
la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
sabato 23 dicembre 2017
E' compito della politica garantire e perseguire la salute della comunità militare

Marcello Foa - come i dominanti creano fake news
Antonino Galloni - si può creare moneta fiduciaria, dal punto di vista tecnico, si tratta di una misura immediatamente applicabile, purché ci sia la volontà di applicarla. Lo Stato può emettere moneta sovrana o direttamente o tramite l’INPS, utilizzando la moneta elettronica (accredito sulla busta paga) o la busta paga cartacea”.

Una verità condita da tante bugie. Dal 2007/08 non abbiamo recuperato competitività persa fin da quando abbiamo nei lontani anni '90 ingabbiato la nostra moneta in un cambio fisso che ha devastato con la crisi sopravvenuta la nostra economia a vantaggio della Germania. Da qui a cascata gli Npl regalati agli stranieri, l'impossibilità d'investimenti pubblici, l'obbligo a diminuire salari e reddito per tenere un minimo di passo con la concorrenza tedesca. Questo è stato permesso da una classe dirigente incapace e venduta
Snam Sulmona - come da copione durante le ferie, in questo caso durante le feste, quando la gente è distratta i governanti disonesti prendono le loro decisioni contro di loro
Mauro Bottarelli - le prospettive europee verso l'alta tensione, la primavera incombe

Banca Etruria - diventa il pomo della discordia dei dilettanti allo sbaraglio
venerdì 22 dicembre 2017
Il comportamento di Amazon inaccettabile e poi...
La casa editrice si oppone, a buon ragione, ad Amazon che toglie qualsiasi margine di profitto portandola alla morte

“Negli Stati Uniti, la realtà non ha più importanza”
Banca Etruria - la Boschi indifendibile, hanno-avevano ragione i 5S, deve dimettersi politicamente è ancora più zombi di Renzi

Società matriarcali - Una civiltà matriarcale è una comunità di persone basata sulla centralità della figura femminile

