Snam, Comitati: la grande beffa | |||
venerdì 07 agosto 2015 | |
![]() Non risparmiano critiche i comitati cittadini per l’ambiente dopo la conferenza dei servizi sul metanodotto che ha rimesso l’ultima parola al governo (clicca).
“Occorreva un intervento molto deciso sul Governo, che invece non c'é stato da parte dei nostri rappresentanti – incalzano - occorreva la partecipazione in prima persona del Presidente D'Alfonso e del Vice Presidente Lolli che invece hanno, con la loro assenza, ancora una volta abbandonato la lotta e imposto, ai cittadini e
ai territori, l’umiliazione di soccombere allo strapotere del Governo e
della multinazionale. Così come si sono fatti notare per la loro latitanza i Presidenti di Umbria e Marche, tutti Governatori,
guarda caso, dello stesso colore politico del Presidente del Consiglio il cui "decisionismo", evidentemente, va assecondato. Vistose anche le defezioni di molti Comuni, tra cui l'Aquila
in testa: proprio l'Aquila, che era la città capofila della opposizione
al progetto Snam. Il risultato non poteva che essere disastroso: dopo quella sulla centrale si chiude anche la Conferenza di Servizi sul metanodotto e
la Snam, che ha visto accolte tutte le sue istanze, può tranquillamente
cantare vittoria. Per indorare la pillola l'Assessore Mazzocca,
lasciato da solo a gestire la bollente questione, parla ancora di
"riunione interlocutoria", dice che ora la palla passa alla Presidenza
del Consiglio e che la Regione si opporrà "fino alla morte".
Ma
la realtà è ben diversa – aggiungono - perchè i giochi sono ormai
fatti e il diritto alla salute, all’incolumità, l’ambiente, l’economia,
le opportunità di sviluppo, sono compromessi e condannati grazie a
coloro che, da rappresentanti del popolo, si sono trasformati in
paladini dei poteri forti. Il Governo calpesta arrogantemente il dissenso espresso dalle istituzioni e dalle comunità locali anche perchè non supportati da un fronte unico di opposizione con azioni di contrasto all’opera e si limiterà, pertanto, a considerare gli incontri che seguiranno, adempimenti puramente formali. La vera battaglia, che avrebbe potuto cambiare l'esito della "vicenda Snam", è quella che la Regione, per calcolo o per inadeguatezza, non ha combattuto. Ora è troppo tardi. Eppure la Regione Abruzzo ha avuto a disposizione ottime carte da giocare, a livello politico, tecnico e giuridico; carte che però ha buttato nel cestino, per calcolo o inadeguatezza, lasciando pienamente campo libero alla Snam e al suo principale sponsor, il Governo Renzi.
Quando, alcune settimane
fa, D'Alfonso aveva "strappato" la possibilità di ridiscutere la
localizzazione della centrale, sembrava che l'intera infrastruttura
potesse essere rimessa in discussione. Ma ora che la Conferenza di Servizi ha bloccato il metanodotto sulla dorsale appenninica e dunque sui nostri territori, che
senso ha quello "spiraglio"? Solo uno specchietto per le allodole
perché spostare la centrale di qualche centinaio di metri o di qualche
chilometro non cambia assolutamente nulla e non è questo l'obiettivo per il quale stiamo combattendo dal 2008.
Quella
che si sta consumando sulle nostre teste e a danno del nostro
territorio – concludono - è una grande beffa che ha come protagonisti
avversari ben definiti come il Governo e la Snam in perfetta simbiosi,
ma anche quei tanti politici molto inclini alla carriera politica e poco
avvezzi a difendere i diritti delle popolazioni e il territorio, la
cui inaffidabilità abbiamo imparato ormai da tempo a riconoscere e verso
i quali i cittadini non potranno che puntare l’indice accusatore: E’ COLPA VOSTRA!”.
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