L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 6 gennaio 2016

2016 crisi economica, e la Cina continua a svalutare il renminbi

La Cina svaluta lo yuan, Borse ancora giù
Shanghai centra il rimbalzo (+2,25%) ma la Bomba nordcoreana spaventa l’Asia. Soffrono anche i mercati europei, Milano -2,67%. Il petrolio sotto ai 36 dollari


REUTERS

06/01/2016
LUIGI GRASSIA

Stavolta per le Borse in calo in quasi tutto il mondo non si può dare la colpa alla Cina, semmai alla Corea del Nord. Oggi Pechino ha deciso un’altra mossa di rilancio economico svalutando la sua moneta, lo yuan, e così le sue Borse hanno chiuso in rialzo (Shanghai +2,25% e Shenzen +2,61%) recuperando qualcosa rispetto al tonfo di lunedì. Ma a deprimere gli altri mercati ha provveduto la notizia del test con la bomba all’idrogeno in Corea del Nord, che ha fatto chiudere in ribasso Tokyo (-0,99%). Ci si sono messi pure il petrolio, sceso sotto i 36 dollari, e qualche dato macroeconomico americano negativo. Come risultato a Milano l’indice Ftse Mib ha fatto -2,67%, Parigi -1,26%, Londra -1,16% eFrancoforte -0,93%.

LA CINA TAGLIA IL VALORE DELLO YUAN

Le autorità cinesi hanno tagliato il valore dello yuan offshore ai minimi da oltre cinque anni contro il dollaro. Il fixing della Banca popolare cinese è stato registrato a 6,6915 yuan per dollaro, il livello più basso dall’ultimo trimestre del 2010, il 2,1% più basso del livello di 6.5506 per dollaro fissato per lo yuan onshore. Lo yuan offshore è accessibile a chiunque mentre quello onshore è strettamente posto sotto la supervisione della banca centrale cinese.

PIAZZA AFFARI CADE ANCORA

Altra seduta in forte calo per la Borsa di Milano dove all’indice Ftse Mib -2,67% a 20.422 punti si affianca l’All Share -2,40%. Segno negativo per tutti i titoli del listino principale, ad eccezione di Ferrari, giunta al suo terzo giorno di contrattazioni a Piazza Affari: ha chiuso in positivo (+0,02% a 44,6 euro per azione) mentre la controllante Fca è arretrata del 5,20%. Pesanti anche finanziari (Unicredit -4,05%, Intesa Sanpaolo -2,70%, Mediobanca -2,51%, Generali -1,89%) e i titoli del lusso con Luxottica -0,95% e Tod’s a -1,76%. Telecom Italia in calo del 3,15%. Fra gli energetici, Enel -2,49% ed Eni -2,8%

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