la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune.
Produrre, organizzare, trovare soluzioni,
impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST?
Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
giovedì 2 febbraio 2017
i nostri euroimbecilli stanno combattendo una battaglia di retroguardia, non vogliono sintonizzarsi sul nuovo contesto
MOGHERINI E TUSK TRACOTANTI CONTRO TRUMP. PERCHE’, SE LO POSSONO PERMETTERE?
C’è qualcosa di intollerabile, oltre che inquietante e comico,
nelle dichiarazioni tracotanti “di guerra” a Trump da parte dei
nostri burattini “europei” che nessuno ha eletto. Dichiarazioni di
guerra vera e propria fatte a nostro nome. La Mogherini ha
convocato il parlamento europeo per dichiarare: “L’Europa ha il dovere
di essere chiara in caso di disaccordo soprattutto se questo riguarda i
nostri valori fondamentali. E certamente siamo in disaccordo con
l’ordine esecutivo emanato dal presidente degli Stati Uniti il 27
gennaio. Anche molti in America sembrano non essere d’accordo”.
Donald Tusk, il polacco presidente del Consiglio europeo che sta per
lasciare il posto a un maltese, ha proclamato da Tallin che “gli Stati
Uniti sotto la presidenza Trump” sono “una minaccia esterna all’Unione
Europea come Cina, Russia, terrorismo islamico”.
Donald Tusk
Dopo un ventennio di complicità con tutti i delitti
dell’amministrazione Bush jr. e Obama, gli eurocrati si ergono a nemici
del terzo presidente appena insediato. Gente non eletta gli dà
lezioni, sporgendo il petto, in nome “dei nostri valori”. E’
abbastanza chiaro che delirano per la paura di perdere il loro potere
e l’ordine oligarchico in cui si sono accomodati: Tusk ha
incolpato noi, i sudditi europei, “tanti stanno diventando apertamente
anti-europei o euroscettici”, cosa che ha imputato ai dubbi
crescenti, in questi sudditi ingrati, “sui valori fondamentali della
democrazia liberale” (il non-eletto da nessuno chiama democrazia
liberale l’oligarchia burocratica che ci opprime).
E poiché “la nuova amministrazione è sul punto di mettere in
discussione 70 anni di politica estera americana” (ossia di
volonterosa soggezione europea), Donald Tusk ci avverte, noi sudditi
“egoisti”, che “la disintegrazione dell’Unione Europea non porterà alla
restaurazione della mitica sovranità degli stati membri, ma alla loro
dipendenza concreta da Stati Uniti, Russia, Cina. Solo insieme possiamo
essere indipendenti”. Sì, è proprio paura folle, sragionano. Hanno
paura che Trump diventi il liberatore di noi europei.
Ridicolo ma anche arrogante in modo insopportabile Francois
Hollande – che nessuno voterà mai più – il quale ha voluto lasciare
agli atti che “l’amministrazione Trump è una sfida per l’Europa” –
naturalmente uscendo da un colloquio con la Merkel. Comico e tracotante
il ministro degli esteri Steinmeier: “Con l’elezione di Donald Trump il
mondo del ventesimo secolo è finito per sempre”. Il capo della CSU
bavarese, Seehofer: “Non sono d’accordo con nessuna delle decisioni di
Trump”. Nessuna.
È delirio, certo.
Questa è gente che nel maggio 2015, al vertice della NATO in
Turchia, cantava in coro, come ubriaca di potere”, “We are the World”,
noi siamo il mondo.
Questi ridicoli parlano a nome di un’Europa punteggiata di
centinaia di basi Usa (contro cui non hanno mai obiettato), e
d’improvviso minacciano, fanno la voce grossa, si ribellano in nome dei
“valori”, dichiarano l’America “una minaccia”. Siccome sono dei vili,
questa improbabile e improvvisa manifestazione di coraggio deve avere
qualche motivo. Si vede che credono di potersi permettere
l’insubordinazione. Puntano su un ritorno rapido allo status quo, per
qualche motivo?
