L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

lunedì 6 gennaio 2020

Guerra senza limiti - Trump ha rotto il patto internazionale e ha avviato la guerra economica. L'omicidio di Soleimani è una dichiarazione di guerra palese da oggi in poi niente si può e si deve escludere

Cosa cambierà con l’uccisione di Soleimani. Dibattito fra analisti

3 gennaio 2020


Il ruolo di Soleimani. L’attacco di Trump. E gli scenari. Commenti e reazioni degli analisti in Italia

Le forze americane hanno ucciso a Baghdad il generale iraniano Qassem Soleimani, una delle figure chiave dell’Iran, molto vicino alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, e considerato da alcuni il potenziale futuro leader del Paese.

Il raid statunitense è stato condotto, secondo indiscrezioni, con un drone ed è stato ordinato da Donald Trump.

Il Pentagono ha spiegato che “Soleimani e le sue forze Quds sono responsabili della morte di centinaia di americani e del ferimento di altri migliaia”, e l’alto ufficiale voleva uccidere diplomatici americani nell’area. L’attacco punta quindi ad essere “un deterrente per futuri piani di attacco iraniani”, ma in effetti rischia di far salire la già alta tensione fra Usa e Iran, ma anche in tutto il Medio Oriente.

Tanto che il candidato democratico alla Casa Bianca, Joe Biden, ha commentato: “Trump ha gettato dinamite in una polveriera”. E Teheran ha immediatamente reagito, parlando di “atto di terrorismo” e minacciando ritorsioni.

Ecco di seguito il dibattito in Italia tra alcuni esperti sulla decisione di Trump e su effetti e scenari dell’attacco Usa.

LA RILEVANZA DI SOLEIMANI SECONDO DOTTORI


Se morte di Soleimani fosse confermata, l'Iran avrebbe perso il suo autentico uomo forte. Potente, carismatico, gli è stata più volte attribuita l'intenzione di assumere la leadership del paese

IL COMMENTO DEL GENERALE JEAN

“L’Iran ha una forza militare molto sviluppata, gli Stati Uniti non hanno le forze di terra né la volontà di intervenire in Iran. – ha commentato il generale Carlo Jean – Oggi l’Iran è legato a Russia e Cina, come dimostra l’enorme esercitazione navale nel Golfo di Hormuz. Una guerra frontale può innescare una pericolosa escalation. Gli Stati Uniti continueranno a usare l’arma più efficace di cui dispongono: l’economia. È la strategia vincente in un mondo globalizzato. Il blocco continentale inglese non riuscì due secoli fa a fermare Napoleone, ma il controllo delle tecnologie critiche e gli embarghi internazionali contribuirono il secolo scorso al crollo dell’Unione sovietica”. “Difficile che nasca un conflitto aperto con l’Iran. La Repubblica islamica è una fortezza circondata da montagne. E la politica americana mira a evitare impegni boots on the ground in Medio Oriente. Trump ha ritirato progressivamente le sue forze dal Golfo. È rimasta però una potenza navale e aerea notevole”, ha aggiunto Jean.

Quale può essere la prossima mossa degli Usa?

Bloccare i porti dove gli iraniani imbarcano le petroliere, ad esempio. L’economia iraniana dipende totalmente dall’export di petrolio, che ad oggi è diminuito da un milione e mezzo di barili al giorno a meno di 500mila. Un altro colpo può mettere in ginocchio Teheran.

IL POST DI NEGRI (EX SOLE 24 ORE)

“Uccisione di Soleimani: Usa e Iran sul piede di guerra”, è il titolo del post che Alberto Negri, già inviato speciale di esteri al Sole 24 Ore e ora free lance, ha dedicato su Facebook all’uccisione di Soleimani: “L’uccisione da parte degli Usa del generale Qassem Soleimani a Baghdad è un atto di guerra. Soleimani era diventato un attore chiave del regime iraniano come comandante delle forze speciali dei pasdaran e per avere condotto il conflitto in Iraq e in Siria contro l’Isis e in appoggio al regime di Assad. Nel pezzo di oggi sul Manifesto ricordo che: “Gli americani stanno trasferendo le «bombe intelligenti» e quelle anti-bunker in Iraq nel caso gli Usa, incoraggiati da Israele, dovessero bombardare la Repubblica islamica””.

LA DOMANDA DI GAIANI (ANALISI DIFESA)

Ordine di Trump. Il generale Soleimani ucciso in Iraq.
Pioggia di razzi, eliminato il comandante delle forze al-Quds, l'unità della Guardia della Rivoluzione iraniana. Trump lancia un tweet con la bandiera americana #3gennaio2020 Iscriviti #List
 

I pasdaran di Soleimani salvarono Baghdad dall'Isis nel 2014 (non i marines USA nè gli aerei italiani in Iraq disarmati) e lui stesso pianificò le operazioni per liberare il nord Iraq dal Califfato. USA in guerra vs tutti i veri nemici dell'Isis: puntano a guerra civile in Iraq?

COSA DICONO I DEMOCRATICI USA

Qassem Soleimani “era un assassino, responsabile della morte di migliaia” di persone, “tra loro centinaia di americani”. “Ma questa mossa sconsiderata provoca una escalation della situazione con l’Iran ed aumenta la probabilità di altre morti e di un nuovo conflitto in Medio Oriente”. A scriverlo su Twitter, in un commento all’azione ordinata dal presidente americano Donald Trump, è stata la candidata alle presidenziali Elisabeth Warren. “La nostra priorità deve essere quella di evitare un’altra guerra costosa”, ha scritto la senatrice.

Negli Stati Uniti c’è molta preoccupazione sulle ripercussioni globali — a coinvolgimento USA — dell’uccisione di Qassem Soulimani. Però distinguiamo: molti Democratici stanno cercando di usare la cosa a fini elettorali
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