L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

sabato 10 ottobre 2020

Racconti autunnali - 3 - la mascherina simbolo di sottomissione

Mutismo E Rassegnazione


10 ottobre 2020

Tempo fa guardavo la televisione insieme a mia moglie e mia figlia. Un evento raro, ma la trasmissione che andava in onda aveva catturato la mia attenzione.

Il programma che guardavamo si chiamava MythBuster. Si tratta di una specie di documentario in cui i due conduttori che si atteggiano a scienziati un po’ burloni entrano dentro le aziende e le industrie e mostrano alle telecamere come vengono realizzati certi prodotti.

In questa occasione si trattava di un azienda altamente meccanizzata che produceva latte di mucca.

Mentre il titolare dell’azienda, dall’aspetto egli stesso bovino, spiegava tutto il processo produttivo e forniva dati tecnici, le mucche sfilavano una dietro l’altra in modo composto e disciplinato, seguendo un percorso obbligato, delimitato da massicce barriere tubolari in metallo, fino ad arrivare alle macchine mungitrici.

Una volta raggiunta la posizione precisa, il robot mungitore, in modo totalmente automatico, faceva uscire un dispositivo che agguantava le mammelle, vi collegava certe cannule, e molto rapidamente, ne estraeva tutto il latte che riteneva necessario.


Il padrone era molto fiero di come il suo macchinario fosse efficiente, infatti, mentre la mucca veniva munta, l’apparecchio era in grado anche di effettuare rilevamenti biometrici accurati con sensori automatizzati che, leggendo il chip punzonato sull’orecchio dell’animale, aggiornavano nel database tutta la storia relativa all’età, alla salute, e alla produttività dell’animale.

Una volta conclusa la mungitura, la mucca veniva indotta a procedere seguendo lo stesso percorso obbligato, sempre delimitato da apposite sbarre, che non le consentivano altri movimenti se non quello di continuare in avanti lungo il tracciato prestabilito.

Con tutta questa efficienza produttiva a disposizione, è facile per un’azienda avere dati molto precisi per il suo piano industriale. Quando l’intera filiera è gestita in modo così impeccabile, è impossibile che sfugga anche una sola goccia di latte che non possa essere calcolata nell’algoritmo e trasmessa al modello gestionale finanziario per determinare il ritorno economico dell’attività, in questo caso basata sulla mungitura.

Al termine di tutto questo processo completamente automatizzato, tanto da sembrare meccaniche anche le mucche, ogni animale ritrovava quindi il suo ristretto spazio riservato dove gli veniva somministrata l’opportuna dose di mangimi industriali. Mangimi calibrati con lo scopo di consentire alla mucca di vivere di produrre in modo tale da assicurare e massimizzare il profitto dell’azienda.

A questo punto penso che non occorra spiegare la metafora.

Anche io mi sono sentito un po’ come quelle mucche e ciò mi ha rattristato.

Mi accorgo che sia io chetanti altri siamo quotidianamente incanalati in un percorso obbligato dal quale non osiamo uscire, semplicemente perché NON POSSIAMO. Ogni altra via è blindata.

Nessuna di quelle mucche, giunta alla mungitrice può più rifiutarsi di cedere il suo latte, che so, magari incornando la macchina e tentando un’improbabile fuga. Non si può fuggire! Le sbarre sono d’acciaio e laddove non basta il recinto intervengono brutalmente gli aguzzini armati.

Quindi non rimane altra scelta che continuare ad andare avanti. In fila uno dietro l’altro, zitti e a capo chino. Consapevoli che questo è il nostro dovere. Un processo di totale sottomissione ultimato in modo sadico con l’imposizione della mascherina, simbolo universale di quello che nelle gerarchie militari si chiama “MUTISMO E RASSEGNAZIONE”.

Ingozzare cibi industriali calibrati per ottenere bestiame docile.

Starsene nella nostra stalla nel perimetro che ci viene concesso.

Farsi mungere quel tanto quanto il padrone esige.

