L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 8 gennaio 2020

Soleimani martire - e non poteva essere altrimenti

Iran missili contro le basi Usa: 80 morti, inizia la guerra?


8 Gennaio 2020 - 10:44 

Pioggia di razzi dei Pasdaran iraniani contro basi Usa dislocate in Iraq: ci sarebbero almeno 80 morti ma Donald Trump ostenta sicurezza. Siamo di fronte all’inizio di una guerra?


Iran e Usa sono a un passo dalla guerra, con Teheran che ha lanciato nella notte (ore 01.20 locali) l’operazione Soleimani Martire lanciando diversi razzi contro due basi americane dislocate in Iraq.

La TV di stato iraniana ha parlato di “ 80 terroristi americani uccisi ” a seguito dell’attacco, con i 600 militari italiani di stanza nella zona che starebbero tutti bene essendosi riparati in appositi bunker.


“All is well” ha commentato Donald Trump via Twitter, aggiungendo che in questo momento “si sta facendo una ricognizione dei danni e delle vittime, abbiamo le truppe più forti al mondo” annunciando poi una dichiarazione per la mattinata.

I pasdaran iraniani hanno subito rivendicato l’attacco alle due basi statunitensi, con il ministro degli Esteri di Teheran Javad Zarif che ha ribadito come “ci difenderemo contro ogni aggressione ma non vogliamo una guerra”.

Ad aggravare la situazione in Iran c’è stato anche un disastro aereo che ha provocato oltre 170 morti: anche se le autorità parlano di guasto tecnico, con il velivolo diretto a Kiev che è precipitato poco dopo il decollo, ancora sono tutte da chiarire le cause della sciagura mentre diverse compagnie aeree internazionali hanno sospeso i propri voli nella zona.

Iran-Usa: è guerra?

Non si è fatta attendere la risposta dell’Iran all’uccisione di Qassem Soleimani, il generale morto a seguito di un attacco portato da un drone americano nelle vicinanze dell’aeroporto di Baghdad.

Celebrati i funerali, dove per la calca ci sono stati circa 50 morti, i Pasdaran nella notte hanno lanciato diversi razzi contro due basi statunitensi dislocate in Iraq, nelle vicinanze della zona dove sono presenti anche i nostri militari.

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