L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 13 agosto 2016

2016 crisi economica - separare le banche d'investimento da quelle di risparmio (commerciali) se ne è convinto anche Tremonti

PARLA L'EX MINISTRO
Il siluro di Tremonti contro euro e Bce. "Vi spiego perché così ammazzano tutto"



L'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti suona il de profundis per il capitalismo. Il suo attacco arriva dalle pagine del Tempo dove spiega, citando il Capitale di Carl Marx, quanto "per tanti anni si è visto solo il lato luminoso e non quello oscuro della globalizzazione, che è quello che si sta profilando, e che comprende la degenerazione della finanza. Quella cioè non al servizio dell'economia, ma che domina anche dal punto fi vista politico e culturale". E non va meglio con la nascita della moneta unica europea: "creata dal nulla".

Sono due le ragioni alla base della degenerazione dell'economia mondiale secondo Tremonti: "Un deficit politico e un surplus tecnico". In sintesi l'incapacità dei politici di far fronte a tutte le crisi che finora si sono sviluppate, facendo ricorso a ricette solo in apparenza risolutive come: "comprare tempo e sommergere tutto con crescenti quantità di liquidità-droga".

Non aiutano per niente le decisioni delle banche centrali di tenere al minimo i tassi di interesse sul denaro o peggio sotto lo zero, perché in questo modo: "si mettono in crisi tanto i bilanci delle banche, delle assicurazioni e della previdenza quanto quelli delle famgilie". L'effetto domino parte dagli istituti di credito, costretti a far pagare sempre di più i servizi di prelievo per i clienti, "una forma atipica di prelievo sul risparmio", pur di risollevare i ricavi ordinari che tendono allo zero.

I grandi stravolgimenti degli ultimi vent'anni nello scenario geo-economico mondiale, l'esplosione dei mercati asiatici in testa, ha creato: "un effetto di illusione di ricchezza artificiale - ha aggiunto Tremonti - il lavoro migra in Asia ma i lavoratori occidentali hanno la fortuna di comprare prodotti a basso prezzo. I loro salari - ha aggiunto - sono livellato sugli standard orientali ma vengono comprensati con i subprime. Fino al 2008".

Quel che accadrà può farlo capire l'atteggiamento dei partiti americani e cosa vogliono fare in campo economico con i propri candidati alla Casa Bianca: "Non è un caso che sia nel programma repubblicano sia in quello democratico si preveda di ritornare alla legge bancaria abrogata da Bill Clinton. Per questo, anni fa, mi sono opposto all'eliminazione dei dazi per comprare tempo, proteggere la nostra produzione e il lavoro. Non volevo bloccare la globalizzazione ma ricordo il furore mercatista contro la mia proposta".

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