L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 17 agosto 2016

Comunione e Liberazione comunque resta ed è un'aggregato di individui mossi e uniti da potere&soldi

Simoncini di Cl, l'uomo del dialogo col Giglio magico 

Ha legami con Nardella per Firenze metropolitana. È il numero 3 del movimento. Nel 2015 accolse Carrai al Meeting, nel 2016 tocca alla Boschi. Chi è Simoncini. 

di Giovanna Faggionato
16 Agosto 2016


Il costituzionalista Andrea Simoncini.

Al meeting di Rimini la presidente della Rai, Monica Maggioni, è ormai di casa.

E per il secondo anno di fila da numero uno della tivù pubblica partecipa con un suo spazio alla kermesse ciellina in partenza il 19 agosto 2016.

Poi è prevista la solita infornata di ministri.

Torna il responsabile delle Politiche agricole Maurizio Martina, lùmbard che con gli ambienti del movimento di Don Giussani ha sempre avuto buoni rapporti da quando era un dirigente diessino di Bergamo.

E poi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, la responsabile della Sanità Beatrice Lorenzin, il ministro dell'Interno Angelino Alfano.

CONFRONTO CON LA BOSCHI. Ma il pezzo forte è Maria Elena Boschi, attesa il 24 agosto a un incontro sulle riforme costituzionali con l'ex presidente della Corte costituzionale, Francesco Paolo Casavola, e il giudice della Consulta Sabino Cassese.

A fare da anfitrione alla ministra che deve portare a casa il risultato da cui dipende la tenuta dell'attuale governo è Andrea Simoncini, docente di diritto costituzionale all'università di Firenze, divenuto ormai il numero tre di Comunione e liberazione, di cui è membro del consiglio di presidenza da almeno tre anni.

E che da molto più tempo frequenta e conosce i componenti del ''Giglio magico'' di Matteo Renzi. 
Il ruolo di Simoncini a fianco di Carron nella Cl post Formigoni

Marco Carrai e Andrea Simoncini all'edizione del Meeting 2015.

Il legame tra il docente di diritto e l'inner circle del presidente del Consiglio è di lunga data.

La conoscenza con Renzi risale ai tempi in cui l'attuale premier era un semi-sconosciuto presidente di Provincia.

Ma più solido è il legame con l'attuale sindaco di Firenze Dario Nardella e con Marco Carrai, considerato il braccio operativo dell'ascesa renziana.

ATTIVISTA FIN DA STUDENTE. Cinquantadue anni, da 10 professore ordinario di diritto costituzionale all'Università di Firenze, attivista ciellino da quando era studente, da sempre amante dell'agone politico, Simoncini è oggi un punto di riferimento spirituale all'interno del movimento ciellino, spesso a fianco del presidente Julian Carron, e una personalità di rilievo nazionale.

Con Marta Cartabia, membro come lui dell'ufficio di presidenza del movimento e nominata giudice della Consulta dall'ex presidente Giorgio Napolitano, ha firmato il volume La legge di re Salomone. Ragione e diritto nei discorsi di Benedetto XVI, che ha ottenuto la prefazione di Napolitano, quando ancora siedeva al Quirinale.

La sua ascesa corrisponde alla fase di transizione del movimento, orfano di Roberto Formigoni, disorientato dalla caduta del suo primo referente politico travolto dall'inchiesta per associazione a delinquere e corruzione sulla sanità lombarda.

L'ALA ORFANA DEL CELESTE LO ACCUSÒ. Nel 2012 Carron scrisse una lettera dolorosa a la Repubblica: «Se il movimento di Comunione e liberazione è continuamente identificato con l'attrattiva del potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che vedere con quello che abbiamo incontrato, qualche pretesto dobbiamo averlo dato. E questo sebbene Cl sia estranea a qualunque malversazione e non abbia mai dato vita a un 'sistema' di potere».

Ma la base rimase e rimane spaccata. E nel 2013 proprio a Simoncini fu affidata la replica a chi dalle colonne del settimanale Tempi invocava il ritorno all'unità del movimento in politica.

La linea fu e resta: nessuno schieramento ufficiale, nessuna uniformità partitica. Una posizione dietro alla quale, criticano i nostalgici, i rapporti politici sono intessuti da singole personalità. E questa definizione sembra addirsi perfettamente al docente di diritto.

ABITUATO AL DIALOGO ISTITUZIONALE. Coordinatore di alcuni incontri del Meeting - 32 appuntamenti in totale, di cui sette solo nella kermesse del 2016 - il costituzionalista è abituato a dialogare con i rappresentanti della diplomazia vaticana e con il mondo cattolico e istituzionale, soprattutto statunitense.

La passione per gli Usa viene dall'anno di studio passato negli States grazie alla borsa di studio Fullbright, la capacità di relazionarsi alle istituzioni arriva invece dall'esperienza. Fiorentina, prima di tutto.

Era l'anno 2002 quando Simoncini lanciò il 'progetto Toscana', una rete che aveva l'obiettivo di «mettersi a disposizione delle opere cattoliche per dare voce alle loro istanze nei confronti delle istituzioni».

