L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

giovedì 30 marzo 2017

Francia - sono alla disperazione totale si uniscono prima del secondo turno per cercare di fermare Marine le Pen

ESTERI
Francia, Valls appoggia Macron. La sinistra insorge

L'ex premier socialista ha dichiarato il sostegno al suo ex ministro dell'Economia, candidato indipendente di 'En Marche!'. Hamon: "Gli elettori reagiscano". Il segretario Ps: "Fuori chi sta con Macron"

Ultimo aggiornamento: 29 marzo 2017



Parigi, 29 marzo 2017 - Dopo l'incriminazione di Penelope Fillon, la destra francese vede risalire la stella di Marine Le Pen tra i candidati all'Eliseo. La paure che al governo vada la destra xenofoba della figlia di Jean Marie sarebbe il motivo che ha spinto il socialista, ed ex premier, Manuel Valls, ad annunciare il suo sostegno al candidato presidenziale riformatore, Emmanuel Macron, già ministro dell'Economia nel suo governo. 

Valls ha dichiarato: "Non è possibile prendere alcun rischio per la Repubblica". L'ex primo ministro nelle primarie del Partito socialista fu battuto dal candidato da Benoit Hamon, il quale non ha accolto la decisione di Valls con grande "entusiasmo". 

LA REAZIONE DI HAMON - "È un duro colpo per la democrazia, la democrazia è umiliata", ha detto il candidato socialista alle presidenziali francesi a poche ore dalla scelta dell'ex premier di scaricarlo e schierarsi con il candidato indipendente di En Marche!. "La parola data davanti al popolo va scrupolosamente rispettata", ha deplorato Hamon, che nel suo breve intervento non ha però mai nominato espressamente il nome di Valls né quello di Macron. 

Hamon ha lanciato un "appello" agli elettori di sinistra, perché "puniscano quanti si prestano a questo gioco morboso". "Vi chiedo di reagire, vi chiedo di punire coloro che si prestano a questo gioco morboso e vi chiedo anche di voltare pagina rispetto a questa vecchia politica, di voltare le spalle a quei politici che non credono in nulla e che vanno dove va il vento, a dispetto di ogni fede", ha detto il candidato socialista.

LA 'SCOMUNICA' - "Chi sta con Macron non è più nel Partito socialista": Jean-Christophe Cambadelis, segretario del Ps lacerato ha lanciato la "scomunica". In una lettera ai militanti del Ps, Cambadelis ha messo in guardia tutti coloro che volessero seguire l'esempio dell'ex premier Valls: "La nostra posizione è semplice: Benoit Hamon è il candidato uscito dalle primarie, legittimato da una convention unanime. Quelli che sono andati con En Marche non sono quindi più nel Partito socialista".

LA GAUCHE INSORGE - La decisione dell'ex premier ha suscitato reazioni indignate da parte di tanti esponenti della gauche. Il primo a reagire, questa mattina su Twitter, è stato il deputato di Marsiglia, Patrick Mennucci, in un messaggio direttamente rivolto all'ex premier: "Ci fai vergognare". La collega delle Hautes-Alpes, Karine Berger, ha denunciato un comportamento "miserabile". Per Yann Galut, membro dell'equipe elettorale della gauche, "Valls è stato il becchino della sinistra, fino all'ultimo". Su BFM-TV, Francois Kalfon, ha aggiunto: "Valls sta scavando la propria tomba: quella del disgusto che suscita intorno a lui". Il deputato Sebastien Denaja, che appoggiò Hamon nelle primarie, ironizza così: Valls "osserva le regole dell'onore come si osservano le stelle, da lontano...". Sempre su Twitter, reagisce, da Bruxelles, Pierre Moscovici. Una dichiarazione criptica, in cui il commissario Ue cita il padre storico dei socialisti Léon Blum: "I veleni sono spesso dei rimedi, ma certi veleni son solo veleni". Un modo, secondo Le Parisien, di bocciare la scelta di Valls. 

Emmanuel Macron e Manuel Valls (Afp)ù

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