Sinistra Italiana, Fusaro apre: "Finalmente hanno capito. Oggi il problema si chiama Bilderberg, Ttip, finanza"
Promuove la Sinistra Italiana anche se con riserva, in attesa di capire “che piega prende”. Ma il filosofo Diego Fusaro
saluta positivamente la neo-nata o ri-nata sinistra del Quirino perché
“finalmente hanno capito che la lotta contro il capitale deve essere la
lotta contro l’euro e l’Unione Europea. Ben svegliati”. Nella
conversazione con Intelligonews analizza il fronte anti-renziano ma allarga il tiro anche alla piazza di Salvini, con zero entusiasmo.
Nasce
Sinistra Italiana contro lo schema Happy Days, come ha dichiarato
Stefano Fassina. E’ sufficiente essere ‘contro’ per proporsi come
alternativa a Renzi?
«E’
una condizione necessaria ma non sufficiente se volessimo dirla con la
filosofia scolastica. Dico anche che questa sinistra nella quale c’è
anche Francesco D’Attorre che io stimo molto, ha finalmente compreso che
la lotta contro il capitale deve essere la lotta conto l’euro e
l’Unione Europea. Ben svegliati! Finalmente anche a sinistra in Italia
dire che si è contro l’euro non significa essere nazisti; finalmente ci
sono arrivati. Vedo con grande piacere questa rinascita di coscienza
critica».
Qual è l’elemento non sufficiente, per stare alla sua definizione iniziale? Mancano i contenuti?
«Essere
contro è necessario e mi fa piacere che ci siano arrivati da sinistra,
anche se un po’ lentamente; ma oggi occorre assumere come primo
obiettivo critico l’Unione Europea dell’euro e delle banche; quindi mi
fa piacere che abbiano individuato questa contraddizione anche loro:
benvenuti».
Il
fatto che al Quirino ci fossero i Prof, da Rodotà a Zagrebelsky a
Settis cose le dice? Orfini attacca la “sinistra salottiera” ma
dimentica i radical chic del suo partito. Che idea si è fatto?
«Non
mi interessa da dove arrivino ma dove vanno; se questi che erano
salottieri si sono chiarite le idee e capiscono che il problema si
chiama Bilderberg, Ttip, finanza, dico loro: benvenuti a bordo. In
questi tempi così bui non bisogna essere schizzinosi. Io come dissi in
passato, sono disposto a dialogare con tutti e per questo il mio dialogo
spazia con ogni interlocutore che sia disposto a confrontarsi. Quindi
ben vengano anche i cosiddetti Prof dell’intellighenzia di sinistra».
Lei si sente vicino a questa sinistra?
«E’
un progetto ancora in fieri, non mi sbilancio a dire se sono vicino o
distante; dico che finalmente abbiamo in Italia una sinistra contro
l’Europa della finanza che torna a parlare di cose serie e non delle
sciocchezze che servono solo a distrarre; una sinistra che torna a
parlare di diritti sociali e non solo più di diritti civili, pur
dignitosi. E’ un esordio, vediamo che piega prende. Per ora, vedo che ci
sono dentro persone oltrechè colte, degne della massima stima come il
prima evocato D’Attorre».
E
della piazza di Salvini che idea si è fatto? Anche quella è stata una
piazza contro, ma forse è mancato un progetto, un’idea culturale oppure
no?
«E’
una piazza confusa, perché quando parla Salvini non si capisce cosa
vuol dire: parla con gli imprenditori ed è a favore dell’euro; parla
alle piazze dicendo di uscire dall’euro: mi sembra abbiano le idee
parecchio confuse. Fino a qualche anno fa usavano come carta igienica il
Tricolore, mentre oggi diventano sovranisti; hanno sicuramente bisogno
di qualche voto. Detto questo, facciano il loro percorso; purtroppo la
ruspa – guarda caso – la usano contro chi sta in basso, mai contro la
finanza e le banche; così è troppo facile, siamo capaci tutti. In quella
piazza ho visto un manipolo di risentiti che giocano a fare i fascisti e
gli antifascisti; perché sono scesi in strada contro la Lega di Salvini
anche i cosiddetti antagonisti, quelli che mantengono il culto
permanente dell’antifascismo in assenza di fascismo. Entrambi giocano a
una parte, recitano un ruolo e il giochino è quello del fascista e
dell’antifascista: in questo modo si contrappongono in maniera ridicola.
In questi scontri di piazza non si parla mai della contraddizione
principale, ma solo di questioni secondarie; come se il problema
dell’Italia per gli antagonisti è la Lega di Salvini e per la Lega di
Salvini il problema sono gli antagonisti. Basterebbe non dare importanza
a queste cose e non stare a sovraccaricarle di un senso e un rilievo
che non hanno».
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