
Colpo
di coda di Barack Obama che, nell'annunciare le nuove sanzioni alla
Russia per gli attacchi hacker durante le elezioni, ha ordinato l'espulsione di 35 diplomatici russi,
impiegati in attività di intelligence, definiti "persone non grate".
Inoltre il presidente ha dato istruzioni al dipartimento di Stato di
chiudere due compound in Maryland e New York "che sono usati da
personale russo per attività collegate a operazioni di intelligence".
Non si è fatta attendere la risposta della Russia. Promettendo di
rispondere a ciascun "atto ostile", Mosca ha già adottato la prima
misura concreta, ordinando la chiusura della la scuola anglo-americana
di Mosca, frequentata dai figli del personale delle ambasciate Usa,
britannica e canadese, ma anche da ragazzi di altre nazionalità. Chiuso
anche l'accesso alla residenza di vacanza dell'ambasciata Usa a
Serebryany Bor, vicino a Mosca. IntelligoNews ne ha parlato con lo scrittore Giulietto Chiesa...
Come definisce l'espulsione di Obama, una vendetta?
"Non
è una vendetta soltanto, ma un'operazione politica che tende a usare, a
mio avviso molto scorrettamente, gli ultimi giorni di una presidenza
per predeterminare la situazione in cui dovrà agire il presidente
eletto. Per correttezza colui che se ne sta andando non dovrebbe
prendere decisioni di grande portata, perché altrimenti condiziona il
successore. Questa è una decisione che sta cercando di condizionare
l'unica scelta che Trump ha mostrato fino ad ora con chiarezza, cioè la
volontà di migliorare i rapporti con la Russia di Putin".
Putin ha risposto chiudendo una scuola anglo-americana. Finirà qui o ci saranno altre ritorsioni? (la scuola non è mai stata chiusa è propaganda del Circo Mediatico occidentali)
"La
situazione è molto grave, non è affatto uno scambio di sgarbi. Grave
perché asimmetrica: nessun ambasciatore americano è stato ucciso in un
luogo pubblico, nessun aereo americano è stato abbattuto mentre si alza
in volo da un aeroporto americano, mentre dall'altro lato chiude una
scuola. Mi pare che sia non simmetrica la situazione. Si tratta di vere e
proprie dichiarazioni preventive di una guerra ibrida che è già in
corso e che proviene evidentemente da parte americana".
Perché?
"Perché
la Russia non fa altro che ribadire la propria sovranità rispetto ad
azioni che sono palesemente ostili da parte degli Stati Uniti".
Quindi cosa farà Putin?
"Non
credo che faccia niente, aspetterà. Probabilmente una parte dei
funzionari americani a Mosca saranno espulsi, (nessuno funzionario sarà espulso) come misura di normale
ritorsione diplomatica. Ma più in là non si andrà".
Quali sono gli effetti per Trump? Obama lo sta mettendo in difficoltà, oppure Trump dal 20 gennaio volterà semplicemente pagina?
"La
situazione è difficile da capire perché tutto questo che si manifesta
come uno scontro tra Obama e Putin in realtà è uno scontro tra Obama e
Trump. O meglio, tra i democratici e Trump. Quindi uno scontro interno
agli Stati Uniti. Per questa ragione io ritengo che Putin non farà
nulla, il primo a sapere che la battaglia è interna agli Stati Uniti è
Putin. Salvo che ovviamente non si debba difendere".
Assad
intanto chiede all'Europa di "togliere l'embargo" perché così "aiuta i
terroristi". Dietro queste scelte di Obama c'è il timore verso l'asse
Putin-Erdogan-Assad che potrebbe iniziare a piacere all'Europa? C'è il
rischio che l'Europa si sposti più verso la Russia?
"Obama
sta cercando di forzare la situazione per forzare gli europei. Questo
scontro interno agli Stati Uniti si riproduce evidentemente anche in
Europa. Le elite europee, che si sono schierate sempre senza alzare un
sopracciglio sulla linea americana, adesso si trovano spiazzate da molti
fattori. Dalla debolezza americana alla sconfitta statunitense in
Siria, nonché dalla nuova alleanza Mosca-Ankara-Teheran. L'America della
Clinton e di Obama vuol far sapere all'Europa che non ci saranno
modificazioni di comportamento. Bisognerà vedere se le attuali
leadership europee staranno sulla linea precedente o cercheranno di
adeguarsi, lo scopo dell'operazione Obama è esattamente questo".
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