L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 13 agosto 2016

Euroimbecillità assume connotati grotteschi

GUERRA AL RISPARMIO

12/08/2016 06:44
Eurofollia: "tassa" sui soldi in banca
Altro che interessi: arriva il compenso di deposito, ti tolgono lo 0,4% annuo


Il posto più sicuro per i tuoi soldi: la banca? Magari tanto tempo fa, quando ancora per il continente e persino sui podi olimpici non veniva sguainata la bandiera blu con le stelle gialle. Sotto l’eurodittatura non c’è posto dove tener soldi, manco che a Bruxelles e Francoforte avessero riscoperto le radici cristiane e che quindi sempre di sterco del demonio si tratta.

Il materasso no: a parte per il rischio di furti nelle case (e guai a chi osa collegarne l’ondata a presenze etniche o flussi migratori), è considerato demodé e fa pure un po’ evasore fiscale. Siccome l’altra alternativa è metterli, appunto, in banca, occorre vedere se abbia ancora un senso, e se sì quale. Gli obbligazionisti (di Banca Etruria, ad esempio) hanno una loro personalissima chiave di lettura in materia di “investimenti” suggeriti dagli istituti di credito. Per tutti gli altri, c’è il conto corrente. Che non conviene granché, si obietterà. Ma dalla Baviera arriva la grande novità: non è che non convengano, ci rimetti direttamente.

La Raffeisen di Gmund, banca cooperativa piccolo comune del Land più grande e ricco di Germania, ha infatti avvertito i propri correntisti: da settembre, chi ha depositati più di centomila dei suoi euro, dovrà versare lo 0,40% annuo come “compenso di deposito”. E quando la notizia è emersa come indiscrezione, Josef Paul, consigliere dell’istituto, ha dato il crisma dell’ufficialità: “Abbiamo scritto a tutti i grandi correntisti e abbiamo consigliato loro di analizzare la situazione: una parte dei clienti ha deciso di andare su investimenti alternativi e altri hanno spostato la liquidità verso altre banche”. Ma ad aver ispirato le teste d’uovo della Raffeisen di Gmund è stato in realtà Mario Draghi: il numero uno della Bce è visto male dalla Germania per via del suo quantitative easing e malissimo dalla realtà, giacché continua ad agitare il suo “bazooka” senza accorgersi che ha le polveri completamente bagnate. Il meccanismo che sta utilizzando, trionfalmente presentato dai i titoloni della carta stampata “mainstream” come la manovra da 60 miliardi di euro al mese, non sta sortendo alcun effetto all’economia reale e sta finendo per indispettire persino le banche di risparmio, cui fondamentalmente non conviene più (a causa dei tassi negativi) gestire i soldi della gente. Proprio grazie ai tassi negativi. L’ennesimo vicolo cieco, e poi ci si lamenta che siamo in deflazione. Già, ma come uscirne? Facile, basterà aspettare ancora un po’: con conti correnti del genere, presto di soldi i cittadini non ne avranno più. Né in banca, né sotto il materasso. 

robert vignola

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