“Vogliamo gli Stati Uniti d’Europa? Dobbiamo abolire quella di oggi”
Prima di tutto, come sa chi ha letto il manifesto di Spinelli, la loro idea di Europa non era federale, come è oggi, ma confederale. Sul modello degli Stati Unti d’America. Funziona più o meno come la Spagna attuale, come la Svizzera. Poi i federalisti attuali hanno fatto confusione, scambiando un modello per un altro. E l’Europa di oggi, quella che è venuta fuori da un processo complesso, non ha avuto niente a che vedere con loro. E questo è il motivo di tutti i disastri che vediamo oggi.
Dei padri fondatori, nell’Europa di oggi, non c’è nulla. Di sicuro non c’è nulla di chi ha scritto il manifesto di Ventotene. E manca anche il ramo cattolico-socialista. Non ha nemmeno partecipato la massoneria – intendo il rito scozzese – perché non è dentro l’euro. L’Europa di oggi si basa sul tentativo da parte di Ciampi e Trichet di limitare il potere tedesco. E ha una struttura tattica, non strategica. Utilizza espedienti, trucchetti senza alcun significato, come ad esempio il vincolo del 3%, o il fiscal compact. Con questi fondamenti, è ovvio che poi le cose non funzionano. Si è visto con la Grecia, sul piano economico. Ma anche con la crisi dei migranti.
L’idea di Europa di Spinelli non era federale, come è oggi, ma confederale. Sul modello degli Stati Unti d’America. Funziona più o meno come la Spagna attuale, come la Svizzera
Varie cose. Prima di tutto, non bisogna uscire dall’euro. È stato un errore crearlo, come sosteneva Paolo Baffi, ed è stato un errore entrarci, questo è indubbio. Ma ormai ci siamo, e abbandonarlo – anche solo per gli attacchi speculativi che subiremmo – sarebbe ancora peggio. Allora per cambiare, restando in questa cornice, vanno fatte modifiche radicali.
Riscrivere i trattati, rimettendo al centro la sovranità nazionale. E poi creare un unico Parlamento con potere deliberativo, eliminando Consiglio e Commissione, che non servono. La Commissione andava bene, ma quando c’erano i commissari – che erano veri commissari, come lo era Giorgio Amendola, o Silvio Leonardi, quando era ancora un organismo tecnico, e non politico.
No. Al contrario. Bisogna smontare la “tecnocratura”, eliminarne ogni traccia. Servirà un’Assemblea Costituente Europea che punti – come indicavano a Ventotene – a una confederazione. Dove ogni Stato ha una sua politica, armonizzata dall’alto, all’interno di una moneta unica e con la possibilità di fare default, come succede in America. E poi, per tutto il personale, serve rimettere i concorsi, cioè le competenze e non le aderenze politiche. Sarà un processo lungo, occorre prepararsi.
Per una nuova Europa occorre creare un unico Parlamento con potere deliberativo, eliminando Consiglio e Commissione
A questo proposito, va notato che l’allargamento a est è stato, a mio avviso, troppo rapido. E poi, con una mancanza molto grave: la Russia. Perché l’Europa, non c’è niente da fare, va dall’Atlantico agli Urali. Per storia e tradizione comprende la Russia. Averla tenuta fuori è stata una scelta sbagliata, in questo senso sono gollista. Mancanza ancor più grave vista la situazione geopolitica attuale.
Non si può costruire un’unione di Paesi dimenticandosi di quello che è oggi, il nuovo ordine mondiale. La globalizzazione ci impone, oggi, di pensare all’Europa come a un elemento, tra gli altri, dello scacchiere internazionale. Non solo come somma di Paesi di un continente. Altrimenti finiamo schiacciati tra Stati Uniti d’America e Cina. E adesso, invece, siamo confusi, come dimostra la crisi sui migranti.
Non riesco a immaginare niente di più ignobile delle quote. Sulla base di cosa vengono decise? Su quali criteri? Quali motivazioni? È l’economicismo portato all’estremo
E invece Renzi ha fatto, in merito, proposte ottime. Ma nessuno lo ha ascoltato. È un’Europa tedesca. E segue principi a mio avviso sbagliati: ad esempio l’elemento di fondo, cioè la distinzione tra rifugiati e migranti economici. Lo dimostra tutta la letteratura in merito: è una distinzione che non ha senso. Perché uno che fugge dalle guerre ha più diritti di uno che fugge dalla fame? Non funziona dal punto di vista morale universale. E poi, lo dimostrano tantissimi studi, chi entra nel mercato non sono i profughi, sono i migranti economici.
Non riesco a immaginare niente di più ignobile delle quote. Sulla base di cosa vengono decise? Su quali criteri? Quali motivazioni? È l’economicismo portato all’estremo, l’uso delle funzioni applicato agli esseri umani. L’Europa, o gli Stati Uniti d’Europa non hanno altra scelta: devono accogliere. Le persone si muovono, ognuno va dove vuole. Certo, bisogna controllare, gestire i flussi per evitare problemi sanitari, o di intelligence. Perché il problema del terrorismo è reale, e quello va contrastato sì, con ogni mezzo.
Tutto deve tornare nelle mani dei Paesi che ne rappresentano la cultura. Per cui l’Italia, senza dubbio. La Francia, la Germania. La Spagna. E la Russia, non va tenuta fuori. Tutto è cominciato quando è crollata l’Urss. Avrebbero dovuto fare un nuovo Congresso di Vienna, per gestire il nuovo ordine che stava nascendo. E invece l’Europa ha abbandonato la Russia a se stessa e si è affidata agli Usa, che con le loro rivoluzioni arancioni hanno fatto più danni che altro. Così come con le loro primavere arabe, che hanno dato spazio al peggior terrorismo. L’Italia ha un leader giovane, frettoloso, maleducato ma con idee buone. Si metta a capo degli altri e prenda in mano la situazione. Questa è l’unica strada.
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