SPILLO/ Da Renzi alla Merkel e all'Isis, ecco chi cambia le nostre idee
Lucia Romeo
lunedì 30 maggio 2016
Già il titolo, infatti, conteneva le contraddizioni di un mestiere che dovrebbe fare a pugni con il silenzio. Quello del comunicatore appunto. La felice intuizione degli organizzatori di quel meeting era proprio questa: far parlare una persona che, normalmente, per lavoro, deve tutelare le informazioni. In realtà, quello che è emerso con forza è, ancora una volta, la straordinaria importanza di poter avere gli strumenti per saper leggere la realtà e per essere poi in grado di interpretarla. "Il nostro lavoro — raccontava Paolo Scotto di Castelbianco — è lontanissimo dallo stereotipo cinematografico raccontato da James Bond con 007, tutto incentrato sull'azione ed eventi spettacolari. E l'informazione ha un ruolo importante, tanto che uno dei miei primi atti da quando ho assunto questo incarico è stato quello di lavorare molto sulla sezione del sito web www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/comunicazione (dove è oggi possibile trovare notizie, video, articoli e documenti declassificati, ndr) con aggiornamenti costanti e continui".
Già, perché l'informazione è importante, fondamentale per chi deve garantire la sicurezza del Paese. Così importante da portare Castelbianco a chiedere di riflettere sulla "bravura" di chi si occupa della comunicazione di Isis e sulla necessità di fornire gli strumenti di lettura delle immagini. "Una parte del mio lavoro — ha infatti spiegato — è quella di aiutare i media a capire se le immagini che vengono messe in rete dai terroristi siano nuove o vecchie per evitare che vengano diffuse notizie false o generati allarmi immotivati, facendo il loro gioco".
In questo scenario, ovviamente, il ruolo del web è diventato fondamentale perché consente di viralizzare un messaggio (vero o falso che sia) in un tempo rapidissimo e con effetti impressionanti. "Personalmente — ha dichiarato sempre Castelbianco qualche tempo fa — ritengo che la minaccia cyber sia quella che richiede la massima attenzione, anche perché non è diffusamente percepita come un pericolo". Ascoltando le sue parole e riflettendo su quanto ci stava raccontando, mi è venuto istintivo collegare questa conferenza con un interessante testo che avevo letto qualche tempo prima e che analizzava il modo di comunicare del presidente del Consiglio italiano. "Una cosa è comunicare, un'altra essere visibili — comincia il libro di Wanda Marra, Vendere un'idea —. Mentre governa l'Italia, Matteo Renzi scrive, elabora e affina il suo discorso sulla comunicazione. Porta avanti contemporaneamente pratica e teoria. Con parole d'ordine, ma riflette su modalità, stili e scelte".
Infatti si ricorda che in un intervento alla direzione del Pd del 16 febbraio 2015 Renzi dichiarava: "...nel nostro tempo la comunicazione ha assunto un ruolo talmente pervasivo ed efficace che diventa snob o velleitario dire 'eh bè, noi ci occupiamo di contenuti, lasciamo perdere la comunicazione'. Purtroppo tutto, persino nella guerra terroristica è comunicazione". E ancora: "Alcune milizie hanno voluto fare dell'Isis il loro punto di riferimento, perché affascinate dalla sua comunicazione". Concetto ribadito da Lucia Annunziata nel corso del programma "In mezz'ora" del 22 febbraio: "Il tema Isis è molto delicato e serio. I terroristi vogliono farci cambiare il nostro modo di vivere. Non potendo ucciderci, vogliono farci vivere come dicono loro". Di nuovo il premier il 7 giugno 2015 alla direzione del partito, parlando dell'Isis, ricorda: "I loro video sono paccottiglia ma con una straordinaria strategia di comunicazione. Nei loro attacchi scelgono luoghi simbolo della nostra cultura".
E allora torniamo al ruolo cruciale del comunicare. Sia con le parole che con le immagini. Pensiamo all'impatto che ha avuto a settembre del 2015 la foto di Aylan, il bambino di tre anni che ha perso la vita sulla spiaggia di Bodrum mentre cercava di arrivare a Kos e poi in Europa. Il suo dramma, così come le parole rivolte dalla ragazzina palestinese alla cancelliera Angela Merkel, hanno cambiato la percezione del tema immigrati e rifugiati in Europa. Oggi, in un contesto sempre più fortemente digitalizzato, il mondo dell'informazione è diventato, più di ieri, discriminante e determinante per la creazione degli equilibri politici, ma anche per saper leggere la realtà. Sta a noi rendercene conto e, da qualunque parte stiamo (quella di chi fa informazione o quella di chi la utilizza) provare a essere consapevoli e attenti. Sia quando comunichiamo il silenzio che quando interpretiamo i fatti.
http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2016/5/30/SPILLO-Da-Renzi-alla-Merkel-e-all-Isis-ecco-chi-cambia-le-nostre-idee/708085/
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