La strategia della Coalizione Internazionale guidata da Washington contro l’Isis potrebbe cambiare da ora in avanti.
Questa settimana su 24 nuovi attacchi 13 sono stati effettuati in Siria, un numero maggiore, e per la prima volta dall'inizio dei bombardamenti, rispetto a quelli effettuati in Iraq.
Probabilmente questo rovesciamento è legato alla campagna parallela, ma
separata, dell’aviazione russa che da circa un mese e mezzo ha una
media giornaliera superiore ai 40 raid.
In occasione dei bombardamenti della Coalizione Internazionale del
10 ottobre contro due impianti generatrici di elettricità (che hanno
causato la perdita di circa 215 milioni dollari, oltre ad una prolungata
interruzione del servizio alla popolazione) a Ridwanieh, nella
provincia Est di Aleppo, il governo legittimo di Damasco aveva deciso di mandare due messaggi indirizzati al Segretario generale delle Nazioni Unite e al Presidente del Consiglio di Sicurezza
del massimo organismo internazionale, definendo le incursioni sul
territorio siriano da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati una
“brutale aggressione”. Non solo vengono considerati illegittimi i raid
perché senza autorizzazione e non coordinati, ma inoltre c’è scritto che
con il pretesto di combattere la rete terroristica l’obiettivo è quello
di colpire le infrastrutture economiche, industriali e di servizi del
Paese per impedirne la ricostruzione una volta liberato dall’Isis e da Jabhat al Nusra.
Tra i migliori alleati degli Stati Uniti in questa offensiva in Vicino Oriente c’è la Francia -
attiva dal settembre 2014 con sei caccia Mirage di base in Giordania e
altri sei caccia Rafale che fanno base negli Emirati Arabi – la quale ha
recentemente deciso di impiegare la portaerei Charles De Gaulle, già
utilizzata da febbraio ad aprile come base nelle acque del Golfo Persico
per, per le operazioni aree congiunte contro lo Stato Islamico. Proprio
ieri, come riferito dal ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian a
margine di un forum sulla pace africana e la sicurezza a Dakar, in
Senegal, l’aviazione francese avrebbe bombardato una raffineria di
petrolio vicino a Deir Ez Zor, nella parte orientale
della Siria, apparentemente gestito dai jihadisti. Il ministro degli
Esteri siriano ha condannato questo attacco, insieme a quelli lanciati
dalla Coalizione Internazionale su giacimenti petrolieri di Yabseh, nella provincia orientale di Hasaka e ad una fabbrica a Raqqa, sottolineando come l’unico obbiettivo sia in realtà quello di distruggere l’ossatura economica del territorio.
Se
dunque i media di tutto il mondo occidentale accusavano la campagna
militare dell’aviazione russa di favorire l’avanzata dell’Isis cosa
diranno ora che l’intervento della Coalizione Internazionale guidata da
Washington sul territorio siriano è ai limiti della legalità nel quadro
del diritto internazionale?
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/damasco-accusa-coalizione-internazionale-raid-illegali-e-sen-1192550.html
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