L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

mercoledì 3 giugno 2020

Dopo 7 lunghi anni di lotta per distruggere e quando ottengono il loro scopo si scusano. Nessun rispetto per le comunità solo voglia fare soldi e nello stesso modo trattiamo la nostra unica casa il mondo Terra


Australia, colosso minerario distrugge sito indigeno sacro che ha 46mila anni poi si scusa: “Errore”



La demolizione da parte del Rio Tinto è avvenuta il 24 maggio scorso nonostante una battaglia lunga sette anni condotta dai custodi locali della terra sacra, il Puutu Kunti Kurrama e il Popolo Pinikura

di F. Q. | 1 GIUGNO 2020

Su Twitter c’è chi parla di disgusto, chi di genocidio, chi fa paragoni con la furia iconoclasta dei talebani. Certo è che il colosso minerario Rio Tinto si è dovuto scusare dopo aver fatto saltare in aria con la dinamite un sito indigeno sacro risalente a 46.000 anni fa per espandere una miniera di ferro nella gola di Juukan, nell’Australia occidentale. Diversi media, Abc, Guadian e anche la Cnn, ne parlano. Il sito, praticamente sbriciolato dall’azione dei minatori, aveva due sistemi di grotte che contenevano migliaia di manufatti risalenti a decine di migliaia di anni di occupazione umana continua.

Rio Tinto è una delle più grandi compagnie minerarie del mondo ed è operative in molti territori e in particolare in Australia. La demolizione è avvenuta il 24 maggio scorso nonostante una battaglia lunga sette anni condotta dai custodi locali della terra sacra, il Puutu Kunti Kurrama e il Popolo Pinikura, per proteggere proprio il sito in questione. “Siamo spiacenti per l’angoscia che abbiamo causato. Il nostro rapporto con il Pkkp è molto importante per Rio Tinto, che ha lavorato insieme per tanti anni”, ha dichiarato Chris Salisbury, Ceo di Rio Tinto Iron Ore, in una nota. “Continueremo a lavorare con il Pkkp per imparare da ciò che è accaduto e rafforzare la nostra partnership. Con urgenza, stiamo rivedendo i piani di tutti gli altri siti nell’area della gola di Juukan”. La società ha quindi dichiarato di aver agito nel quadro di un accordo “globale e reciprocamente concordato” dal 2011.

Pretty damn disgusted Rio Tinto and The Aboriginal Herirage Act #Juukan #JuukanGorge #JuukanRockShelters

Foto: Puutu Kunti Kurrama And Pinikura Aboriginal Corporation

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