Le telecamere ovunque, i telefonini e il chip sempre più ubiquo (vedi chip sulla tessera sanitaria) registrano come la macchina delle mucche tutti i nostri pensieri e dati biometrici, e tutto confluisce nel database di Wall Street e degli organismi sovrannazionali, i quali elaborano continuamente le strategie per la gestione delle mucche-umane e le comunicano ai governi per le opportune ratifiche e implementazioni. Stampa e forze armate fanno il lavoro finale, quello della persuasione, con le buone i TG e con le cattive i manganelli.

L’unica speranza è quella di avere sempre latte a sufficienza da fornire alla macchina, altrimenti, al prossimo giro, se il latte non basta, si passa al mattatoio.


10 ottobre 2020 -Piazza San Giovanni Roma


 

1 - Euroimbecilandia odia i popoli

LA GUERRA CONTRO I POPOLI D’EUROPA

Finanza libera, Moneta e Debito: così combattono il ceto medio. Come difendersi,
uscire dalla crisi? Si può

Intervista al Dott. Filippo Abbate, consulente finanziario 
di Jacopo Brogi

La teoria secondo cui credito e finanza possano crescere all'infinito rispetto all'economia reale sperimentata grazie a decenni di deregulation, innovazione finanziaria e tecnologica, libera circolazione dei capitali, ha creato un mostro che ha scatenato la grande Crisi, spinta propulsiva di un cambio epocale.“
"Il mercato mondiale non può più essere conquistato attraverso il commercio e gli investimenti, ma solo con mezzi politici ”affermava il giurista e studioso Franz Neumann descrivendo l’economia monopolistica totalitaria di un passato regime.
Peter Oppenheimer strategist di Goldman Sachs per le piazze finanziarie europee è stato chiaro: “
La pressione dei mercati provocherà un cortocircuito che costringerà l’Europa a prendere decisioni forti
” (Corr. Sera, 16.07.12). Ce lo chiedono i mercati, neo divinità contemporanee, giudici universali della nostra vita.

Il luogo naturale di scambio fra controparti, domanda e offerta, fonte millenaria di ricchezza, sviluppo materiale ed umano si è trasformato in un sistema autoreferenziale capace di fabbricare esclusivamente profitto, denaro su denaro. Si è materializzata quella che lo studioso canadese John K.Galbraith ha definito “economia della truffa”

In questa guerra economica combattuta con strumenti finanziari, la mancanza di regole è l’arma letale di banche d’investimento transnazionali e corporation. 

La finanza affoga l’economia reale. I popoli, gli Stati sembrano aver alzato bandiera bianca; chi vive del proprio lavoro, sia esso dipendente o medio imprenditore risulta ormai asservito ad un sistema controllato da un’ unica legge: il profitto ad ogni costo del Capitale globale

Eppure la Grande depressione degli anni trenta era stata una lezione magistrale. 

Efficaci anticorpi legislativi nacquero per porre dei limiti alle attività finanziarie e alla trasparenza delle informazioni ad esse correlate. La legge bancaria del 1933, Glass – Steagall Act, separò le banche commerciali dalle banche d’investimento così da tenere a riparo l’economia reale da possibili nuovi crack. 

Non dimentichiamo il 1971, ossia l’anno dell'abolizione - amministrazione Nixo- del sistema di cambi fissi stabilito nel 1944 dalla Conferenza di Bretton Woods che prevedeva la convertibilità del dollaro in oro. Iniziò una nuova epoca, la nostra: nasceva il sistema monetario moderno. L’Era della moneta legale (denominata “fiat”, non agganciata ad alcun valore reale), tale perché riconosciuta dallo Stato; emissione di moneta nelle quantità desiderate e non più in base alle riserve auree disponibili. 

