
Un risultato, anche se piccolo, l’hanno ottenuto, ma per i risparmiatori “vittime del Salva-banche” la telefonata dell’amministratore delegato di Nuova Banca Marche, Luciano Goffi, non sposta di una virgola la portata della protesta, che ora prende di mira l’Abi.In una lettera inviata all’Associazione bancaria italiana, i risparmiatori puntano il dito contro la diversità di trattamento riservata alle quattro banche coinvolte dal decreto del Governo (Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche e Carife), che ha portato all’azzeramento delle azioni e delle obbligazioni subordinate. “Negli altri paesi europei - riporta il testo della lettera - sono state salvate integralmente, con aiuti di stato, numerosissime banche. Persino per Banca Tercas, salvata dopo il 23 novembre, si è scelta una strada diversa, ossia quella indicata dagli stessi commissari Ue per il salvataggio delle 4 banche oggetto del famigerato decreto e per le quali invece si è deciso di agire in modo diverso, addossando il costo della operazione non al sistema bancario, che pure aveva evidentemente omesso ogni forma di vigilanza, ma ai risparmiatori”.
Dopo i sit-in di protesta degli scorsi giorni oggi è stata una nuova giornata di passione con una manifestazione indetta davanti alla filiale di Nuova Banche Marche di corso Matteotti a Jesi. Si sono ritrovati in più di cento sotto la pioggia battente per dire no, ancora una volta, alla strada scelta dal Governo, quella degli arbitrati. “L’arbitrato è inaccettabile, vogliamo i rimborsi” spiega all’Huffpost Carla C., che ha sottoscritto alcune obbligazioni e che a Jesi deteneva anche alcune azioni andate poi in fumo. “Abbiamo subito una grandissima truffa, ci dicevano sempre che andava tutto bene e poi ci siamo trovati azzerati dalla sera alla mattina, per non parlare delle continue sollecitazioni a comprare obbligazioni”, racconta.
Dopo il Governo e Bankitalia, ora nel mirino della protesta finisce anche all’Abi, già al centro dei malumori dei risparmiatori, ma adesso l’accusa è più diretta e pesante: “Dopo sette anni di dura crisi è scoraggiante verificare come Abi viva in una realtà diversa, dove la crisi si va risolvendo ed esiste persino una ripresa da alimentare: deve essere un bel posto, peccato non somigli all'Italia che conosciamo e viviamo ogni giorno”, si legge sempre nella lettera.
Per le “vittime del Salva-banche” le banche sono “imprese che pagano in primo luogo l'aver tradito la fiducia dei risparmiatori, piazzando titoli tossici a pensionati e casalinghe, procedendo, per quanto sta emergendo, ad una sistematica violazione delle regole sulla raccolta del profilo di rischio, dichiarando come sicuri prodotti che sicuri non erano e garantendosi coperture politiche con l'elargizione di crediti facili ad amici di amici, quando non a parenti degli stessi amministratori”. Per i risparmiatori l’Abi è il grande ricercato: “Dove era quando le irregolarità che stanno emergendo come sistematiche si verificavano? Dove erano Abi, Banca d'Italia e Consob quando i bilanci di queste banche venivano alterati, quando venivano fornite ai mercati informazioni false o parziali per tranquillizzare gli investitori impedendo loro l'accesso alle informazioni necessarie ad agire a tutela dei loro legittimi interessi?”.
“Su quella banca ci hanno messo un cartellone con scritto ‘Nuova Banca Marche’, ma non è cambiato niente: abbiamo organizzato questo presidio in tre giorni, ma faremo ancora di meglio”, promette Carla.
A quel cartellone della banca i risparmiatori hanno risposto con i loro manifesti, che hanno lasciato davanti all’ingresso della filiale. C’è scritto ‘Tercas sì, banca Marche no?’ e ‘No all’arbitrato! Tutti siamo stati truffati’. Poi la telefonata dell’a.d. di Nuova Banca Marche, che non ha entusiasmato affatto. “Non gli diamo nessun peso perché sono stati molto bravi a prenderci per il naso. Speriamo che non sia un temporeggiamento: se non fosse questo è benvenuto anche se è chiaro che il rimborso deve esserci e deve esserci per tutti”, spiega Carla. La protesta “contro un atto di guerra agli italiani” continua.
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