L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 1 agosto 2015

Il Capitalismo attacca il Capitalismo dopo aver disintegrato il proletariato

Il boss dei bond attacca le banche centrali: i tassi zero distruggono il capitalismo

Bill Gross attacca i tassi zero

L'ex boss di Pimco, Bill Gross, attacca le banche centrali, accusandole di avere ucciso il cuore del capitalismo con le loro politiche dei tassi zero.

Le banche centrali hanno bisogno di capire che i tassi zero non sono la soluzione ai problemi dell'economia, ma parte del problema. Lo scrive l'ex boss di Pimco, Bill Gross, che da settembre guida il Janus Capital Group. La ragione di tale affermazione? Secondo il manager, società con rating BB-, B- e in alcuni casi anche CCC- hanno avuto la possibilità in questi anni di prendere a prestito denaro sul mercato a tassi anche inferiori al 5%. Pertanto, le politiche monetarie ultra-espansive delle banche centrali sono finite per creare un sistema di imprese "zombie", che adesso vagano nell'economia.

E questo eccesso di liquidità ha aumentato il ritmo degli investimenti sul mercato azionario, nota, tanto che gli acquisti attuali viaggiano al ritmo di 1.020 miliardi di dollari annuali, più degli 863 miliardi del 2007, ultimo anno prima dello scoppio della crisi finanziaria. Dunque, spiega Gross, i tassi zero stanno incentivando l'investimento in borsa e non nella creazione di posti di lavoro.
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Di più: queste politiche starebbero distruggendo il cuore del capitalismo, perché consentirebbero anche alle imprese meno efficienti di bivaccare sul mercato. Oltre tutto, continua, i margini delle banche si riducono sempre più e ciò spinge gli istituti a ridurre l'offerta di credito, mentre i fondi pensioni e le assicurazioni patiscono danni e potrebbero anche essere travolti da una crisi di insolvenza. A ciò si aggiunge il fatto che i prezzi sul mercato non funzionano più da guida.
Per questo, colui che ha co-fondato e gestito fino allo scorso anno il maggiore fondo obbligazionario al mondo ritiene che la Fed abbia il dovere di alzare i tassi a settembre, capendo che i bassi tassi hanno conseguenze negative, oltre che positive.
Le critiche di Boss non sono una novità nel panorama degli investitori. Da molto tempo, ad esempio, il finanziere svizzeroMarc Faber attacca le principali banche centrali del pianeta, sostenendo che le loro politiche monetarie avrebbero effetti molto negativi sull'economia, addirittura, considerandole la fine del capitalismo e notando come i tassi zero finiscano per redistribuire ricchezze immense in favore di un piccolissimo nucleo di famiglie, quelle che detengono titoli e che possono, quindi, approfittare del boom dei prezzi di questi anni, sostenuto proprio dai bassi tassi del mercato.
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Boss ha stupito il mercato ad aprile, quando ha twittato che "shortare" i Bund tedeschi sarebbe l'occasione di una vita. In poche settimane, i rendimenti decennali dei titoli di stato della Germania passarono dallo 0,049%, il minimo storico raggiunto 3 mesi e mezzo fa, fino alle soglie dello 0,80%, per via di massicce vendite, scatenate proprio dal tweet del manager, considerato un guru in tema di mercato obbligazionario. Il boss, oltre ad augurarselo, si aspetta che la Fed alzi i tassi a settembre.
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