Dopo anni di relativa stabilità economica, arrivarono gli anni ottanta e con essi le“nuove libertà”. Con le trickle down economics di Ronald Reagan – favorire i ricchi, il mercato, cosicché qualche “goccia” arrivi anche ai poveri – iniziò l’opera di deregolamentazione culminata nel 1999 sotto amministrazione Clinton con l’abrogazione del Glass – Steagall Act e la limitazione dei controlli sulle banche d’investimento (Gramm – Leach Bliley Act). 
Immediate le fusioni fra Banche d’affari e banche commerciali: nacque il gigante Citigroup (1999). 
Ecco che l’economia reale tornava in pericolo, la finanza era uscita dalla gabbia. Allo stesso tempo, iniziava a farsi abituale (già nel 1998, erano il 25%) la concessione di credito subprime (mutui facili per famiglie a basso reddito). 

Successivamente venne esclusa qualsivoglia regolamentazione (CommodityFutures Modernization Act ) dei derivati (dispositivi di mercato nati con funzione assicurativa nell’Olanda nel diciannovesimo secolo a tutela del valore delle merci, riconvertiti oggi in spietati costruzioni logaritmiche di profitto) esentando li pure dalla legge anti scommesse. 
Creazioni finanziarie mai viste prima iniziarono a diffondersi e moltiplicarsi, contaminando il sistema:
cartolarizzazione dei mutui subprime (viene creato un artificio finanziario emettendo sul mercato obbligazioni garantite da beni reali – le abitazioni su cui viene acceso il mutuo – vendute poi agli investitori su diversi livelli: ciò distribuisce il rischio finale dell’operazione di mutuo ai sottoscrittori dell’obbligazione), cds (credit default swaps) – contratto di assicurazione su cui l’acquirente paga un premio una tantum al venditore, ricevendo un rimborso in caso di fallimento del titolo), cdo (obbligazioni collaterali di debito – Sono obbligazioni strutturate contenenti qualsiasi tipo di debito,
subprime inclusi. In caso di mancato rimborso… addio alle risorse investite dall’istituto di credito per l’accensione del mutuo nonché a quelle dell’investitore. E’ sostanzialmente un trasferimento di rischio nei confronti dell’emittente da parte di terzi).

La maggior parte di questi strumenti scorrazzano a tutt 'oggi nei mercati OTC (Over The Counter), mercati non regolamentati. 

Con l’arrivo alla Casa Bianca di G.W. Bush, ecco il “piano casa” (2002).
American Dreamper tutti, una casa a ciascun americano: concessione di subprime senza controllo anche alle classi medio basse, che difficilmente avrebbero potuto accedervi ai normali tassi di mercato. 

Nel 2004 la Sec (Commissione per i titoli e gli scambi) aumentò il limite di indebitamento per le banche d’affari - che ottennero così maggiori prestiti - e ridusse i controlli sulle società finanziarie. 

Fra il 2005 e il 2008 le principali banche d’investimento iniziarono a scommettere con i cds contro gli stessi titoli che vendevano come sicuri. No problem…garantivano le agenzie di rating (le più influenti: Standard & Poor's, Moody's eFitch, tutte rigorosamente made in Usa - ndr) !!!.

Ecco che partorita dalle principali banche d’affari, un’enorme “bolla” speculativalegata al mercato immobiliare, si andava ingigantendo da ben sette anni. Tic tac,tic tac…. una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

Il numero delle abitazioni di proprietà era ai massimi, ma i tassi di risparmio ai minimi, la richiesta di prestiti per comprare abitazioni praticamente assente.Una quantità enorme di mutui subprime non venivano più rimborsati dalle famiglie.

Tic tac, tic tac…. settembre 2008 …tic tac, tic tac…. crollo della bancad’investimento Lehman Brothers.
Iniziò l’effetto domino, nel tempio mondiale del capitalismo arrivarono miliardi su miliardi di denaro pubblico (ad oggi, 11400 miliardi di dollari, dati Ocse, ndr) a salvare il sistema creditizio.

Socializzazione delle perdite, privatizzazione dei profitti per l’èlite. Ad ogni costo.

Il Capitale finanziario non vuole libertà, ma egemonia” sosteneva l’economista austriaco Rudolf Hilferding.

Dalla finanza alla realtà: l’economia, Il lavoro. Sabbie immobili per chissà quanti anni ancora, dagli Usa all'intero Occidente. 

