CRISI FINITA?/ Le tre tempeste pronte a colpire
INT.Luigi Campiglio
sabato 23 gennaio 2016
la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
Snam, minoranza e comitati se la prendono con Gerosolimo | |||
venerdì 22 gennaio 2016 | |
![]() “Stigmatizziamo il comportamento di Gerosolimitano che al Fermi si è detto favorevole alla centrale elettrica – incalza il consigliere Alessandro Lucci – ha purtroppo espresso una posizione all’interno di una scuola, quindi facendo passare un messaggio diseducativo, e non nella ristrettezza di un tavolo politico riservato. La nostra paura è che così si apra una breccia nel fronte del no”.
La paura unanime, infatti, è quella dell’indebolimento del fronte del no.
“Da una parte registriamo l’inerzia dei parlamentari verso prossimo via libera del governo e dei nostri rappresentanti a tutti i livelli – aggiunge Mimmo Di Benedetto – dall’altro ci si limita ad incontri col sindaco e a rimpalli di responsabilità fra i vari enti; in più notiamo l’atteggiamento schizofrenico della Regione che da un lato prende decisioni ufficiali sul no al progetto e poi i suoi rappresentanti agli incontri pubblici non esprimono la stessa linea e fanno terrorismo psicologico sulla necessità di dover fare la centrale elettrica perché tanto si farà, nonostante la Snam sia obbligata a farla non inquinante. Così si indebolisce solo il fronte del no, questo atteggiamento è da irresponsabili soprattutto perché le alternative ci sono e la Snam non le prende in considerazione perché sono più costose. Il nostro sindaco sarebbe dovuto essere alla testa della mobilitazione e convocare consiglio permanete”.
La critica alla giunta Ranalli è unanime.
“Questa è la prova dell’incapacità della politica locale, che è ambigua e personalistica – fa notare il consigliere Luigi La Civita - si sottende ad un disegno che ancora non si capisce. Le istituzioni sono in errore perché non fanno quello che deliberano, con un pericoloso sdoppiamento politico che rischia di pregiudicare un intero territorio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mario Pizzola dei comitati.
“Siamo tornati indietro di un mese dopo il via libera che doveva arrivare dal governo e l’incontro avuto col governatore D’Alfonso del 29 dicembre scorso in cui si era impegnato a portare una posizione chiara. Noi gli avevamo ribadito che la Regione non avrebbe dovuto ritirare le delibere di contrarietà come chiesto da Snam, né che si dovesse dichiarare favorevole al confronto su centrale e metanodotto e che ci si doveva attenere alla risoluzione della Commissione ambiente della camera dei deputati dell’ottobre 2011. Ma da allora è sceso il silenzio ed è inammissibile che siamo costretti ad andare a controllare gli odg del consiglio dei ministri. Unica cosa che dovrebbe fare governo è bocciare il progetto, sulla base della volontà di tutte le istituzioni che si sono espresse, altrimenti calpesta la democrazia e la costituzione. Questo è l’unico caso di unanimità delle istituzioni sul no. Ma parlamentari, sindaco e tutti continuano a fare finta di niente”.
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