fatica a far quadrare i conti e ad arrivare in fondo al mese. Come
faremo a trasferirci, dovendo così pagare oltre ad un mutuo, anche un
affitto? Con quali soldi potremo pagare le bollette, la baby-sitter per i
nostri figli oppure la badante per i nostri genitori? Come faremo, in
tempo di crisi, a vendere le nostre case e a sperare che il coniuge
possa trovare un altro lavoro nella nuova città? Chi ha un secondo
lavoro autonomo (molto pochi in verità) rifiuterà l'assunzione, tutti
gli altri saranno costretti a una separazione forzata, con conseguenti
ricadute molto gravi, sia dal punto di vista affettivo che economico.
Stavo per dimenticare una cosa importantissima: nel testo
dell'emendamento è specificato esplicitamente che chi rifiuterà
l'assunzione verrà estromesso dalle graduatorie e che i posti rimasti
scoperti a causa di tale rifiuto da parte degli aspiranti, NON VERRANNO
RIMPIAZZATI. Ecco come farete a riempire le casse dello stato
sacrificando i precari, cari amici del PD!
A tutto ciò si aggiunge anche un'altra enorme criticità: in questo
piano di assunzioni viene data la precedenza agli idonei delle
graduatorie di merito del concorso 2012 rispetto agli abilitati delle
graduatorie ad esaurimento. Teniamo conto del fatto che queste persone
non hanno vinto alcun concorso (infatti appunto sono idonei, e non
vincitori) e che una buona percentuale di loro non ha mai messo piede in
un'aula scolastica. Quasi tutti i precari presenti nelle graduatorie ad
esaurimento invece sono abilitati SSIS, quindi hanno superato una
selezione con valore concorsuale in ingresso, si sono specializzati
frequentando un corso post-universitario di durata biennale con
laboratori ed esami, hanno superato uno o più esami di abilitazione
finali, in seguito hanno lavorato per anni nelle scuole del Paese.
Quindi per quale assurdo motivo gli idonei dovrebbero avere il diritto
di precedenza, in barba a qualsiasi criterio meritocratico? Infine,
molti di noi non hanno partecipato al concorso, che era bandito a
livello regionale, soprattutto perché non avevano la possibilità di
trasferirsi in un'altra città; e adesso a coloro che vi hanno
partecipato viene concesso il diritto di scegliere per primi la
provincia? Oltre al danno anche la beffa!
Consideriamo adesso le terribili conseguenze della riforma dopo il
trasferimento. I neoimmessi si troveranno nell'albo di un'altra
provincia, ad aspettare le chiamate dei Dirigenti Scolastici; ma non
avendo mai lavorato nelle scuole di quella provincia, per quale ragione
un Dirigente dovrebbe reclutarli nel suo Istituto? E' ovvio che
preferirà assumere docenti che conosce già e che hanno dimostrato
precedentemente di essere competenti e volenterosi. Quindi i neoimmessi
potrebbero essere assegnati d'ufficio nelle scuole "peggiori", cioè
quelle in cui nessuno degli altri insegnanti è voluto andare. Inoltre,
le regole della "BuonaScuola" prevedono che i nuovi assunti nel piano
straordinario siano immessi nel cosiddetto organico funzionale, per
essere adibiti al potenziamento dell'offerta formativa; non avranno
quindi una cattedra come tutti i loro colleghi, ma saranno considerati
"docenti di serie B", al completo servizio dell’utenza e del Dirigente.
Qualcuno a questo punto potrebbe rispondermi che purtroppo il "lavoro
sporco" qualcuno lo deve pur fare, senza rendersi conto però che i
precari storici hanno già fatto una lunga gavetta e che adesso doveva
essere arrivato il momento della stabilità. Ma l'aspetto più grave e
vergognoso di questo sistema è il seguente: non sarà più possibile
chiedere la mobilità in un'altra provincia, non sarà più possibile
chiedere il trasferimento in un altro istituto, non sarà più possibile
passare dall'organico funzionale all'organico di diritto (cioè diventare
un "docente di serie A"). Ognuno dovrà rimanere a tempo indeterminato
nella posizione in cui è stato messo d'impero, senza nessun criterio
meritocratico nè possibilità di miglioramento della propria condizione
lavorativa, come si farebbe nel peggiore dei regimi autoritari. E questo
si evince senza nemmeno doversi soffermare sulla questione dell'"unico
uomo al potere" nella figura del Dirigente Scolastico, e della
"scuola-azienda" (argomenti già ampiamente discussi da tutto il mondo
della scuola negli ultimi mesi).