Il pensiero unico, la rivoluzione culturale del “Sogno Americano” su scala globale, le palesi e quanto mai diaboliche contiguità con il potere mediatico. Gli spettri del terrore serviti dalle oligarchie politiche sembrano invincibili. Stati che salvano banche, banche e che si comprano gli Stati. Il vecchio continente, da sessant’anni in Pace dopo secoli di guerre fratricide, è la cavia contemporanea del laboratorio neoliberista. L’eccezione da normalizzare.
La finanza senza controllo approfitta dell’assenza di sovranità monetaria, fa leva sul Debito per sottomettere le nazioni ed i popoli ormai in balia di poteri sovranazionali.

Il Dott. Filippo Abbate, consulente finanziario di un importante istituto di credito di livello continentale ci aiuterà a comprendere strumenti, tecniche e strategie che non hanno nulla di fantascientifico, tutt'altro: azioni classiste scientemente pianificate, effetti patologici di umanissima avidità che ormai quotidianamente stravolgono la nostra vita.

Una recente ricerca internazionale stima che il valore degli strumenti finanziari fluttuanti per il globo superi l’intero Pil mondiale di almeno 15 volte. Può essere la prossima “bolla”?

Soltanto i padroni dei “mercati”, ossia le grandi istituzioni finanziarie internazionali, le agenzie di rating, i fondi pensione, le corporation hanno la capacità di muovere con pochi click enormi quantità di denaro virtuale. Il sistema è una potente macchina che rimodula continuamente se stessa ed è congegnata su artifizi contabili, strumenti finanziari ed invenzioni matematiche sempre più sofisticate: è una delle più grandi commedie mai apparse prima sulla scena, dove le star svolgono anche il ruolo dei principali antagonisti nonché dei fedeli sparring partner. 
Se vi fosse l’esplosione della“bolla finanziaria”essa sarebbe quindi determinata dai nuovi “proprietari universali”, gli stessi padroni di questo enorme casinò azionario che avrebbero così deciso di farla deflagrare. Una giostra magica, inesauribile fonte di immensi profitti, influenza politica ed enorme potere. Che rinuncino a tutto ciò? E’ alquanto irrealistico. 

Altra cosa sono gli effetti devastanti della “finanza libera” sull'economia reale. E’ la corda che tiene appeso l’impiccato.

segue

La mascherina emblema della sottomissione è la museruola che ti fa disconoscere, farfugliare, raccogliere i germi tuoi e altrui, respirare poco ossigeno e molto CO2 da te emesso. Potrebbe qualcuno, per favore, spiegare al capo del governo, prima che continui a seminare panico, la differenza tra infetto, testato positivo e malato.

Lockdown? Sto arrivando... Che palle, che balle!
Cronache dal pesce nella boccia (di Amuchina)

di Fulvio Grimaldi
4 ottobre 2020


“I governati obbediscono perchè non credono che i governanti governano contro di loro“ (Apocrifo di Nicolò Machiavelli)

“Il vaccino dovrebbe essere sperimentato per primo sui politici. Se sopravvivono, il vaccino è sicuro. Se non sopravvivono, è sicuro il paese“. (Monika Wisniewska, scrittrice polacca)

Prima, per metterci in sintonia con lo stile del Nuovo Ordine Mondiale e con chi lo interpreta da noi, un po’ di pornografia istituzionale:


Il bio-tecno-fascismo scende per li rami

Il titolo e l’illustrazione, leggerini e scherzosetti, con cui si apre questo post blasfemo parrebbero inadeguati al dramma 1 che abbiamo vissuto, a quello 2.0 in corso e al 4.0 che concluderà il ciclo della nostra vita come ci sarebbe spettata. Ma è per non farvi subito scappare sotto il letto, o impugnare la Smith-Wesson. O precipitarvi all’Untersuchungsausschutz, di cui dopo.

