la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune.
Produrre, organizzare, trovare soluzioni,
impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST?
Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
mercoledì 1 giugno 2016
TTIP - un trattato che che deve rimanere segreto ma che roba è?!?! Le classi dirigenti hanno paura di se stesse
Basta con i segreti, vogliamo lumi sull’accordo TTIP
Alzi
la mano chi sapeva era stata prevista una Sala di Lettura, “reading
room”, presso il Parlamento (e idem presso il Parlamento europeo e i
Parlamentari nazionali), a partire dal 30 maggio.
Se non ci documentassimo sui siti dello STOP TTIP, resteremmo tutti
degli allocchi, tanto la voce del Governo è muta sulla questione, forse
più concentrata ad evocare i gufi.
Insomma in un’apposita “sala di lettura” i parlamentari e i
funzionari governativi potranno prendere visione dei documenti riservati
relativi all’Accordo di partenariato transatlantico per il commercio e
gli investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership-TTIP).
Ah,
finalmente i nostri analizzeranno le carte, rimaste per lo più segrete,
capiranno cosa c’è sotto e poi ce lo diranno, così finalmente i
cittadini sapranno qualcosa, ci viene da dire. Macché è una beffa!
Sgranate gli occhi: secondo il regolamento delle modalità di accesso,
*solo 4 parlamentari alla volta potranno entrare nella stanza scortati
dai carabinieri* ed esaminare i testi sotto il controllo di un
responsabile di sala. Niente smartphone, tablet, fotocamere o personal
computer, solo un dizionario di inglese, una penna e un foglio per gli
appunti, ma guai a riportare sulla carta il ‘contenuto esatto’ dei
documenti. Il tempo a disposizione è un’ora a persona, vi immaginate chi
dei nostri capirà qualcosa? In ogni caso, è fatto divieto di divulgare
qualsiasi informazione a terzi.
Invece, noi vogliamo sapere la verità!
È inutile che Renzi, nel suo comizio pro referendum davanti ai delegati
Coldiretti, sventoli il foglietto con cui chiede alla UE di scrivere
sull’etichetta l’origine di tutta la filiera del latte per i prodotti
caseari, con l’audacia dell’esortazione “o mi date una mano voi o io non
ce la faccio”.
Si accontenta la Coldiretti della certificazione del latte? Non è forse
preoccupata, come noi e più di noi, sui prodotti che arriveranno dagli
Usa e dagli Stati con cui ha già firmato gli accordi “trans-pacifici” (i
TPP)?
Non ci stanchiamo di ripeterlo, il pericolo più grosso sta nella
regolamentazione USA dei prodotti alimentari che impedisce i controlli a
monte e, per una norma contenuta nel trattato, uno Stato che abbia una
legislazione rigida su controlli e ispezioni, può essere chiamato in
giudizio, davanti ad un arbitrato a sessione unica, senza appello.
Ma se il Governo non vuole che i cittadini italiani pensino troppo
male di questi negoziati e di queste sedute carbonare, ci faccia sapere,
forte e chiaro, cosa sta succedendo!
Questa è democrazia! Governo del popolo e non di uno solo, che si chiama in altro modo.
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