L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 14 agosto 2018

Mosler economics - austerità austerità austerità, euroimbecilli cercasi

Eurozona: non è un Paese per giovani
12 agosto 2018



di Redazione

Chi dieci anni fa, al momento dell’inizio della crisi, si affacciò al mondo del lavoro, si ritrovò in una condizione allora quasi nuova e oggi abituale: “a chi lo consegno il curriculum?”.

In questi dieci anni, molti di loro (non più così giovani) hanno collezionato esperienze di stage, lavori stagionali, tentativi di imprenditorialità falliti, ma pochi hanno un lavoro tale da pensare al futuro con serenità.

Per la Commissione europea, la disoccupazione giovanile è un fenomeno che ha raggiunto livelli inaccettabili. Proprio chi ha determinato questa situazione, ora la trova inaccettabile. Una farsa. Leggi di più

Quel che è peggio è che dopo aver attuato politiche macroeconomiche che hanno impedito ai giovani di costruirsi un futuro, la colpa è stata data proprio a loro, ai giovani. Difficilmente dimenticheremo i choosy della Fornero, i “giovani che si sarebbero staccati dal divano grazie al Jobs Act” di Poletti e della narrazione volta a dare al singolo la responsabilità di una scelta, invece, politica. Vi ricordate la campagna del fertility day “Non aspettare la cicogna, datti una mossa”? Leggi qui

Ma cosa significa essere un Paese che crede nei giovani? Significa investire sul futuro affinché i giovani possano esprimere in maniera completa le proprie capacità. E solo lo Stato monopolista della valuta può garantire questo, mai il privato. Leggi la Carta di Madrid e sottoscrivila!

Che cosa significa avere uno Stato monopolista della valuta? Gianluca Campo lo spiega bene e in pochi minuti in questa video-pillola MMT.

Per chi desidera approfondire il tema, segnaliamo un paper di Warren Mosler del 2014 che abbiamo tradotto e pubblicato nel 2016: “ME/MMT: la valuta come monopolio pubblico”.

La Mosler Economics MMT presume che il ruolo dello Stato sia stabilire e sostenere le infrastrutture pubbliche per l’interesse pubblico, e che la valuta sia uno strumento del Governo per il perseguimento dell’interesse pubblico. Coerentemente, ciò che la ME/MMT offre sono proposte fiscali e monetarie che supportano le possibilità di impiego per chiunque sia in grado di lavorare e disponibile a farlo, e che ottimizzano i termini reali di scambio, il tutto a sostegno della reale qualità di vita.

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