Avevano cominciato al tempo della Lorenzin, ministro notoriamente privo di qualsiasi conflitto d’interesse, per cui ha potuto essere la prima a imporre la fine della costituzionale libertà di scelta - osata da un medico subito radiato - e l’imposizione di ben 12 vaccini obbligatori. Ora siamo a ben venti medici sotto processo e prossimi alla radiazione presso la Commissione Centrale per le Professioni Sanitarie (CEEPS). Accusati di essere “no vax”, cosa che non sono per niente, e di aver tradito scienza e deontologia.

L’accusa corretta sarebbe che si sono dichiarati contro la vaccinazione obbligatoria indiscriminata e di massa. Per la quale la tua scelta non è più la tua scelta, il tuo corpo non è più il tuo corpo, la Costituzione non è più la tua Costituzione. Dietro al CEEPS c’è il ministero, c’è Speranza. Concludete voi. Mi si soffocano le parole in gola.

Mascherine legali? Legittime? Fino a 6 anni salvo. Dopo, no.

Notiza d’agenzia. “STRASBURGO – Il prefetto del Bas-Rhin, nel dipartimento del Grand Est, aveva emanato una ordinanza che imponeva l’obbligo di mascherina all’aperto. Il tribunale amministrativo di Strasburgo, tuttavia, l’ha cassata, chiedendo che venisse modificata perchè illegittima e perniciosa. In Francia c’è stata una vera e propria ondata di ricorsi che stanno cercando di far annullare le ordinanze dei prefetti...” Anche in Germania dialettica simile tra governativi mascherinati e anti-governativi smascherinati, con tanto di commissione d’inchiesta sui crimini contro l’umanità. Da noi niente. Siamo il “modello Italia”.

Da noi a settembre c’erano meno “casi” e meno “vittime” (i tamponisti avevano un po’ mollato). E subito Conte e il CTS si sono fatti invitare da Gesù alle nozze di Canaa, dove tutto ciò che si vuole viene moltiplicato. Dai pesci ai virus. Dal vino alle balle. Così i nostri, tornando, hanno potuto far credere a 60 milioni di italiani, assembrati in piazza dal vicario di Cristo, che senza le ormai santificate mascherine anche all’aperto, non c’è partita (neppure per mille in stadi da 70mila). Diventa così del tutto infallibile dogma la mascherina pure fuori, pure al bar a bere il caffè per un forellino. Senza, il vicario del vicario, quello con la pochette, ci fulmina: 400 euro di multa, esorcismo sanitario e ostracismo sociale.

La danza della mordacchia

In ogni caso, al bar o ristorante, immaginiamoci con una musica alla Ridolini. Arrivi con mordacchia, guardi con mordacchia se c’è troppa gente, entri con mordacchia, vai alla cassa con mordacchia, poi al banco con mordacchia, togli la mordacchia in attesa del caffè, la barista ti urla “la mordacchia!”, rimetti la mordacchia, arriva la tazzina e togli la mordacchia, ma il caffè è troppo caldo, rimetti la mordacchia e aspetti che si freddi, togli la mordacchia e trovi che il caffè è amaro, metti la mordacchia e anche lo zucchero, togli la mordacchia e bevi, gusti trasognato il caffè senza mordacchia, ti strillano da tutti i pizzi di mettere la mordacchia, ti scusi e rimetti la mordacchia. Esci. Si ripete al ristorante e a scuola. Ovunque, dagli schermi, ti osserva Zingaretti.

Ma Montalbano non potrebbe occuparsi anche del fratello?

Quanto alla mosca cocchiera Lazio, guidata da uno Zingaretti di cui non si capisce mai, come con certuni mica tanto svegli, cosa cazzo abbia da ridere, la museruola che ti fa disconoscere, farfugliare, raccogliere i germi tuoi e altrui, respirare poco ossigeno e molto CO2 da te emesso, è diventata come la maschera di ferro del povero sedizioso al tempo di Luigi XIV. Solo che quello era uno e pure sedizioso. Qui, tra Lazio e altre regioni già coinvolte, in vista del dispositivo di sicurezza (sicurezza del regime Conte) a misura nazionale, la faccia (e i polmoni) li chiudono a tutti, sediziosi (pochini) o meno (tantissimi).

