la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune.
Produrre, organizzare, trovare soluzioni,
impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST?
Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 21 gennaio 2017
Siamo in Guerra
Decadentismo degli Stati Uniti - la meccanica è chiara, il
Globalismo Capitalistico detta la sua linea e a cascata tutti gli apparati,
dalle Consorterie Guerrafondaie Statunitensi ed Ebraiche, dalla Strategia della
Paura, dall'invenzione di attentati tipo 11 settembre 2001, dal perdurare del
Pensiero Unico, dalla riaffermazione del Politicamente Corretto, dalla
persistenza ad esaltare i diritti individuali (nichilismo/individualismo), dal
diffondere massivamente l’ideologia Gender, si mettono/sono in movimento.
Eppure nonostante ciò i popoli, le comunità istintivamente, a macchia di
leopardo consapevolmente, respingono con diverse modalità questo ciarpame che
gli si vuole imprimere nella pelle e insieme cercano affannosamente di uscire
dalle caverne, è una lotta impari ma con l’ottimismo della mente ci accingiamo
alla guerra. martelun
Godiamoci quel che Trump ci dà. Perché sappiamo cosa non darà.
E’ stato già impagabile sentire il sibilo con cui Marco
Taradash, soffocando di rabbia, commentava il discorso di Trump:
“…Fascista…”. Ma ilpiù articolato nell’esprimere la rabbia della setta è
Charles Krauthammer, il principale commentatore J del Washington Post:
un fanatico di tutte le guerre che i precedenti presidenti americani
hanno fatto per il (presunto) bene di Sion. Questo super-Israel First
ha colto nello slogan trumpiano “America First”
il nome “del partito isolazionista degli anni ’30 che si batté per
tener gli Usa fuori dalla seconda guerra mondiale, guidato da Charles
Lindberg , che fu smantellato una settimana dopo Pearl Harbor”.
Già. Charles Lindberg (1902-1974), il popolarissimo trasvolatore
atlantico, fondò nel 1940 un movimento per contrastare la politica
interventista di Roosevelt: si chiamava ‘America First Committee . “In ottobre Lindbergh, a Yale, parlò a tremila persone chiedendo che l’America riconoscesse “le nuove potenze europee” [Germania e Italia] e dichiarando che “la razza ebraica” era tra coloro che con più forza ed efficacia spingevano gli Stati Uniti, “per ragioni che non sono americane“, verso l’intervento nella guerra” (Wikipedia )
Krauthammer ha colto un’allusione sgradevole nella frase di Trump: “…essi
ci hanno derubato, la nostra corrotta classe dirigente ha preso il
denaro della classe media e l’ha sparsa in giro per il mondo”.
Commenta Kraut: “Per molti nel mondo, specie i britannici, è una
frase che lascia un’eco risonante; essa dice a loro e al mondo
libero, per la prima volta dai tempi di Truman e Eisenhower: ‘Noi
abbiamo costruito un mondo in cui abbiamo dato moltissimo a voi,
economicamente, militarmente, eccetera. Questo gioco è finito, ora siete
per conto vostro”.
Schiumano di rabbia
Non sono i britannici quelli per cui si preoccupa Krauthammer, il
vociferante portavoce della nota lobby. Trump ha detto “agli alleati”;
da adesso siete “per conto vostro”…”E chi è più ‘miglior alleato’ che Israele?”,
mi dice l’amico americano: “E’ chiaro di chi si preoccupa
l’Israel-First”. E spiega: “La lobby sionista a Washington è, in
realtà, il Partito Imperialista (‘Saccheggiare il mondo”) e il Partito
“Saccheggia l’America” mascherato da difensori di Israele. E
nonostante tutta la sua retorica filo-israeliana, Trump è uno dei
pochissimi presidenti (da Eisenhower almeno) che non deve niente alla
nota lobby. Non denaro (l’hanno dato ad Hillary). Non appoggio
politico (il grosso del voto ebraico è andato a Hillary, e Israele ha
puntato su di lei). Oggi i due uomini più potenti del mondo, Trump e
Putin, sono entrambi quasi-indipendenti, e (speriamo) dediti al
benessere dei loro popoli. Immagina dove ciò lascia i cultori del Regno
Immaginario di Israele”.
“Se la fanno sotto nelle capitali straniere”, ha poi aggiunto Kraut parlando alla Fox News.
Specialmente in una? “Il trucco di Pearl Harbor (che liquidò il
movimento di Lindberg) l’hanno già provato, purtroppo per loro”,
ridacchia l’amico americano. Hanno anche fatto l’11 Settembre, non sarà
facile ripetere il false flag senza un presidente complice.
Inoltre, un altro commentatore ha notato: “Quel discorso non ha niente a
che vedere con quel che dicono i repubblicani. Poteva essere il
discorso di un Bernie Sanders presidente. Non c’è differenza tra
loro”. Bernie Sanders era presente all’inauguration, non si è unito al
boicottaggio del democratici. Ombre di socialismo nazionale.
Secondo Snopes, dal sito web della Casa Bianca sono già stati
rimosse alcune parole: “Climate Change” e “LGBT”. Altri siti
attribuiscono a Trump la prima decisione (“da domenica”): togliere i
fondi pubblici a Planned Parenthood, l’organizzazione promotrice dell’aborto legale, che si è scoperto fare spaccio e commercio degli organi dei feti.
