Come farsi fregare dalle Poste Italiane
Scritto il 18 ottobre, 2016 - 17:36 da
Fabio Troglia
Come farsi fregare dalle Poste Italiane. Ecco quello che gli italiani non sanno.Oggi proveremo a svelare un paradosso, che a davvero dell’incredibile, leggere con attenzione.
Poste italiane
Partiamo dai fatti, ossia dove investono gli italiani, dove mettono i loro risparmi:Fonte Reuters:
di Francesca Landini e Maria Pia Quaglia
MILANO, 18 ottobre (Reuters) - Gli italiani, preoccupati
della stabilità della propria banca, hanno trovato un posto
nuovo dove mettere i propri soldi: le Poste.
"Nessuno sa dove siano al sicuro i soldi oggi", dice
Leonardo Galli, contabile cinquantottenne che ha deciso di
spostare tutti i propri risparmi da una delle principali banche
italiane al conto BancoPosta, la divisione finanziaria di Poste
Italiane PST.MI .
"Poste Italiane è controllata dallo Stato, questa è una
garanzia", aggiunge. Sul conto BancoPosta Galli si fa già
accreditare lo stipendio e ha domiciliato le bollette, attirato
anche dai bassi costi, dalla presenza capillare del gruppo sul
territorio e dagli uffici aperti anche il sabato mattina.
Allarmati dalle notizie sul salvataggio di diverse banche,
messe in difficoltà dal peso delle sofferenze nei loro bilanci,
gli italiani hanno depositato circa 3 miliardi di euro in più
sui conti BancoPosta nei primi sei mesi del 2016, portando i
depositi della divisione di Poste a 48 miliardi a fine giugno.
Poste, partecipata al 65% dallo Stato e con una rete di
13.000 sportelli - un numero superiore alla somma di quelli dei
cinque principali istituti di credito - ha visto un balzo del
6,5% dei depositi nel primo semestre. I depositi hanno
continuato a salire nel terzo trimestre, secondo una fonte di
Poste Italiane.
Non è chiaro quanti di questi flussi siano stati sottratti
al settore bancario tradizionale, ma istituti in crisi come
Monte dei Paschi di Siena BMPS.MI e Banca Carige CRGI.MI
hanno visto i depositi scendere a tassi intorno al 6% nello
stesso periodo.
Quello che molti correntisti forse non sanno è che
BancoPosta non ha una licenza bancaria anche se raccoglie
depositi e vende prestiti con il marchio BancoPosta. E, nel caso
di una crisi finanziaria generalizzata anche al debito sovrano,
potrebbe non essere una scelta priva di rischi.
Non essendo una banca propriamente detta, la divisione
finanziaria di Poste non aderisce al fondo volontario di
garanzia dei depositi, che garantisce i risparmiatori per
importi fino a 100.000 euro sul conto corrente. Per proteggere i
correntisti, BancoPosta ha un patrimonio segregato di 1 miliardo
e un cuscinetto supplementare di 400 milioni presso il Tesoro.
Il decreto presidenziale che ne regolamenta l'attività
prevede che BancoPosta investa in titoli di stato della zona
euro tutti i depositi che raccoglie presso i risparmiatori. Oggi
la divisione finanziaria del gruppo ha in portafoglio solo
governativi italiani per un ammontare di circa 40 miliardi. Se
si considerano anche gli ulteriori 80 miliardi detenuti dalla
divisione assicurativa, complessivamente Poste Italiane ha oltre
il 60% dei asset totali investiti in debito pubblico italiano.
Intesa Sanpaolo ISP.MI , la banca italiana con i livelli di
patrimoniali più alti, investe 12,8% dei propri asset in debito
italiano, inclusi i titoli di Stato della divisione
assicurativa.
Secondo alcuni analisti, la massiccia esposizione di Poste
Italiane allo Stato italiano potrebbe aumentare se andasse in
porto l'offerta per Pioneer Investments. L'asset manager messo
in vendita da UniCredit CRDI.MI ha in bilancio qualche decina
di miliardi di debito sovrano, essendo uno dei maggiori gestori
di fondi in Italia. Pioneer non comunica l'esatto ammontare di
titoli di stato all'interno dei propri fondi.
"Poste non è una banca ma è esposta al rischio sovrano
quindi ... chi esattamente paga il conto nel caso tutto andasse
storto?", si domanda l'economista Francesco Galietti, AD di
Policy Sonar.
Ma per i risparmiatori l'eventualità di una crisi della
propria banca sembra molto più concreta rispetto al pericolo di
una crisi che coinvolga il debito sovrano.
Il salvataggio di quattro piccole banche sotto la regia del
governo lo scorso novembre ha provocato perdite per migliaia di
risparmiatori italiani, offrendo un'anticipazione degli effetti
che potrebbero venire dalla regola europea del "bail-in",
introdotta a gennaio.
BancoPosta non è soggetta a queste regole studiate per
spostare parte dell'onere di un default bancario su azionisti,
obbligazionisti e grandi depositanti.
"Poste Italiane ha beneficiato parecchio dell'introduzione
delle regole del bail-in quest'anno e della crisi delle quattro
piccole banche l'anno scorso in Italia", ha detto Gian Luca
Ferrari, analista di Mediobanca Securities.
BancoPosta è l'unico fra i gruppi postali europei
controllato dallo stato che raccoglie depositi e distribuisce
prestiti senza possedere una licenza bancaria. La Posta francese
ha una divisione finanziaria con una licenza bancaria che è
soggetta alla regolamentazione della Banca centrale europea,
mentre la tedesca Postbank fa parte oggi del gruppo Deutsche
Bank DBKGn.DE .
Nessun commento:
Posta un commento