Mentre se la chiudono da soli, come da foto, per offrire al mondo il solito “modello Italia”, nientemeno che il padrone Elkann e il giardiniere Conte. Entrambi a guidare la macchina mordacchiati, a dare l’esempio di come, guidando, si possa andare in deficit d’ossigeno, svenire e andare a sbattere. E' successo più volte. Che faccia parte del progetto di Bill Gates & Co.della depopolazione?


Si mormora che allo Zingaretti non sia andata giù l’offesa alla sua mascolinità di uomo forte regionale inflittagli dal TAR del Lazio con l’annullamento del suo vaccino (anti)influenzale obbligatorio ai soprasessanta. Davanti al ricorso del medico Dr. Mariano Amici, a cui diciamo grazie e auguriamo mille di questi giorni, il consesso amministrativo si deve essere chiesto: ma non ne avevano seccati già abbastanza, di vecchietti, quando li hanno carcerati per tre mesi fuori da luce, aria, cure, interventi salvavita? Così è passato l’annullamento, nonostante il negazionista di Via della Pisana si dibattesse come un ossesso e insistesse a negare che qui si muore di altro, che non sia il Covid.

Negazionisti di prima classe

Considerazione che deve essere balenata anche a qualche centinaio di medici belgi, quando hanno pubblicato su “La Libre Belgique” (lì si può) una lettera in cui chiedono che si indaghi l’OMS per “falsa pandemia”, dato che i numeri sono tutti manipolati e i danni superano di gran lunga i benefici promessi nel lungo periodo (quello lunghissimo, nell’aldilà). A sua volta, in Germania, l’Untersuchungsausschutz, di cui scrivo qui sotto, si espande e pare tener testa all’espansione dei “tamponi trova-positivo-asintomatico”, al cento per cento sanissimo, ma scoperto positivo e, dunque, infetto come da peste bubbonica grazie al concorso solidale dei media. Naturalmente per i negazionisti alla Bill Gates e derivati, tipo Ricciardi, Burioni, Crisanti, Pregliasco, i nostri quattro ronzini dell’apocalisse, tutto questo non vale. Intanto, subito subito, va negato senza il minimo indugio che le mascherine abbiano effetti collaterali che, secondo alcuni dementi, starebbero a quelli conclamati, come una pioggia di cavallette sta al glifosato della Monsanto.

Se poi negazionista è uno come Domenico Arcuri, sappiamo anche che valore dare ai propagatori di mascherine. Non è mica quello dei flop in serie come grani del rosario, quello degli scolari a scrivere in ginocchio? Quello dei vecchi banchi a due da rottamare, dato che lui sa bene che alla normalità non si tornerà mai più perchè il virus lo coviamo quanto ci pare? Quello che prende a metaforici sputi chiunque ne metta in discussione l’eccellenza? Quello che a forza di perspicaci cazzate e sapiente arroganza ha contribuito a farci esempio dell’OMS al mondo? Sì, è quello. Non per nulla scelto da un Carneade parvenue, da nessuno legittimato, se non dai clienti miliardari degli studi legali in cui ha fatto lo stage. L’allegra coppia negazionista di ogni più elementare verità, pur di tenere in piedi la baracca messa su da un popolo di sognatori, la cementa aggiungendo, su imbeccata tecno-scientifica, altri quattro mesi a un’emergenza sanitaria che nemmeno la Sibilla Cumana, tanto meno lo spirito santo, sanno se ci sarà. Ma che si farà lo sanno.

Untersuchungsausschutz.

Cos’è l’Untersuchungsausschutz? Ah già, da noi non c’è. Peccato. Ma c’è in Germania e da noi si direbbe Commissione d’Inchiesta. E’ composto da un bel numero di avvocati, giuristi, parlamentari, di eccellente rinomanza. Cosa fa? Raccoglie denunce, dati, elementi, prove, per procedere contro il governo di Berlino con l’accusa di crimini contro l’umanità commessi nel contesto del Coronavirus. Bello, no? Da noi qualche legale, dai sensi non contraffatti dagli immancabili trenta denari, c’è, e pure bravo. Manca l’Untersuchungsausschutz con il quale, ancora una volta, i tedeschi, come a Berlino con le milionate delle manifestazioni mask-free, ci danno distacchi come il Valentino Rossi dei bei tempi.

