L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 19 settembre 2020

Johnson Boris non voleva fare il lockdown, l'hanno rinchiuso nelle segrete stanze e gli hanno spiegato che è uno strumento per distruggere l'Offerta e che lui non poteva esimersi, allora per salvargli la faccia gli hanno suggerito di dire che aveva il covid 19. Ora è diventato un sostenitore indelebile per rendere l'umanità prigioniera in casa. Stesso meccanismo è toccato a Zingaretti, mentre Bolsonaro si è dichiarato malato senza costrizione

Coronavirus, Johnson: “Seconda ondata in arrivo in Gran Bretagna”. In Germania è record di contagi da aprile


Il centro epidemiologico tedesco ha segnalato 2200 casi nelle ultime 24 ore. Madrid già verso il lockdown

19 SETTEMBRE 2020

LONDRA. Boris Johsnon avverte che la seconda ondata dell'epidemia di coronavirus sta arrivando in Gran Bretagna. «La stiamo vedendo in Francia, Spagna, attraverso l'Europa. Temo sia assolutamente inevitabile che la vedremo in questo Paese», dice il premier britannico citato dai media durante una visita nell'Oxfordshire. Johnson ha spiegato che il suo governo sta valutando se «andare oltre» le restrizioni imposte questa settimana, sottolineando tuttavia di non voler un nuovo lockdown.

«È l'ultima cosa che vogliamo», vogliamo mantenere aperte le scuole, l'economia, ha spiegato. Questa settimana sono state imposte misure restrittive differenziate per diverse parti del paese, che coinvolgono 13,5 milioni di persone. Da lunedì è inoltre ovunque in vigore la «regola del 6» che vieta riunioni di più di sei persone all'interno e all'esterno, con l'eccezione di scuole e uffici. Johnson ha invitato tutti a rispettare le nuove disposizioni, così come le regole base di distanza sociale e igiene delle mani.

La situazione in Germania
Intanto sono quasi 2300 i nuovi contagi da coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Germania, il livello più alto dallo scorso aprile. Lo riferisce il Robert Koch Institut (Rki), il centro epidemiologico tedesco: si tratta di 2297 infezioni, portando il numero complessivo a 270 mila. Sono 6, sempre nelle 24 ore, i decessi registrati, per un totale di 9384. I guariti, sempre stando al conteggio del Koch Institut, sono 239 mila. Il livello piu' alto di contagi giornalieri era stato registrato tra la fine di marzo e l'inizio di aprile, con circa 6000 infezioni. In agosto solo una volta si era tornati a superare i 2000 contagi.

In Spagna verso un nuovo lockdown
A partire da lunedì, alcune zone di Madrid saranno soggette al lockdown per frenare l'aumento del Covid-19. Il provvedimento riguarda oltre 850mila persone, che saranno sottoposte a restrizioni per i viaggi e agli assembramenti. La Spagna ha il maggior numero di casi di coronavirus in Europa, e Madrid è di nuovo la regione più colpita. Secondo i dati della Johns Hopkins University, i nuovi casi sono 625.651 e i tassi di infezione nella regione di Madrid sono più del doppio della media nazionale, afferma il governo spagnolo. Il Paese è stato tra i più colpiti dalla prima ondata di infezioni con 30mila morti. Da lunedì, 37 dei distretti sanitari più a rischio nella regione saranno soggetti a restrizioni. I residenti potranno lasciare la loro zona solo per andare al lavoro, a scuola o per assistenza sanitaria. Gli incontri sociali saranno limitati a sei persone, i parchi pubblici saranno chiusi e le attività commerciali dovranno abbassare la saracinesca entro le 22.

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