E per cosa poi la discesa in guerra degli eurocrati: per il “bando”
decretato da Trump da 7 paesi musulmani, sul modello di bandi
temporanei già decretati da Obama dall’Irak, per esempio, e accolti
senza una critica dalle Mogherini e dai Tusk. La cosa è così strana, e
così ben coordinata con l’artificiosa protesta delle masse pagate in
città americane, che a The Saker è venuto un sospetto: che tutti
questi “siriani” e “famiglie iraniane” muniti di visti rilasciati
dalle ambasciate USA sotto Obama come “rifugiati politici”, siano in
realtà collaborazionisti degli USA contro Assad, o persone coinvolte
nel golpe filo-americano in Turchia, o in atti di terrorismo contro
il regime in Iran, e che devono essere fatti esfiltrare prima che si
consolidi la pacificazione in Siria.
“Sono apparentemente persone che hanno mezzi, e parenti qui. Per
ricevere il visto di rifugiato, hanno dovuto recitare la lista delle
accuse occidentali contro Assad o contro il governo dell’Iran..”. In
almeno un caso, il sospetto è comprovato. Due membri degli Elmetti
Bianchi, la nota organizzazione “umanitaria” pro-terrorista ad Aleppo,
produttrice di video diffusi in tutti i grandi media sui feroci
bombardamenti e i bambini trumatizzati, erano diretti in Usa per
partecipare ad una serata degli Oscar per i documentari, e sono stati
bloccati dal decreto Trump. Guarda caso, gli Elmetti Bianchi sono
stati formati e addestrati da un contractor britannico, ex dei corpi
speciali, chiamato James Le Mesurier; e certo di questi tempi non è più
igienico per loro restare in Siria nella Aleppo liberata – quindi
eccoli forniti di visto Usa onde farsi festeggiare a Hollywood.
Il clamore mediatico e politico contro il bando di Trump ricorda al
Saker “l’isterismo che fu orchestrato prima della liberazione di
Aleppo. Ricordate le lacrime mediatiche sulla povera gente massacrata
dalle forze russe e di Assad?” e (aggiungiamo noi) i video dei bambini
impolverati, i pianti sui poveri civili assediati di Aleppo senza aiuti
umanitari, per i quali occorreva assolutamente una tregua? “Poi è
risultato che stavano cercando di far esfiltrare dal Aleppo i loro
ufficiali da operazioni speciali che coordinavano la guerra dell’ISIS e
delle altre milizie contro il governo siriano. Dopo l’arresto del
personale occidentale nella centrale di comando ISIS, l’interesse
nostrano per le sofferenze del popolo siriano è scomparsa. Nemmeno un
grammo di aiuto umanitario è arrivato, se non dai russi”.
Anche la coincidenza temporale con la ripresa improvvisa di
bombardamenti d’artiglieria della giunta di Kiev contro il Donbass
potrebbe essere stata orchestrata per mettere in difficoltà Trump nel
suo tentato ravvicinamento a Mosca. A tutta prima, Poroshenko – in
visita in Germania – ha mentito ai parlamentari tedeschi (che
controllano più o meno la tregua Minsk 2) sostenendo che erano stati “i
russi” a cominciare. Poi, messo alle strette, ha dovuto confessare
“che era stato il SBU (che è diretto dalla Cia) e le forze speciali
ucraine (guidate dalla NATO) erano penetrate oltre i confini del
Donetsk , e avevano cominciato a spararare sulle truppe ucraine (le
loro) da un edificio civile nel Donetsk, così da avere la scusa di
bombardare le zone abitate da civili. Suddeutsche Zeitung: “La
Germania sta pensando di imputare l’Ucraina per la escalation del
conflitto”.
Forse. Perché intanto la Germania ha dispiegato i suoi tank in
Lituania; i suoi soldati saranno presto raggiunti da soldati di Belgio,
Norvegia e Olanda; si uniranno agli 87 carri armati US, i 144
portatruppe Bradley, l’artiglieria e i 3500 soldati che Obama ha mandato
in Europa – In Polonia – poco prima di decadere che sono parte del
riarmo e provocazione NATO contro la Russia, deciso nel vertice di
Varsavia del luglio 2016. Mogherini, Tusk, Merkel, Stoltenberg stanno
provando a farci entrare in guerra contro Putin, in odio a Trump?
Questi mestatori sono pericolosissimi.
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