Mancano le masse di Berlino e di altre capitali. Ma manca anche una Commissione d’Inchiesta, blindata da verità giuridiche e fattuali che, nel nome del popolo sovrano residuo, controbatta colpo su colpo, con denunce, querele, comunicati, a ognuna delle malefatte che ci grandinano addosso dall’inizio di quest’anno. Mala tempora currunt e che il micro-Thor col martello tecnoscientifico intende estendere, per ora, al 31 gennaio 2021.

Comunque, quel che è troppo è troppo. E così il Codacons di Rienzi, che una l’azzecca e l’altra no, ha smosso le acque e ha alzato le onde stavolta nella direzione giusta facendo ricorso al TAR contro l’imbavagliamento sociocida e patologenico voluto dagli stregoni e subito imposto dal loro apprendista tontolone. Per aderire , come sarebbe il caso, cliccare qui: 


Regime giallorosso. Balle, balle, balle rosse e gialle

(Si fa per dire “rosso”; si fa benissimo a dire giallo, il colore dei sindacati infiltrati e collaborazionisti)

Ho già fatto ricorso alla similitudine tra la nostra condizione e quella dei pesci rossi nella boccia che, essendo deforme, permette ai pesci di non vedere che sgorbi sfocati oltre il vetro e, dunque, di credere che l’unico modo di essere corretto e stare bene sia quello nella boccia. Per carenza di fantasia ripeto la metafora e la ribadisco con questa immagine:

Uno su cento ce la fa. Ce la fa?

Balla: positivo = contagiato contagioso

Potrebbe qualcuno, per favore, spiegare al capo del governo, prima che continui a seminare panico, la differenza tra infetto, testato positivo e malato. Sembrerebbe che i suoi consiglieri alla Ricciardi, Pregliasco, Crisannti ci si confondano......

Cominciamo da casa nostra (“nostra”, Si fa per dire. E’ da un po’ che è “loro”, dalla cantina all’attico) e dalla superballa del “contagiato” da tempone. Da ogni angolo medico di una certa competenza (il che esclude praticamente tutti quelli che ci decalogano dal Comitato Scientifico e da tv e giornali che ne propagano il verbo), si grida che i tamponi sono inaffidabili perchè per oltre metà sbagliano. E subito dopo si spiega anche che quasi tutti i cosiddetti “positivi” sono sani come pesci (non quelli rossi, che muoiono tutti dopo poco) e per niente contagiosi, perchè il tampone registra non solo il presunto virus (mai isolato), ma tutti, proprio tutti, i residui morti di vecchie infezioni rimasti attaccati alle cellule: un’influenza, un raffreddore.

Sarà per questo che quelli del virus/vaccino, ora che il virus avrebbe le pezze al culo, sono arrivati al parossismo del tampone e introducono il test salivale anche nelle scuole? Se non già fuori di testa e menomati per mascherine e mancanza di contatti e gioco, bambini e ragazzi resteranno presto tutti in quarantena, a scuole chiuse. Così chi trionferà, grazie anche al 5G più veloce della luce, saranno il digitale, capillare e universale, l’ignoranza, l’immunodeficienza e gli psichiatri. Guardate come “il manifesto”, mattinale dei congiurati, ci rassicura sul nostro futuro.