In queste condizioni, i nuovi assunti dovranno anche sostenere l'anno
di prova. Parrebbe che con i nuovi criteri, in primis il comitato di
valutazione che affiancherà il Dirigente, la selezione dei candidati
diventerà molto più rigida di quanto non sia stata fino ad ora. E questo
potrebbe essere anche un bene, se non fosse che i precari storici sono
stati già ampiamente selezionati in precedenza, se non fosse che i
criteri di valutazione saranno assolutamente soggettivi, e se non fosse
che il mancato superamento dell'anno di prova provocherà il
licenziamento in tronco. E così altre famiglie finiranno in mezzo alla
strada.
Ma non crediate che i precari rimasti fuori dal piano di assunzioni
se la passeranno meglio, anzi, l'esatto contrario. E' opinione comune di
qualche sindacato che il potenziamento sia stato inventato ad hoc per
far approvare la riforma, ma che verrà eliminato via via nei prossimi
anni poichè i neoassunti potranno essere utilizzati negli incarichi e
nelle supplenze destinate ai precari, nonchè nei posti che si
libereranno con i prossimi pensionamenti. Inoltre, grazie alle deleghe
in bianco presenti nel DDL, il governo potrebbe intervenire, tra le
altre cose, sugli stipendi (diminuendoli) e sull'orario di lavoro degli
insegnenti (aumentandolo). Di conseguenza i precari rimasti nelle
graduatorie potranno perdere del tutto le loro opportunità di lavorare
(ed ecco che magicamente appariranno altri licenziamenti!).
Anche i docenti di ruolo verranno privati di molti diritti, tra i
quali la libertà di insegnamento, e la qualità della didattica ne
risentirà moltissimo, ma ci vorrebbe troppo tempo per approfondire
queste questoni. Vorrei solo far sapere che tutti gli insegnanti, di
ruolo e soprattutto precari, sono fermamente contrari alla riforma
perché le loro condizioni di lavoro e di vita potrebbero peggiorare
drasticamente. Chi ne avrà la possibilità, cambierà mestiere, chi non ce
l'avrà, crollerà insieme alla scuola pubblica.
Ho scritto questa lettera per poter dire al PD: ma siete proprio
sicuri di aver fatto la cosa giusta? Siete proprio sicuri che gli
insegnanti, e soprattutto i precari, se ne staranno con le mani in mano a
subire questi soprusi? Io direi di no, anzi è molto semplice prevedere
quello che succederà. Gli insegnanti più "forti" continueranno con le
loro proteste, sia in piazza, sia a scuola da settembre, generando il
caos; invece gli insegnanti più "deboli", e soprattutto coloro che
saranno costretti a tirare la cinghia e a lavorare in istituti
fatiscenti e pericolanti, lontani dalle proprie case e famiglie,
perderanno del tutto la motivazione, si deprimeranno e si metteranno
spesso in malattia.
Così tutti, ma proprio tutti, dai Dirigenti scolastici alle famiglie,
e anche i componenti del governo, finalmente capiranno che questa non è
affatto la Buona Scuola. Una scuola non si rende "Buona" dando più
potere al Dirigente, nè costringendo i dipendenti a lavorare in luoghi
che non hanno scelto, nè utilizzando ricatti e punizioni di tutti i
tipi. Una scuola "Buona" si potrà avere soltanto quando gli insegnanti
potranno svolgere il proprio lavoro serenamente, percependo uno
stipendio adeguato; quando potranno lavorare in scuole ben attrezzate,
in un ambiente gradevole e collaborativo; quando non dovranno
continuamente temere gli attacchi di un Super-Preside e di un governo
autoritario.
Una insegnante precaria esasperata
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