Sia vero o no, godiamoci questi momenti, perché poi l’altra realtà si impone:
“BETLEMME – 2700 nuove unità coloniali israeliane sono state
approvate venerdì mattina nella colonia illegale di Gush Etzion, poche
ore prima della cerimonia di insediamento di Trump. Le bandiere USA sono state innalzate in tutta la colonia per festeggiare l’insediamento e la presidenza di Donald Trump.
Le unità abitative appena approvate erano state bloccate a causa delle
critiche internazionali circa le attività coloniali degli ultimi tre
anni.
Tuttavia, le autorità israeliane hanno deciso di accelerare le
costruzioni dopo l’elezione di Trump. Nel frattempo, a quanto riportato,
gruppi di coloni israeliani hanno ricevuto l’invito a prendere parte
alla cerimonia di insediamento di Trump.” (Pars Today).
Ci sono cose che Trump non farà, per ovvi limiti culturali e
antropologici. Fra queste, la messa in disciplina della finanza
speculativa: è evidente, ha riempito i posti-chiave della sua
Amministrazione di gente di Goldman Sachs. Dei responsabili cioè di
quella disparità sociale intollerabile, che ha portato milioni di
americani “perdenti della globalizzazione” a votare per Donald. Forse
anche se volesse, se capisse, non saprebbe come fare.
L’invincibile potere occulto dei plutocrati
Il punto difficile da capire è che “Goldman Sachs” (e complici
transnazionali) si sono impossessati delle banche centrali. Si
osservi questa tabella:
Qui si vede che la crescita delle “riserve cartacee” è esponenziale: segno sempre di una patologia (le cellule cancerose crescono a ritmo esponenziale).
Le riserve internazionali delle banche centrali sono costituite,
tradizionalmente, da buoni del Tesoro, titoli di debito dello Stato: la
banca centrale crea moneta di cui lo stato ha bisogno indebitando lo
Stato. Ma dalla crisi del 2008, per far continuare il gioco dei
“mercati” (il casinò), hanno fatto politiche accomodanti, “stampato”
denaro, “quantitative easing”, lo si chiami come si vuole. Tradotto:
le banche centrali non si sono solo riempite di titoli di debito
pubblico; hanno anche comprato obbligazioni e azioni di grandi aziende private, banche e non solo. Per fornire loro liquidità illimitata.
Di fatto, i giganti privati si sono visti scendere dal cielo
(della BCE, della Federal Reserve) una manna di denaro a prestito sì,
ma a tasso zero o addirittura sottozero; una
massa di denaro con cui hanno arraffato, delocalizzato, “acquistato”
imprese concorrenti ed azioni proprie, saccheggiato il saccheggiabile ,
a interessi zero. WE’ esattamente per questo che dal 2008, dalla
crisi dei subprime, mentre le popolazioni lavoratrici occidentali
scendevano nella depressione economica perdendo salari e status
sociale, i ricchi diventavano sempre più ricchi. Come ha scoperto
recentemente (o meraviglia!) Oxfam.
Il
numero dei miliardari continua a crescere (in verde anno per anno;
il loro numero totale in giallo), mentre i lavoratori si impoveriscono Salari in USA
I banchieri centrali non si sono limitati a finanziare i debiti
pubblici (e l’hanno fatto con avarizia, imponendo condizioni e
intimidazioni, facendo pagare interessi comunque alti); hanno
partecipato attivamente, prestando a tasso
zero e senza limiti, a far arricchire le multinazionali “preferite” –
essenzialmente le banche d’affari, le hi-tech, le telecomunicazioni
“avanzate”. Il che è logico, dato che la banche centrali non sono
pubbliche ma private, e appartengono al collettivo di azionisti ”
Goldman Sachs & Compari” che chiamiamo”finanza internazionale”.
Non operano per lo stato (Quale?) ma per i loro azionisti. Gli
speculatori. Detti anche “i mercati internazionali” finanziari a cui
noi dobbiamo chiedere prestiti col cappello in mano, subendo il loro
giudizio e il loro rating. Ma il rating di Apple è altissimo…
Trump non può capirlo. Se lo capisse, avrebbe contro i suoi ministri
Goldman Sachs. Dunque probabilmente non saprà dare al suo elettorato
quello che gli ha promesso.
Il “loro” presidente già scalda i muscoli
I suoi nemici hanno già in riserva un successore secondo il loro cuore. Un miliardario della fuffa: Mark Zuckerberg
(j) inventore di Facebook, la cui ricchezza è totalmente dovuta al
meccanismo occultato di cui sopra. E’ già cominciata la sua
promozione “Mark Zuckerberg occhieggia alla Casa Bianca?”, si domanda Newsweek. “Zuckerberg sarà il prossimo presidente?”, s’interroga Vanity Fair. “E’ uno che certo può presentarsi alla elezione presidenziale”, lo incoraggia Wired.
Insomma i media l’hanno già adottato e gli preparano il terreno.
Intanto, Mark il genietto ha già assunto nella sua “fondazione
caritativa” (sic: come Bill Gates) David Plouffe, che è stato il
responsabile della campagna presidenziale di Obama nel 2008: perché è
chiaro, sarà un candidato presidente “democratico”, mica alla Lindbergh.
Sarà salutato dalle sinistre del mondo come il salvatore
dall’isolazionismo, protezionismo e populismo di Trump.
Con la sua proprietà hawaiana
Intanto si sta facendo la mano nello stile presidenziale preferito
dalla finanza: ha comprato una mega proprietà (700 acri) sul mare
per le sue vacanze alle Hawaii, per 100 milioni di dollari, e sta “intentando cause a raffica contro gli abitanti dell’isola che hanno un diritto ancestrale sulle particelle di terreno”.
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