L’intervento. Irrealismo, irrilevanza, inconsistenza: la politica è un topo morto
Pubblicato il 26 giugno 2016 da Marcello Veneziani*
La
politica è un topo morto. È questo il responso globale delle urne.
Mezza Italia non va a votare e la metà che resta, vota in larga parte
per tutto ciò che è nuovo, è fuori, è contro. Viva gli outsider, via gli
extra moenia…
La politica è l’unico campo in cui la verginità è ancora un valore, anzi è oggi il requisito principale. Virginia Raggi, ha già un nome promettente… Non avere un passato, un curriculum, una storia è la carta vincente dei grillini.
Per un paese vecchio, che non fa figli, vedere un giovane è già un
evento euforico. Quando vedi irrompere le facce della Raggi e
dell’Appendino, Di Battista e Di Maio, partecipi all’incanto di un
inizio, la magia dello stato nascente, la promessa senza ricordo, puro
avvenire senza passato, pura intenzione senza bilancio. Fa simpatia lo
stato nascente. Grillo è solo l’Ayatollah, la politica è nelle mani dei
pischelli. Godiamoci le novità, una donna alla guida di Roma come non
accadeva dai tempi di Rea Silvia, cioè prima della fondazione di
Roma…Non dirò che è prevedibile la parabola, è probabile il flop, la
delusione. Non si sa mai, meglio augurarsi che i 5stelle smentiscano
i pronostici pur facili per città così difficili. E poi il mondo che si
opponeva a loro, il vecchio mondo dei politici senza politica, era
fatiscente e furbesco, da troppo tempo beveva veleno e sputava fiele,
aveva perso la passione e la visione, meritava di crollare.
Però mi dico: cosa può fare, cosa può dare, quanto può durare, un movimento che non ha una visione politica
e tantomeno storica, che non ha idee o progetti ma indica solo
comportamenti e limitazioni, che confonde la purificazione dei mezzi con
l’efficacia degli scopi? E l’onestà, che è ora una
bandiera pagante, può reggere alla lunga senza una motivazione ideale,
confondendo un principio di vita con un metodo e a prescindere dalla
capacità? Quanto è disonesto, immorale, antisociale, promettere il reddito di cittadinanza,
che è poi la radicalizzazione dello stessa demagogia degli 80 euro
renziani? A parte la difficoltà di reperire fondi cospicui per
un’impresa così vasta, non è devastante, scoraggiante, l’effetto su chi
lavora per guadagnare due soldi? Si crede davvero che si possano
risolvere le voragini economiche italiane coi piccoli
risparmi di qualche indennità parlamentare dimezzata? Si pensa davvero
che diecimila pensioni d’oro possano compensare dieci milioni di
pensioni da fame, si ha un’idea della proporzioni? Si pensa davvero che
un paese possa rinascere semplicemente dicendo di no a tutte le imprese
che aumentano i rischi di malaffare e di corruzione ma anche le
prospettive di ripresa?
Ma lasciamo stare, l’irrealismo è quel che di solito
caratterizza gli stati nascenti, poi col passare del tempo non vengono a
galla solo i vizi, le velleità, i fallimenti ma si fa tesoro
dell’esperienza, si acquista il senso attivo della realtà.
E dall’altra parte cosa c’è, tra gli insider, gli intra moenia
estromessi dalle mura, insomma i topi morti? C’è il marasma senile. C’è
lo squagliamento generale. Renzi che è la versione anagraficamente-politicamente corretta di Berlusconi, ha giocato la partita Uno contro tutti,
che ora si è ritorta avendo Tutto contro uno. Per lui ora la scommessa
non è smontare e rifare il partito come lui dice, ma separare le sorti
del governo da quelle del partito. Lasciare la leadership del partito
per salvare la premiership del governo. E depotenziare il referendum.
Il centro-destra invece esiste come area d’opinione ma non ha più leader, oltre che classe dirigente. Basta con Berlusconi, ma Salvini non basta, e nemmeno Meloni.
Non bastano più le faccine, le gag televisive, il popolo di
centrodestra non vota o s’ingrillisce, vede i suoi leader come topi
morti o sorci mai nati e intorno il deserto. Salvo pochi italiani,
nessuno più vota per convinzione, ma per sfregio, per veder crollare
questo o quello, ci teniamo Renzi perchè non abbiamo alternativa,
votiamo Grillo perché vogliamo il Giudizio Universale.
A volte ho l’impressione che i grillini siano come gli orfanelli che una volta accompagnavano i funerali. Ignari, spaesati, a volte allegri, seguono da estranei il feretro dello sconosciuto. Dicono che l’ignoto defunto si chiamasse Politica.
*Da marcelloveneziani.it
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