L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

domenica 25 novembre 2018

Maggio 2019 elezioni europee - gli euroimbecilli attaccano l'Italia che in massa ha stroncato il Sistema mafioso massonico politico che voleva pervicacemente continuare a distruggere, faranno la medesima cosa all'Euroimbecillità alle prossime votazioni europee

AFFARI EUROPEI
Sabato, 24 novembre 2018 - 06:58:00
Manovra, anche gli altri sforano. Ma l'Ue vuole punire solo l'Italia
MANOVRA, ALTRI CINQUE PAESI NON SEGUONO LE REGOLE UE MA PROCEDURA D'INFRAZIONE CHIESTA SOLO PER L'ITALIA


In Francia aumenta il debito, in Spagna problemi procedurali, non conformi per diversi motivi nemmeno Belgio, Portogallo e Slovenia. Ma chi rischia di pagare delle conseguenze sulla propria manovra è solo l'Italia. L'unico Paese per il quale la Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker ha chiesto al Consiglio la possibilità di aprire una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo. Una mossa dura che arriva anche in risposta all'atteggiamento duro del governo italiano ma che comunque desta più di una perplessità e sembra celare dietro le mosse di Bruxelles motivazioni politiche.

MARINE LE PEN: "LA FRANCIA SUPERA DA ANNI IL DEFICIT, MOSSA CONTRO L'ITALIA E' POLITICA"

A sostenere chiaramente questa tesi c'è per esempio Marine Le Pen. "La Francia per anni ha superato per il deficit pubblico il 3% del Pil, mentre l’Italia restava sotto. Il nostro debito è salito più velocemente del vostro e, anche se minore, è ormai pari al 100% del Prodotto interno lordo, senza contare l’enorme deficit nella bilancia commerciale mentre l’Italia assicura sempre un surplus. Nonostante questo la Commissione europea tratta Emmanuel Macron con i guanti di velluto e gli concede ampi margini di flessibilità, mentre fa prova di una severità spropositata con l’Italia" ha detto negli scorsi giorni alla Stampa la presidente di Raggruppamento nazionale. "Non è una decisione di tipo economico ma solo politica: per questo mi fa ancora più rabbia".

L'UE PERMETTE (QUASI) QUALSIASI COSA A FRANCIA, SPAGNA E PORTOGALLO

E sono in molti a esserne convinti. Anche perché ad altri Paesi molto più ligi nel seguire le direttive, o imposizioni Ue, viene permesso di tutto o quasi. Come per esempio alla Francia, che ha ripetutamente superato i paletti del deficit. Ma anche alla Spagna dell'europeista Sanchez, che dopo anni di cura da "cavallo" con Rajoy pronto a eseguire qualsiasi ordine in arrivo da Bruxelles si vede giudicare con spallucce alzate una previsione sballata sul futuro calo del deficit. Così come al Portogallo sono state permesse misure molto aggressive che hanno trasformato il vicino di Madrid in una sorta di paradiso fiscale per pensionati, compresi quelli italiani. Ma la procedura di infrazione, ancora ipotetica, incombe solo sulla testa dell'Italia.

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