Nel 2004 entrò a far parte del comitato scientifico di Eunomia, una nuova scuola di formazione politica pensata da due giovani consiglieri di Firenze.

I loro nomi erano Marco Carrai della Margherita e Dario Nardella dei Ds.

La scuola di formazione con sfilata di ministri e politologi

(© GettyImages) L'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.

Le iniziative di Eunomia, si legge sul sito dell'associazione, sono «indirizzate alla formazione delle giovani classi dirigenti, i talenti candidati a governare il Paese di domani, nei più diversi ambiti della vita pubblica nazionale, nelle istituzioni e nell'impresa, nei sindacati e nei partiti».

Nel 2005 sono stati istituiti i primi corsi di alta formazione a pagamento (per un costo circa 2.500 euro) di Eunomia Master e nel 2009 è stato lanciato il programma Eunomia Sanità.

A occuparsi delle relazioni esterne della fondazione fino al 2015 era lo stesso Carrai, i cui cugini erano esponenti di spicco della Compagnia delle opere e del banco alimentare di Toscana, e a fare da tesoriere ancora oggi è Francesco Neri, presidente della Compagnia delle opere regionale.

IL DIALOGO TRA DS E CDO. All'epoca Nardella non era un diessino qualunque, ma il consigliere di Vannino Chiti, ministro per le riforme istituzionali del secondo governo Prodi ed ex presidente della regione Toscana.

In quegli anni Cl era smaccatamente schierata a destra, ma Pier Luigi Bersani restava un importante interlocutore del movimento sulla sponda sinistra.

E Chiti fu invitato più volte a Rimini: nel 2004 come portavoce dei Ds, e nel 2006 come ministro e in quella veste si schierò apertamente contro l'adozione alle coppie gay, per una riorma del welfare a favore della sussidiarietà.

DA DAMIANO A ZAGREBELSKY. In quello stesso anno a Villa Morghen di Settignano, la sede di Eunomia, i corsi di formazione riunivano fior di personalità della politica e delle istituzioni: dai colleghi ministri Cesare Damiano e Paolo Gentiloni, a Innocenzo Cipolletta e Guglielmo Epifani, allora segretario della Cgil, e poi Gianfranco Fini e Rocco Buttiglione, politologi e giuristi come Giovanni Sartori e Gustavo Zagrebelsky fino al leader della Cdo Giorgio Vittadini.

Gli anni sono passati, ma con l'ascesa di Renzi a livello nazionale Eunomia continua a essere un appuntamento per i protagonisti della scena nazionale.

Nel 2015 è toccato a Maria Elena Boschi, quasi a giocare in casa. E l'esperienza per Simoncini deve essere positiva, visto che in quella scuola insegna da 12 anni.
L'uomo del piano strategico di Firenze Metropolitana

(© Ansa) Maria Elena Boschi con Dario Nardella.

Ma i rapporti tra il costituzionalista, Nardella e Carrai si rafforzano soprattutto nelle dinamiche cittadine.

Nel 2006 il costituzionalista viene nominato da Buttiglione, allora ministro, nel consiglio di amministrazione del prestigioso Maggio Fiorentino.

E nel 2008 entrava nel comitato di indirizzo dell'Associazione nazionale comuni italiani.

In quegli anni il duo Nardella-Carrai e la loro associazione NoiLink, che nel 2012 diventerà il comitato per Renzi segretario del Pd, dava già spazio alla voce del combattivo professore ciellino, invitandolo a un incontro su fede e laicità a fianco dei big del partito a loro vicini - Chiti e i cattolici ex Margherita Bobba e Tonini -, Giuliano Ferrara e all'allora presidente della Provincia Renzi.

LEGAME RINSALDATO. Da allora l'uno e gli altri hanno fatto molta strada.

E il legame tra la nuova classe dirigente fiorentina si è saldato. A maggio 2014, secondo la Nazione, il neo sindaco Nardella ha valutato di assegnare a Simoncini l'assessorato al Bilancio.

Da dicembre 2015, poi, il numero tre di Cl è anche il coordinatore del comitato scientifico del Piano strategico metropolitano di Firenze, quello che disegnerà la città del futuro.

Scelta abbastanza comprensibile visto che tra gli attori coinvolti nel comitato promotore ci sono la Cassa di risparmio di Firenze (Simoncini siede nel comitato di indirizzo), l'Università di Firenze e il Comune.

SCELTE NON CASUALI. E comprensibile è anche la scelta di Simoncini come interlocutore della Boschi al Meeting 2016 e di Carrai nell'edizione 2015, quando l'imprenditore fiorentino si presentò al pubblico ciellino accompagnato da Roberto Cingolani, direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia, Fabio Pammolli, docente all’Institute for Advanced Studies di Lucca e Mario Rasetti, presidente dell'Institute for Scientific Interchange Foundation, di fatto i capi progetto di quello che nel 2016 è diventato lo Human Tehcnopole che sorgerà nei terreni dell'Expo.

Nardella, poi, è ospite fisso del Meeting dall'anno 2012 e questa volta è atteso all'appuntamento ''Le città non possono morire'' al fianco di un ricco panel che va dal primo cittadino di Herat alla sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini.

A coordinare il dibattito, neanche a dirlo, il solito Simoncini.


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