Cal - Gratteri, in Calabria il Capo della DDA arresta pezzi importanti della politica, tremano i palazzi del potere
Roma, 2 feb (Prima Pagina News)
Gratteri, e
poi ancora Gratteri, per ripartire da Gratteri e finire a
Gratteri. Sembra una “follia letteraria”, ma in Calabria non si parla
d’altro e non si parla che di lui. Nel giro di qualche mese ha messo in
ginocchio le cosche organizzate dell’intera regione, facendo tremare i
palazzi che più contano e gli uomini che in tutti questi anni hanno
guidato la vita politica della regione. “Andando di questo passo- si
dice negli uffici della DDA di Catanzaro, di cui Nicola Gratteri è il
Capo carismatico- bisognerà tornare alle urne per rinnovare l’intera
classe politica della regione”. In realtà le inchieste aperte e sul
tavolo del Procuratore Gratteri sono così tante e così diverse da
immaginare da un momento all’altro una sorta di ciclone giudiziario
senza precedenti. Ma solo un uomo come lui, libero da ogni vincolo e da
ogni possibile condizionamento, non legato a nessuna lobby, e a nessuna
corrente all’interno della magistratura, arrivato lì dove è arrivato
solo per meriti assolutamente oggettivi e personali, mancato-ministro
della giustizia perché- si racconta al Quirinale- il Presidente
Napolitano non si sarebbe fidato di lui, ebbene: un uomo come lui può
davvero riservare sorprese di ogni tipo. La garanzia che Gratteri offre
alla società calabrese oggi è la sua trasparenza, ma anche la sua
severità e soprattutto la sua oggettiva serenità di spirito, e questo lo
rende ancora più forte di prima. L’ultima sua operazione è di poche ore
fa. Ha arrestato l'ex assessore al Lavoro della Regione Calabria,
Nazareno Salerno. Gratteri lo ha arrestato nell'ambito dell'inchiesta
della Dda di Catanzaro sull'ingerenza della cosca mafiosa dei Mancuso
di Limbadi (Vibo Valentia) nella gestione diretta dei fondi della
comunita' europea, e destinati al sostegno economico di nuclei familiari
in difficolta'. L'inchiesta riguarda, in particolare, la gestione dei
fondi del credito sociale ed ha portato complessivamente all'arresto di
nove persone. Si tratta di esponenti politici, imprenditori e
amministratori pubblici della Regione Calabria, nonché due soggetti
contigui alla cosca Mancuso. Le indagini hanno documentato l'ingerenza
mafiosa della potente cosca del vibonese nella gestione dei fondi della
Comunita' europea, diretti al sostegno economico di nuclei familiari più
poveri. I reati contestati, a vario titolo, agli indagati sono minaccia
ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato,
turbativa d'asta ed abuso d'ufficio. Emesso anche un decreto di
sequestro preventivo di beni per un valore di circa 2 milioni di euro.
In particolare, l'attività investigativa del Procuratore Gratteri “ha
accertato l'esistenza di un comitato d'affari che distraeva i
finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale 'Credito
sociale' indirizzandoli su conti correnti di societa' private, anche
all'estero”. Tra gli arrestati, oltre all'ex assessore regione ed
attuale consigliere regionale di Forza Italia Nazzareno Salerno,
figurano anche l'ex presidente della fondazione Calabria Etica
Pasqualino Ruberto, consigliere comunale a Lamezia Terme, e dell'ex
direttore generale del dipartimento lavoro della Regione Vincenzo
Caserta. Uno degli arrestati, Vincenzo Spasari, ritenuto contiguo alla
cosca Mancuso di Limbadi, inoltre, è il padre della ragazza che per il
suo matrimonio atterrò con l'elicottero nella piazza centrale di
Nicotera. “L’interscambio di dati e file di indagine, in un lavoro che
nasce proprio dalla collaborazione tra diverse corpi di polizia
giudiziaria e la Procura- commenta il procuratore capo della DDA di
Catanzaro Nicola Gratteri- ha voluto sottolineare la qualità
dell’operazione portata a termine oggi e che ha permesso di scoprire,
grazie al lavoro interforze dei vari attori, il meccanismo celato dietro
l’erogazione di fondi Ue”. Poi aggiunge: “Ho la fortuna di avere
magistrati di primissimo piano insieme al meglio della polizia
giudiziaria in Italia”, e spiega come questa operazione, fatta dai
carabinieri del comando provinciale dei carabinieri, del Ros e della
guardia di finanza provinciale di Vibo Valentia, ha avuto il
coordinamento del procuratore aggiunto Bombardieri e i sostituti Camillo
Falvo e Graziella Viscomi. “Abbiamo finalmente un nuovo modo di
approcciarci al processo- dice ancora Gratteri- creando una sorta di
scuola, innestando giovani magistrati nel nostro ufficio”. Non si
escludono naturalmente ulteriori sviluppi futuri, ma conoscendo il
“fiuto” e l’esperienza di Nicola Gratteri c’è da giurare che in Calabria
ne vedremo ancora di belle, e anche molto prima di quanto non si
immagini.Qualcuno nel corso della giornata ha lasciato davanti al
portone di entrata della Procura della Repubblica di Catanzaro, dove
ormai Nicola Gratteri trascorre almeno 14 ore al giorno, un grande
cartello. Con un pennarello nero hanno scritto: “Grazie Procuratore,
finalmente si avverte aria libera in questi uffici”. Ma anche questo è
il segno del grande feeling che lega la storia, la vita e l’attività del
Procuratore Gratteri alla gente comune. Che di lui si fida più di
chiunque altro.
(Beatrice Nano) 2 feb 2017
22:55
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