Metti una sera a cena il braccio destro di Matteo Renzi,
Marco Carrai, la neopresidente della Rai Monica Maggioni e il gotha di
Comunione e liberazione, a partire dal leader spirituale don Julian
Carron. Una grande tavolata quadrata, tovaglie bianchissime, al
ristorante Malatesta, nel cuore della Fiera di Rimini. La grande stanza è
riservata. Maggioni e Carrai arrivano insieme, gli altri commensali
sono già seduti. Con loro Francesca, la giovane moglie di Carrai, che
per tutto il pomeriggio ha accompagnato la presidente Rai in giro per
gli stand. La fotografia parla da sola, e racconta di nuovi equilibri di
potere, di vecchie e nuove amicizie, di nuovi progetti.
Certamente,
dai tempi di Renzi l’outsider, il Rottamatore, si coglie la novità.
Sulla tv pubblica e nei rapporti con la potente Fraternità di Cl, finora
snobbata dal premier, ma improvvisamente tornata al centro. E alla
ricerca, disperata, di nuovi referenti politici di peso, dopo il
naufragio dei vari Lupi e Formigoni. Il tutto, a poche ore dall’arrivo a
Rimini di Renzi, che ha tutta l’intenzione di concedersi un nuovo bagno
di folla, dopo quello all’Expo con Angela Merkel.
La presidente
Rai, dopo il dibattito con don Carron, si siede in prima fila
all’incontro organizzato da Carrai sui limiti etici della tecnologia e
non si perde un intervento. Poi lo aspetta sotto il palco, un saluto,
poi scendono insieme le scale, lui le mostra alcuni sms sul cellulare,
clima di grande confidenza. Poi arrivano insieme al ristorante, dove li
attende il gotha di Cl.
Carrai è arrivato poche ore prima del
premier, nei panni ufficiosi di ambasciatore, vista la sua più che
decennale sintonia con il movimento. Un feeling che, dopo il rumoroso
forfait dell’anno scorso (quando il premier snobbò Cl e passo due giorni
con gli scout a San Rossore) quest’anno fa molta gola a Renzi. In
controluce, si intravedono tasselli di un nuovo equilibrio di potere,
che passa appunto per una nuova attenzione a mondi potenti e finora
trascurati – forse per il senso di potenza dopo il 40% alle europee - ma
anche per la nuova governance della tv pubblica. Non è un mistero che
tra i renziani del gir stretto covi una crescente insofferenza per come
le tv parlano del governo. In particolare i talk show. “Sono tutti
contro di noi”, è uno degli sfoghi più frequenti. Dunque serve una
svolta. Il prima possibile.
Definire Carrai una “star” del Meeting
sarebbe un paradosso, vista la sua proverbiale riservatezza. E tuttavia
la sua è una presenza di peso. Per lui un panel ad hoc, costruito
chiamando a raccolta un gruppo di amici esperti di tecnologie. In
pratica, un dibattito su misura con docenti e manager, dall’ad di Wind
Maximo Ibarra ai professori Roberto Cingolani e Mario Rasetti. Quasi due
ore sui limiti etici della scienza e delle tecnologie, con Carrai che
ha squadernato le sue conoscenze informatiche infarcendole di citazioni,
dall’enciclica “Laudato si” di Papa Francesco a Julian Carron, citato a
più riprese.
Un rapporto antico quello tra Comunione e
liberazione e l’ambasciatore di Renzi nel mondo della finanza. Quando,
nel 2004, Carrai fu eletto consigliere comunale a Firenze, molte
preferenze arrivarono proprio dall’universo ciellino e dalla Compagnia
delle opere, e del resto due suoi cugini sono stati al vertice in
Toscana della Cdo e del Banco alimentare. Fund raiser (per Renzi) e
cattolico praticante, Carrai votò contro la cittadinanza onoraria a
Beppino Englaro (insieme a Dario Nardella), quando fu proposta nel 2009
dall’allora sindaco Domenici.
Un curriculum fatto di sacre letture
e di business, che sembra perfetto per catturare le simpatie cielline.
Trasversale per definizione, Carrai mosse i primi passi in politica con
Forza Italia, per poi passare ai popolari, dove incontrò Matteo. Da
allora, era la metà degli anni Novanta, i due sono inseparabili. “Perché
Renzi al meeting? Non so, chiedete a lui, io mi occupo di tecnologie”,
risponde ad Huffpost Carrai. Che, sul palco e sotto, si muove agilmente,
stringe mani, riceve biglietti da visita, presentazioni da parte di
esponenti Pd locali, richieste consone a un consigliere del Principe.
“Parola di boy scout”, risponde a un signore che gli chiede
insistentemente di richiamarlo. Arriva al meeting con l’etichetta di
presidente della Cambridge Management Consulting Labs, una delle tante
iniziative imprenditoriali in cui è coinvolto, oltre alla presidenza
dell’aeroporto di Firenze. Società fondata nel 2012, la CMC Labs, negli
ultimi due anni ha avuto un’impennata del fatturato.
Carrai,
soprannominato “Marchino” nel “giglio magico”, per il leader Pd, è
l’uomo dei rapporti con la finanza e con i think tank stranieri, dai
repubblicani Usa a Blair a Israele. Da Oscar Farinetti a Davide Serra.
Ma anche dei rapporti con mondi cattolici, come Cl e Opus Dei, che Renzi
in una prima fase aveva snobbato. Ora non più. E la cena di Rimini lo
conferma.
Nessun commento:
Posta un commento