- al governo e al parlamento tedesco, per la verifica del loro mandato costituzionale, in particolare sulla loro mancata vigilanza rispetto all’operato della Bce;
- alla Bce, chiedendo ulteriori spiegazioni sul programma PSPP, al fine di consentire una indagine sulla effettiva violazione dei trattati;
- alla Corte di Giustizia Europea, sostenendo a gran voce che la sovranità appartiene agli stati, e che spetta alla Corte Costituzionale valutare se ai sensi della legge fondamentale tedesca le istituzioni europee abbiano agito nel rispetto del manato conferitogli dagli stati mediante i trattati. Su questi presupposti, ha dichiarato che alcune parti della sentenza della Cgue dell’11 dicembre 2018 – con cui i giudici europei hanno sancito la legittimità delle decisioni della Bce – fuoriescono dal mandato che conferito dai trattati ai giudici europei, in particolare in merito all’applicazione del principio di proporzionalità nel giudizio fornito sulla Bce. Il principio di proporzionalità implica che le istituzioni europee debbano agire mantenendo una proporzionalità tra gli obiettivi che si sono conferiti e le azioni poste in essere. In particolare, i giudici tedeschi hanno ritenuto che nel valutare il programma di acquisto della Bce, la Corte europea non abbia indagato correttamente sul fatto se vi sia proporzionalità tra gli obiettivi di politica monetaria in capo alla Bce e gli strumenti dalla stessa posta in essere.
- Alla Banca tedesca, Bundesbank, che non può per tali motivi partecipare all’attuazione del programma della Bce, a meno che il Consiglio direttivo della Bce non adotti una nuova decisione che dimostri in modo comprensibile e giustificato che le azioni messe in campo non siano sproporzionate rispetto agli obiettivi di politica monetaria.
la polemica non è un male, è solo una forma di confronto crudo sincero, diciamo tutto quello che pensiamo fuori dai denti, e vediamo se riusciamo a far venir fuori le capacità di cui siamo portatori e spenderle per il Bene Comune. Produrre, organizzare, trovare soluzioni, impegnarci a far rete, razionalizzare e mettere in comune, attingere alle nostre risorse. CUI PRODEST? Pensa cchiu' a chi o' dicè ca' a chello ca' dice
L'albero della storia è sempre verde
L'albero della storia è sempre verde
"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"
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