Canale di Suez raddoppiato: Cina prova colpaccio stile Russia, Egitto la snobba
Pubblicato il 4 agosto 2015 06:43 | Ultimo aggiornamento: 3 agosto 2015
Il primo a dire che l’inaugurazione sarebbe stata fatta ad agosto
è stato il primo ministro egiziano Ibrahim Mahlab, che ne ha dato
l’annuncio al vertice dei Paesi membri del Mercato Comune per l’Africa
Orientale e Australe (COMESA). In seguito il presidente e direttore
generale dell’Autorità del Canale di Suez, Mohab Mameesh, ha reso nota
anche la data: 6 agosto. Quel giorno ci sarà la solenne e festosa
inaugurazione ufficiale, alla presenza dei governanti di quasi tutti i
Paesi del mondo, teste coronate e presidenti eletti compresi. Obama avrà
occasione di constatare di persona che – come ha dichiarato nei giorni
scorsi in Kenia, davvero “l’Africa sta correndo”, nel senso che il
continente è avviato a grandi passi verso uno sviluppo economico non più
da Terzo Mondo.
Il raddoppio del canale, che ha
145 anni di vita, permetterà il passaggio di 97 navi al giorno contro
le attuali 49 e produrrà per l’Egitto dal 30 al 35 per cento delle
risorse necessarie alla sua economia. Dagli attuali ricavi di quasi 5
miliardi di dollari l’anno si passerà infatti entro il 2023 a un
incremento delle entrate stimato pari al 258%, vale a dire pari a quasi
13 miliardi di dollari. Il traffico navale tra Europa e Asia sarà reso
più veloce e quindi più grande anche in termini di quantità di merci
trasportate.
Anziché accettare l’offerta cinese, gli egiziani
hanno investito nove miliardi di dollari ricavati dalla vendita di
azioni del nuovo canale a investitori locali. Ecco perché la nuova
grande opera è considerata con orgoglio un “progetto nazionale”. Che
nelle intenzioni dl governo dovrà servire per rilanciare l’economia
messa in crisi dagli anni di instabilità politica seguiti alla cacciata
del presidente Hosni Mubarak nel gennaio del 2011. Al raddoppio del
canale faranno corona altri lavori importanti: la creazione di nuove
zone commerciali e industriali speciali, l’ampliamento dei porti
marittimi di Suez, Ismailia, Port Said e Nuwaiba e dell’aeroporto di
Sharm-el-Seikh.
Il progetto del canale di Suez prese corpo dopo
la conquista dell’Egitto da parte di Napoleone e per essere costruito
richiese dieci anni di lavoro, dal 1859 al 1869, ma già nel 600 prima di
Cristo gli egiziani avevano creato vie d’acqua che tagliavano l’istmo
di Suez. A metà Ottocento venne creato un centro studi con numerosi
esperti, che stabilirono che si sarebbe potuto scavare un canale senza
bisogno di costruire chiuse lungo il suo percorso grazie al fatto che la differenza di livello del Mar Mediterraneo e del Mar Rosso è trascurabile. Il
progetto vincente era opera dell’ingegnere Luigi Negrelli, nato in
Trentino a Fiera di Primiero, regione allora dominio austriaco. Nel
1854 il diplomatico francesee Ferdinand de Lesseps, ottenne una
concessione da Said Pascià, kedivé d’Egitto per creare una società
finalizzata alla costruzione di un canale marittimo aperto a navi di
ogni nazione e che lo gestisse con un affitto di 99 anni. Il canale
venne realizzato tra il 25 aprile 1859 e il 17 novembre 1869 da una
compagnia francese guidata dal de Lesseps.
La via d’acqua che unisce il Mar Rosso al
Mediterraneo è composta da due tronconi di larghezza massima, prima dei
lavori appena terminati, di 225 metri per 24 di profondità: andando da
sud a nord, il primo troncone porta dal Mar Rosso al Grande Lago Amaro,
attraversato il quale le navi si immettono nel secondo troncone, che
sbocca nel Mediterraneo. La proprietà era del governo egiziano (44%) e
di oltre 20.000 piccoli azionisti francesi. In seguito l’Egitto,
soffocato dal debito estero, dovette vendere la sua quota al Regno
Unito, che ottenne così il controllo dei buona parte dei commerci verso
l’Oriente. Il canale venne inaugurato il 17 novembre 1869 con una
cerimonia sfarzosa, in occasione della quale Johann Strauss Junior
compose La marcia egizia. Said Pascià chiese un
apposito inno a Giuseppe Verdi, che però rifiutò perché non amava
comporre su ordinazione. Sulla scia di quei contatti Verdi compose in
seguito l’Aida, rappresentata per la prima volta al Cairo il 24 dicembre
1871.
La medaglia purtroppo ha anche un lato non
bello. Migliaia di persone hanno subito sfratti e confische di terre e
abitazioni, ma non si ha notizia di pagamenti compensativi. Tecnicamente
infatti i terreni sono proprietà dell’esercito, che considera quindi
abusivi tutti coloro che vi abitavano e che a volte vi coltivavano la
terra.
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