L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 16 giugno 2016

Fabrizio Palenzona&Roberto Mercuri - Unicredit - Nessuna fuga in avanti, ora l'Amministratore delegato e un nuovo staff dirigenziale

Unicredit, soci spingono per accelerare su nomina Ad

Percepibile una 'maggiore agitazione' anche fra i soci istituzionali

FINANZA

Unicredit, soci spingono per accelerare su nomina Ad
 
Contatti frequenti e anche l'ipotesi di arrivare a una richiesta formale all'indirizzo del presidente Giuseppe Vita. Il fronte dei soci di Unicredit che spinge per arrivare presto all'incarico per il nuovo amministratore delegato del Gruppo starebbe valutando in queste ore tutte le possibili iniziative da mettere in campo per sbloccare la situazione.
"Una cosa è un corretto processo di nomina, con i relativi tempi necessari. Altra cosa è una ingiustificabile e controproducente lentezza nella decisione. Così non va, ci stiamo attivando per accelerare", dice all'Adnkronos una fonte vicina a uno dei soci privati che definisce "una vera e propria impasse" lo stallo nella nomina del nuovo amministratore delegato. In questo modo, sostiene riferendo che questa valutazione è condivisa con diversi altri soci di peso della banca, "si rischia solo di alimentare indiscrezioni fantasiose, dando al mercato l'idea che una grande istituzione finanziaria sia di fatto senza governo". Una seconda fonte sottolinea che è percepibile una "maggiore agitazione" dei soci istituzionali, quelli a cui, come rilevava il Financial Times due giorni fa, appartiene circa il 20% di Unicredit. Non è un caso che il quotidiano finanziario abbia parlato di una "crescente frustrazione" tra i soci di mercato anche se mosse estreme, come la convocazione di un'assemblea per il rinnovo del cda, sarebbero escluse.
In realtà, fanno notare altre fonti, Vita non ha fatto altro che attuare la policy prevista dalla governance della banca, che è stata condivisa dagli stesso soci durante la riunione del cda in cui è stato accolto il passo indietro di Federico Ghizzoni. Per altro, sembra evidente che la procedura di nomina del successore possa accelerare veramente solo quando si sarà trovato un accordo tra i soci sul nome da indicare. In questo scenario, ovviamente, va avanti il lavoro del cacciatore di teste Egon Zhender a cui è stata commissionata la ricerca del candidato ideale.
Quanto alle indiscrezioni di stampa circa l'ipotesi di un'integrazione tra Unicredit e Mediobanca, suffragata dal nome dell'ad di quest'ultima, Alberto Nagel, che continua a circolare come eventuale successore di Ghizzoni, "potrebbe avere un senso in futuro ma al momento ci sono altre priorità", chiosa una fonte.

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