L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

domenica 22 novembre 2020

Gualtieri licenziato in tronco per manifesta incompetenza

I costi del Sure secondo Gualtieri

22 novembre 2020

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri

Che cosa ha detto il ministro Gualtieri sui prestiti Sure. Il commento di Giuseppe Liturri

Tanto tuonò che piovve. Ma la pioggia generata dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, rischia di rivelarsi acida.

Giovedì 19 il ministro è stato ascoltato in audizione presso le Commissioni riunite Finanze e Politiche Ue del Senato per riferire sull’esito dei due ultimi Consigli Ecofin del 6 ottobre e del 4 novembre.

È stata l’occasione per conoscere finalmente solo una parte della verità su prestito da 27,4 miliardi, di cui 16,5 già erogati, che la Commissione ha deliberato a favore dell’Italia, con la finalità di finanziarie le spese eccezionali sostenute per Cassa integrazione ed altre indennità ai lavoratori autonomi (Sure, in sigla).

Il ministro ha detto due cose che si sapevano e cioè che la Commissione ha emesso a ottobre titoli per 10 miliardi a 10 anni con rendimento -0,24%, e titoli per 7 miliardi a 20 anni con rendimento 0,13%.

A beneficio del lettore aggiungiamo che il 17 novembre ha emesso altri titoli per 8 miliardi a 5 anni al -0,51% e titoli per 6 miliardi a 30 anni al 0,32%.

La notizia rivelata dal ministro riguarda le commissioni bancarie pari al 0,17% sul decennale e del 0,20% sul ventennale, che portano il tasso finito per l’Italia rispettivamente pari al -0,07% e 0,33%.

Il ministro ha sostenuto che il risparmio di interessi rispetto ai Btp resta rivelante anche se questi “non sono miliardi in più da utilizzare nella manovra”, poiché creano solo minore necessità di emissioni di titoli pubblici.

Riguardo allo status di creditore privilegiato della Commissione, il ministro ha dichiarato che si tratta di “norma standard che non fa venir meno la convenienza”.

Ma su questo punto dobbiamo ricordare a Gualtieri due aspetti: primo, che una garanzia del genere ha sempre un prezzo sul mercato che quindi diminuisce la convenienza relativa del prestito Sure, rispetto al Btp a 10 anni che oggi rende intorno al 0,60%.

Secondo, proprio per avere un’idea di questo premio, il prestito Sure, per il fatto di essere assistito da privilegio nel rimborso, è a rischio zero, ed il suo tasso non può essere molto diverso da un titolo di pari caratteristiche come il Bund tedesco che a 10 anni rende il -0,50% circa.

Quindi se la Commissione ha spuntato -0,24% ed a noi fa pagare -0,07% ci sta solo facendo pagare un prestito “ipotecario” ad un tasso superiore a quello di mercato e, al contempo, riesce a fare la gioia degli investitori a cui non è parso vero di “ricevere” un rendimento simile per un bond “risk-free”. Prova ne è il fatto che la domanda è stata record (233 miliardi per la prima emissione e 175 per la seconda).

Chiunque faccia il direttore finanziario sa bene che sarebbe stato licenziato in tronco se avesse presentato al suo consiglio un “affare” del genere.

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