È SCONTRO SUI RESOCONTI 05 aprile 2017
Attacco con il gas in Siria, la Russia respinge la bozza di risoluzione Onu
Un uomo estrae alcuni campioni sul luogo del presunto attacco chimico nella zona di Idlib, in Siria
Beirut - È scontro Russia-Usa sui resoconti presentati all’Onu
sul presunto attacco chimico avvenuto ieri nella Siria centrale. Mosca li bolla come «fake-news» e si oppone alla bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza. L’ambasciatrice americana Nikki Haley durante il Consiglio di Sicurezza sulla Siria ha detto: «Quando l’Onu non riesce a portare avanti il suo dovere di agire collettivamente, ci sono momenti in cui gli Stati sono costretti ad agire per conto proprio». E ha aggiunto che se le Nazioni Unite non interverranno «noi potremmo» farlo.
L’attacco chimico in Siria è «orribile, indicibile», un «terribile affronto all’umanità»: ha detto Donald Trump alla Casa Bianca. «Quello che ho visto ieri su bambini e neonati ha avuto un grande impatto su di me e ha cambiato il mio atteggiamento verso la Siria e Assad. Quello che è successo ieri è inaccettabile», ha aggiunto Trump.
Mosca respinge la bozza di risoluzione Onu
Mosca «rigetta in modo categorico» la bozza di risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla Siria. Così la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova nel corso della conferenza stampa settimanale con i media. In precedenza era stata una “fonte” del ministero, citata dall’agenzia Interfax, ad anticipare la posizione ora espressa ufficialmente dalla portavoce russa.
Mosca: «I resoconti sull’attacco chimico sono fake news»
Il ministero degli Esteri russo ha bollato i resoconti sull’attacco chimico a Idlib, in Siria, come «fake». «Gli Usa hanno presentato una risoluzione al consiglio di sicurezza dell’Onu basandosi su dei rapporti falsi», ha detto la portavoce del ministero citata dalle agenzie. «La bozza di risoluzione complica i tentativi di una soluzione politica alla crisi, è anti-siriana e può portare a una escalation in Siria e nell’intera regione».
Damasco accusa Gran Bretagna, Francia, Turchia e Arabia Saudita
Il vice ministro degli esteri siriano, citato dalla tv panaraba filo-iraniana al Mayadin, ha accusato oggi la Gran Bretagna, la Francia, la Turchia e l’Arabia Saudita di essere responsabili, assieme ai qaidisti siriani, del presunto attacco chimico avvenuto ieri nella Siria centrale e nel quale sono morte oltre 70 persone tra cui venti minori.
Miqdad ha inoltre affermato che «alcune settimane fa il governo siriano ha fornito all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche le informazioni che l’ala siriana di al Qaida aveva introdotto sostanze tossiche in Siria».
Ankara a Mosca e Teheran: «Tregua a forte rischio»
«Dopo l’attacco chimico compiuto ieri dall’aviazione del regime siriano nella città di Khan Sheykhun a Idlib», la Turchia ha «portato all’attenzione» delle ambasciate di Russia e Iran ad Ankara che si tratta di «una violazione molto grave degli accordi per il cessate il fuoco», ricordando «le responsabilità degli altri due Paesi garanti» della tregua di Astana e spiegando che «violazioni del genere mettono estremamente a rischio la prosecuzione del cessate il fuoco». Lo fa sapere il portavoce del ministero degli Esteri di Ankara, Huseyin Muftuoglu.
Cremlino: «Continueremo a sostenere Assad»
Il Cremlino rileva che la Russia continuerà a sostenere le azioni delle autorità siriane nella lotta al terrorismo, nonostante la condanna dell’occidente al regime di Damasco per il presunto attacco con armi chimiche nella provincia di Idlib.
Rispondendo a una domanda sul futuro sostegno di Mosca al presidente Bashar al-Assad, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha detto: «La Russia e le sue forse armate continueranno le operazioni per sostenere le azioni anti-terrorismo per liberare il paese, condotte dalle forze armate della repubblica araba siriana».
Alla richiesta di dominare le accuse degli Stati Uniti e di diversi paesi occidentali all’attacco con gas tossici di ieri, Peskov ha risposto di non avere nulla da aggiungere a quanto già dichiarato dal ministero della Difesa, secondo il quale le forze di Damasco hanno colpito un magazzino dei ribelli contenta sostanze chimiche.
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