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Diga di Mosul, la Lega critica la difesa del cantiere della Trevi
A
criticare lo schieramento del contingente italiano è stato il senatore
Sergio Divina. "Qualcuno ci deve spiegare perché dobbiamo mandare 400
militari a Mosul, a protezione della diga, a protezione di un intervento
privato", ha detto in aula l'esponente della Lega Nord

"La
Lega Nord, durante la discussione del Decreto legge sulla proroga delle
missioni internazionali che si è tenuta martedì in Senato, ha criticato
la missione italiana a difesa della diga di Mosul, in Iraq, nel cui
cantiere è impegnata la Trevi di Cesena per eseguire un'opera di
consolidamento della struttura. Mara Valdinosi, senatrice del Pd, nel
respingere le critiche leghiste al Governo, ha tenuto a sottolineare
l'importanza di questo intervento italiano.
“Le missioni
internazionali testimoniano l'impegno di un grande Paese come l'Italia
per stabilizzare le aree di crisi e riportare la pace anche nelle zone
più conflittuali del mondo - afferma la senatrice cesenate -. La Diga di
Mosul è un punto strategico nello scacchiere iracheno, sorge vicino a
regioni dove è purtroppo presente l'Isis, e nella malaugurata ipotesi di
un suo crollo, secondo una proiezione delle Nazioni Unite, si
verificherebbe una catastrofe con centinaia di migliaia di vittime e
resterebbero senza risorse idriche circa 200 milioni di persone. E'
facile capire come per il terrorismo questa possa rappresentare un
obiettivo”.
A criticare lo schieramento del contingente italiano è stato il senatore Sergio Divina. "Qualcuno ci deve spiegare perché dobbiamo mandare 400 militari a Mosul, a protezione della diga, a protezione di un intervento privato”, ha detto in aula l'esponente della Lega Nord. “La Trevi di Cesena ha vinto un appalto di oltre 270 milioni, chiaramente in una zona ad alto rischio: ora dovrà fare i conti con i rischi, con le assicurazioni dei propri dipendenti e con la messa in sicurezza dei cantieri. Perché i cittadini italiani dovrebbero pagare questo tipo di garanzia ad una ditta, Trevi o non Trevi?".
“Le accuse mosse non hanno fondamento – riprende Valdinosi – con la difesa della Diga di Mosul abbiamo deciso di rinforzare il contingente italiano in Iraq, sostenendo un'impresa italiana e i suoi lavoratori in un contesto delicato, volto ad evitare, come detto, una possibile catastrofe umanitaria. E anche questo è un altro tassello della lotta al terrorismo islamico. Dovremmo essere orgogliosi dei nostri militari, così come di un'azienda italiana che con il suo know how d'eccellenza è stata chiamata per eseguire un'opera frutto del talento italiano, dell'alta scuola di ingegneria del nostro Paese, che dà lustro al sistema Italia in tutto il mondo".
"Le
polemiche mosse dalla Lega sono sterili e anche contraddittorie: il
terrorismo va contrastato? Gli italiani impegnati a sostegno di una
necessità umanitaria vanno sostenuti? Noi abbiamo le idee chiare:
dobbiamo essere alla diga di Mosul e dobbiamo rafforzare il nostro
contingente militare. Dalle esternazioni leghiste – conclude la
senatrice Valdinosi – emerge tutto il contrario, quasi a voler
abbandonare i cittadini e le imprese italiane impegnate in delicate
operazioni all'estero”.
A criticare lo schieramento del contingente italiano è stato il senatore Sergio Divina. "Qualcuno ci deve spiegare perché dobbiamo mandare 400 militari a Mosul, a protezione della diga, a protezione di un intervento privato”, ha detto in aula l'esponente della Lega Nord. “La Trevi di Cesena ha vinto un appalto di oltre 270 milioni, chiaramente in una zona ad alto rischio: ora dovrà fare i conti con i rischi, con le assicurazioni dei propri dipendenti e con la messa in sicurezza dei cantieri. Perché i cittadini italiani dovrebbero pagare questo tipo di garanzia ad una ditta, Trevi o non Trevi?".
“Le accuse mosse non hanno fondamento – riprende Valdinosi – con la difesa della Diga di Mosul abbiamo deciso di rinforzare il contingente italiano in Iraq, sostenendo un'impresa italiana e i suoi lavoratori in un contesto delicato, volto ad evitare, come detto, una possibile catastrofe umanitaria. E anche questo è un altro tassello della lotta al terrorismo islamico. Dovremmo essere orgogliosi dei nostri militari, così come di un'azienda italiana che con il suo know how d'eccellenza è stata chiamata per eseguire un'opera frutto del talento italiano, dell'alta scuola di ingegneria del nostro Paese, che dà lustro al sistema Italia in tutto il mondo".
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