PUBBLICATO 22 dicembre 2017
Sabrina Landolina
Spesso si confonde il matriarcato con l’idea di “dominio della donna”. In realtà, in siffatte organizzazioni sociali, ci si basa su una vera e propria partnership uomo-donna, che continua a tener vivo un diverso modello di civiltà per donne e uomini.
Una civiltà matriarcale è una comunità di persone basata sulla centralità della figura femminile, dove permangono i fenomeni della matrilinearità e della matrilocalità, e ad oggi ne esistono oltre cento nel mondo.
Per matrilinearità si intende un sistema di discendenza per linea materna, nel quale i figli ereditano la posizione sociale e il possesso dei beni dalla madre anziché dal padre; mentre il ruolo del padre risulta prevalentemente affettivo, la madre occupa una posizione di grande potere e prestigio, pur essendo affiancata, in particolare nell’educazione dei figli, da uomini della sua stessa linea di discendenza. Invece, la matrilocalità è la consuetudine secondo la quale la coppia di sposi novelli si stabilisce nel territorio del gruppo sociale cui appartenente alla sposa. Le più numerose al mondo d’oggi sono: i Minangkabau dell’Indonesia, con tre milioni di persone, seguita dalla società Moso in Cina e da quellaYuchiteca in Messico.
Molti studiosi hanno appurato l’origine matriarcale delle società preistoriche dai ritrovamenti delle cosiddette Veneri, statuine ritrovate in Europa e Asia, risalenti al Paleolitico, ovvero, 25 mila o 20 mila anni. Per l’attribuzione del sesso femminile alla divinità principale, si deduce la centralità del ruolo delle donne, o quanto meno, non inferiore a quello degli uomini.
Sull’idea di un passato matriarcale dell’umanità, già nel 1800 lo storico Johann Jacob Bachofen sosteneva che alcune diatribe e rappresentazioni in alcuni miti greci non erano il frutto di problemi psicologici con l’altro sesso, ma il ricordo di conflitti sociali veri, che poi portarono al patriarcato, cioè al dominio del maschio sulla femmina. Ad esempio, Perseo che uccide Medusa, un’antica matriarca, dipinta poi come mostro nel racconto mitico. Bachofen affermò che la vittoria della società patriarcale si ebbe quando gli uomini si impossessarono del potere religioso riservato alle donne.
La studiosa italiana Momolina Marconi confermò l’ipotesi dell’esistenza di una civiltà matriarcale chiamata Pelasgi, la quale si sviluppò dalla Puglia alla Sardegna, alle coste africane e dell’Anatolia, religione della quale era incentrata sulla Grande Madre Mediterranea.
Nel 2005 a San Marcos, in Texas, archeologi e antropologi da tutto il mondo si sono riuniti in un convegno di “studi matriarcali”, confrontando dati archeologici e osservazioni su alcune popolazioni attuali. Risultato: la civiltà megalitica del Neolitico era incentrata sulle donne.
Fondamentale è uno studio sui Minangkabau di Sumatra, una comunità di circa 4 milioni di persone, condotto dall’antropologa Peggy Reeves Sanday dell’Università della Pennsylvania, e dal quale si evincono importanti caratteristiche: i valori dei Minangkabau sono incentrati sulla cura, sui bisogni della comunità invece che sui principi patriarcali di “giustizia divina”, sacrifici e rigide prescrizioni sessuali dettate dall’alto. I valori di cura, i cerimoniali in onore dei cicli della natura e dono discendono da antenate mitiche divinizzate. Fra i Minangkabau, come negli altri gruppi studiati, è presente una cultura di bilanciamento dei ruoli. Le spose restano a vivere nel villaggio della madre dove l’organizzazione e la cura dei figli si avvale degli uomini, ma questi sono in genere fratelli della sposa, zii e nonni.
L’antropologa Heide Göttner-Abendroth, dell’Accademia internazionale Hagia di Winzer, fondatrice dei moderni studi sul matriarcato, ne ha descritto le caratteristiche principali, presenti e passate. «Viene praticata in genere l’orticoltura o una agricoltura di autosostentamento» spiega. «Si vive nel villaggio materno prendendo il nome della madre e se ne ereditano i beni. Ci sono matrimoni di gruppo fra clan e relazioni coniugali basate sulla “visita”, con conseguente libertà sessuale dei partner». Inoltre i clan matriarcali funzionano su base assembleare: una famiglia manda il suo rappresentante, donna o uomo, all’assemblea del clan. Se non c’è accordo si torna a consultare coloro che hanno dato la delega. Lo stesso succede quando i delegati del clan vanno a un’assemblea di villaggio, oppure quelli del villaggio a una regionale.
La società matriarcale dei Moso si distingue da altre società simili perché non pratica il matrimonio. Oggi i Moso sono riconosciuti dal governo cinese come minoranza etnica nazionale autonoma. Ogni componente dei diversi clan in cui è suddivisa la popolazione prende il nome della donna più anziana, la “madre del clan”. Allo stesso modo, tra i Moso, il titolo di proprietà di una casa e della terra vengono ereditati solo dalla stirpe femminile. Le ragazze diventano membri del clan a 13 anni, dopo una cerimonia di iniziazione con la quale viene conferita loro la chiave della loro camera da letto.
Infine, le donne di Juchitàn, in Messico, sono le stesse a cui si ispirava l’artista Frida Kahlo nel suo abbigliamento. Si tratta di una società matriarcale, una realtà poco conosciuta ma molto interessante. La popolazione indigena della città messicana è riuscita a mantenere la maggior parte dei suoi canoni, nel cuore della società messicana. Si tratta di un esempio straordinario di matriarcato urbano, testimone della solidarietà tra donne, della loro capacità di essere indipendenti e libere rispetto al mondo esterno, rifuggito nonostante i continui tentativi “maschili” di intervenire.
Il valore di queste società non è soltanto storico: la loro struttura politica, economica, sociale e spirituale può essere di grande importanza per noi occidentali, in quanto ci insegna a organizzare e promuovere società non violente e mutuali, dove le donne sono al centro dell’ordinamento sociale, ma non per questo ricorrono a forme di dominio per guidare la propria comunità.
https://ecointernazionale.com/2017/12/22/societa-matriarcali-nessun-dominio-femminile-ma-un-rapporto-paritario/
Banca Etruria - speriamo che lo zombi Renzi e tutto l'euroimbecille Pd candidi la Boschi e che tutti insieme nel baratro per sempre
