L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

venerdì 24 agosto 2018

Monte dei Paschi di Siena - aspettiamo con trepidazione che la procura di Genova, quella del ponte Morandi, ci faccia sapere qualcosa sulla morte di David Rossi



STRESA – 10.08.2018 – Ultimo appuntamento,

questa sera alle 21,15, degli incontri con gli autori finalisti del Premio Stresa di Narrativa 2018. Al Grand hotel Regina Palace Carolina Orlando presenta “Se tu potessi vedermi ora”. In questo romanzo d’esordio edito da Mondadori si narra la vicenda autobiografica dell’autrice, direttamente coinvolta nel “caso” di David Rossi, il responsabile comunicazione di Monte dei Paschi di Siena morto dopo la caduta dal balcone del suo ufficio. Una morte archiviata come suicidio ma che alimenta ancora oggi numerosi dubbi. Di seguito ne proponiamo una recensione.
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La giovane autrice, al suo esordio, è una nuova promessa della letteratura contemporanea con la capacità di unire i generi dello stile letterario a quelli della cronaca in ambito giornalistico.

Carolina Orlando, nel suo romanzo, è lei stessa l’interprete protagonista dell’intera vicenda narrata; il fatto di cronaca nera menzionato nel testo è il fulcro intorno al quale convergono gli stati d’animo dei personaggi che, insieme a lei, cercano di fare luce tra le zone d’ombra di una Procura che indaga sul presunto suicidio-omicidio di David Rossi.

David Rossi è un influente responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena morto il 6 marzo del 2013, precipitando nel vicolo sottostante il suo ufficio.

Antonella, la mamma di Carolina, è la prima a sospettare una tragedia, nel momento che si accorge di un rientro tardivo del suo secondo marito.

Avvincente la capacità discorsiva con cui la giovane scrittrice si avventura nell’indagine dei fatti che possono aver determinato il cambiamento di atteggiamento degli ultimi quindici giorni in cui il suo patrigno ha lasciato intendere un disagio fuori controllo, il primo indizio che ha scatenato le indagini.

Anche quando la Procura ha riaperto il caso, dopo tre anni dalla morte di David Rossi, per volontà dei famigliari, Carolina si è sempre mossa con sentimento e ragionevolezza, senza mai perdere la fiducia nella giustizia.

Intraprendente e determinata, Carolina ha riunito tutti i suoi cari e le sue amiche più fidate, facendo con loro fronte comune per superare il lutto e contribuire a dare una svolta alle indagini.

Il romanzo, più che un racconto di quanto accaduto, è un atto di denuncia di quanto omesso e mai spiegato fino in fondo, nella disperata ricerca della verità, per rendere giustizia ad un uomo onesto che del suo lavoro ne aveva fatto una ragione di vita.

La scrittura, per l’autrice, acquisisce una doppia valenza diventando anche una terapia salvifica, un modo per non dimenticare e non lasciare che nel tempo la memoria sbiadisca il ricordo vanificando ogni sforzo manifestato della collettività.

Se le persone si riuniscono in un corteo silenzioso che percorre le strade di Siena, insieme a Carolina e alla Zia Chiara, la motivazione non è più solo individuale famigliare ma di tutta una comunità che chiede di sapere la verità, solo la verità, nient’altro che la verità.

Monica Pontet*

* Docente, scrittrice e pubblicista

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