L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

lunedì 9 dicembre 2019

In Euroimbecilandia al semplice si preferisce il complicato. La Bce non diventa prestatore di ultima istanza ma si inventa un organismo che decide chi come quando perchè condizioni per salvare

Il Mes spiegato dal Mes

9 dicembre 2019


“Il Mes non è a favore dei banchieri ma dei cittadini e dei contribuenti”. Parola del segretario generale del Mes (il meccanismo europeo di stabilità), Nicola Giammarioli

Il Mes rassicura sul Mes: “Il Mes non è a favore dei banchieri ma dei cittadini e dei contribuenti”. Parola del segretario generale del Mes (il meccanismo europeo di stabilità), Nicola Giammarioli. Ecco tutti i dettagli.

CHE COSA HA DETTO IL SEGRETARIO GENERALE DEL MES ALL’ANSA

Con la riforma del Mes non è possibile che i soldi italiani salveranno le banche tedesche, o viceversa. Lo ha detto il segretario generale del Mes (il meccanismo europeo di stabilità), Nicola Giammarioli, in un’intervista all’Ansa. Il paracadute (backstop) non servirà “per salvare le banche nel Paese X o Y ma per dare risorse al fondo Srf, alimentato delle banche, nel caso estremo in cui si esaurisca”. “Il denaro che ci deve ridare è del fondo Srf e indirettamente di tutte le banche Ue, non dei cittadini”.

LE PRECISAZIONI SU BANCHE E BANCHIERI

Per spiegare perché nessun Paese salverà le banche di altri, e perché il Mes non salverà i banchieri ma tutelerà piuttosto i contribuenti, il segretario generale parte da un caso concreto, racconta l’Ansa. “Quando il Single resolution board (l’istituzione europea che si occupa delle risoluzioni bancarie, ndr) deve risolvere una banca, deve trovare i mezzi per farla sopravvivere, almeno in parte, e deve renderla sostenibile”, quindi elaborerà un piano di risoluzione. Ogni piano “comprende di solito un cambio nell’assetto proprietario e anche del management”, anche perché “se la banca non è solida vuol dire che i banchieri non hanno svolto adeguatamente il loro compito”, quindi non è possibile dire “che si salvano i banchieri”. E si pensa ai correntisti: “La risoluzione cerca di preservare la stabilità finanziaria assicurandosi che correntisti e investitori non perdano troppo, e che ci sia il minor impatto possibile sul sistema bancario”.

TRA MES E BACKSTOP

Tutta l’operazione viene fatta anche con i fondi del Single resolution fund, (Srf), che sono delle banche, e quindi “i soldi dei contribuenti non saranno usati”. Per questo tutta l’impalcatura “non è a favore dei banchieri ma dei cittadini e dei contribuenti”. Con la riforma il Mes fornirà un paracadute finanziario (backstop) al fondo salva-banche Srf, qualora, in casi estremi, dovesse finire le risorse. Anche questo, spiega Giammarioli, riduce il rischio che soldi pubblici vadano a salvare le banche. “Con l’attuale Trattato possiamo andare e salvare una singola banca, mettendo i nostri soldi a rischio”, ha sottolineato, ricordando lo strumento chiamato ‘ricapitalizzazione diretta’, mai utilizzato. “Con la riforma non sarà più possibile, quindi per me l’argomento è esattamente al contrario: minimizziamo il rischio perché diamo i soldi a una istituzione già ben finanziata” come il Srf,

LE EVOLUZIONI DEL MES

Negli scorsi giorni Giammarioli ha spiegato al Sole 24 Ore le evoluzioni dell’Esm: “I Paesi membri hanno concordato una serie di riforme al nostro mandato che devono ancora essere ratificate dai rispettivi 19 parlamenti. L’Esm non assicurerà più solo assistenza finanziaria nei casi di crisi di liquidità. I governi hanno anche deciso che firmeremo insieme alla Commissione europea i futuri eventuali memorandum di intesa con i Paesi che hanno bisogno di aiuti. Avremo maggiore responsabilità nel negoziare le condizioni che il Paese beneficiario di aiuti dovrà rispettare. Quindi seguiremo da vicino l’evoluzione economica e finanziaria dei nostri Paesi membri, per valutare eventuali rischi, senza per questo duplicare il lavoro della Commissione europea ma approfittando della nostra conoscenza dei mercati finanziari. Nel frattempo, con la nascita di un’unione bancaria, i governi ci hanno dato il compito di paracadute finanziario del Fondo europeo di risoluzione bancaria”.

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