L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

martedì 16 luglio 2019

Consiglio Superiore della Magistratura un verminaio e i magistrati un covo di vipere pieno di contraddizioni

Operazione Perseo contro i clan di Lamezia, dissequestrati beni a Luciano Trovato

La Corte d’Appello ha accolto i ricorsi dei legali e annullato anche la misura di prevenzione personale in quanto non ci sarebbero elementi per presumere l’appartenenza ai Giampà
di Tiziana Bagnato 

lunedì 15 luglio 2019 15:56


Accogliendo il ricorso dei legali Antonio Larussa e Francesco Gambardella, la Corte d’Appello di Catanzaro ha annullato la confisca dei beni a carico di Luciano Trovato disponendone la restituzione. Annullata anche la misura di prevenzione personale.

Il sequestro, avvenuto nell’ambito dell’operazione Perseo, riguardava beni per oltre 500 mila euro tra immobili e partecipazioni in aziende. Il provvedimento venne disposto dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguito dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo, coordinati dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, dall’Aggiunto Giovanni Bombardieri e dal Sostituto Elio Romano.

Nel decreto di dissequestro si legge testualmente che «non sono emersi elementi per ritenere lo stesso associato o appartenente alla cosca Giampà e l’unica condotta ancora sub iudice appare relativa al possesso di due pistole per fatto commesso nel 2010 in relazione al quale non vi è la possibilità di trarre un giudizio di perdurante pericolosità».


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