L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

lunedì 8 giugno 2020

Il Sistema massonico mafioso politico istituzionalizzato odia Nicola Gratteri, l'uomo integro che non risponde a nessun apparato malato

“Nicola Gratteri matto, va fermato”/ Luca Palamara, chat anche su pm anti-‘ndrangheta

Pubblicazione: 07.06.2020 - Silvana Palazzo

Luca Palamara e la chat su Nicola Gratteri: “Un matto, va fermato”. L’attacco dell’ex presidente Anm al pm anti-‘ndrangheta

Nicola Gratteri (LaPresse)

Anche Nicola Gratteri nel mirino di Luca Palamara, seppur in maniera diretta. Nelle chat del pm romano ha trovato spazio anche il procuratore di Catanzaro. Lo rivela il Quotidiano del Sud, che riporta alcuni messaggi tra l’ex presidente Anm e Massimo Forciniti, anche lui membro del Csm. Era il 12 aprile 2018: Palamara inviò al collega un link che rimandava ad una dichiarazione di Gratteri riguardo alcuni magistrati calabresi che non erano degni di indossare la droga. «Purtroppo è matto vero, però va fermato, non può continuare così», il commento di Palamara. Quindi, non era solo Matteo Salvini a risultare “scomodo” al pm romano. «Sapere che certi “magistrati” volevano fermare sia me che il bravo procuratore antimafia e anti-‘ndrangheta mi fa arrabbiare, ma mi dice anche che stiamo facendo entrambi un ottimo lavoro contro i criminali. Per me è una medaglia», la reazione del segretario della Lega.

PALAMARA “GRATTERI MATTO, VA FERMATO”

Una stagione di veleni all’interno della magistratura. La conferma arriva dalle intercettazioni delle chat di Luca Palamara, finite nel fascicolo dell’inchiesta di Perugia. Il telefono del capo corrente di Unicost brulica di opinioni, battute e confidenze. Ma Palamara aveva scambiato qualche messaggio pure con lo stesso Nicola Gratteri, secondo quanto riportato dal Quotidiano del Sud. Nel settembre 2017 il procuratore di Catanzaro aveva qualcosa che lo tormentava, ma da Palamara arrivarono delle rassicurazioni. «Saneremo la situazione di Catanzaro», diceva il capo di Unicost al collega che gli rappresenta di aver scritto a Giovanni Legnini, che all’epoca era ancora vicepresidente del Csm. La risposta di Palamara fu secca: «Hai fatto bene». Il pm romano sapeva che Gratteri si era rivolto a Legnini, così come al ministro della Giustizia Andrea Orlando. Glielo aveva anticipato due giorni prima Forciniti che, sempre con Palamara, commentò la mossa di Gratteri: «Ha fatto bene… tanto noi non gli abbiamo garantito un cazzo».

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