Campionato e Parlamento, fuori tutti

Basta giocare, basta discutere. Con la iperballa giallorossoverde del Virus tracciato in un calciatore e, a seguire, in tutti gli altri, la facciamo finita con il calcio, passatempo e cuore pulsante della nazione, come con la sovranità del popolo espressa nel legiferare del parlamento. C’est facil, no? Un giocatore positivo al tampone (il che non significa una benmeamata cippa su virus, o non virus), grazie a qualsiasi frammento d’infezione qualsiasi, antico e morto da anni, fa radere al suolo la squadra, che non gioca più per qualche turno. Se poi sono ben 15 quelli del Genoa a risultare positivi, hai ll modo di far saltare l’intero campionato, mandare in depressione più di mezza popolazione, tenere il resto in fibrillazione nevrotica e ansiogena per mancanza di circenses, oltre che quella assicurata del panem.

Si verifica una spirale che fa il giro del mondo e mica una volta sola. Il senatore e il giocatore fulminati dal tampone acchiappafantasmi quanti contatti impongono di tracciare? I compagni, i colleghi, la famiglia, gli amici, il medico, il farmacista, il centro commerciale con tutti gli altri acquirenti e i commessi, i co-passeggeri di viaggio in aereo o treno o nave, gli altri frequentatori di hotel, spiaggia, terme, i sacrileghi sul marciapiede senza mascherina.... Devo continuare, o siete convinti che il giro del mondo è fatto e in molto meno che in 80 giorni? Diceva un film: “Fermate il mondo voglio scendere!” Sti cazzi! Prima, un po’ di milioni hanno da andare in quarantena e sfoltire il numero dei rompiballe. Poi, se ci riesce il giochino, tranne noi belli, bravi e con il caveau, dal mondo vi facciamo scendere tutti.

Uguale per il rappresentante del popolo che è parlamentare e ha contaminato il parlamento, commessi, barbieri e baristi compresi, in entrambe le camere. Contaminate le forze dell’ordine, l’autista, l’assise di Strasburgo e Bruxelles, hostess e steward a gogò, l’amante, la moglie, i piccioni sui cornicioni, i curiosi in piazza e poi, come sopra, tutta la rete di viventi che ne costituiscono l’universo. Insomma, questi hanno trovato il bandolo di una matassa che, volendo e continuando a innaffiare e concimando il formicaio umano con secchiate di paura, non finisce mai. Finisce prima il pianeta.

Toh, le zone franche!

Dunque, come mi elenca un’occhiuta amica, milioni di italiani sono andati a votare. Nessuno ha misurato loro la febbre. Nessuno ha sanificato le matite. Nessuno aveva i guanti. Nessuno ha sanificato la cabina dopo che l’elettore ne era uscito e che inevitabilmente è stata imbrattata da virus. Nessuno ha lasciato decantare le schede elettorali che sono state consegnate da mani nude. In migliaia hanno toccato documenti senza alcuna protezione. In migliaia hanno toccato le schede maneggiate da altri. A nessuno è stato fatto un tampone. Nessuno era dietro una parete di plexiglass. I pochi che si sono sanificati la mani, hanno ucciso qualche prezioso batterio e basta, ma si sono rovinati la pelle con l’amuchina tossica. Ovviamente, nessuno se ne ricorderà quando, tra 15/20 giorni, saremo ancora tutti vivi.

L’Amuchina (non) ci salverà

Aprite i link con la scheda tecnica dell’Amuchina, italiana ed europea, e chiedetevi se si parla di igienizzante, o di Varichina.

Già erano riusciti a minarci la salute togliendo a 60 milioni di italiani, con occhio agli anziani, per quasi tre mesi il sole. E con il sole, la Vitamina D che l’astro ci regala insieme al calore e alla luce e senza la quale, dopo un po’, la pelle va a male e ci ammaliamo seriamente. Così è stato e l’ecatombe Covid ha vissuto grandi assembramenti. Chiamasi depopolazione programmata. Non è bastato.

Dall’amica Sonia Savioli, inconfutabile, meticolosissima ricercatrice, ci viene segnalata la scheda tecnica dell'Amuchina gel e di uno dei suoi componenti, l'isocianato benzene. E la sostanza detta igienizzante che, a migliaia di tonnellate, viene riversata sul nostro territorio e imposta dal Comitato Scientifico, tramite il suo commesso viaggiatore Conte, per l’uso capillare, costante e universale, bambini compresi. L'Amuchina gel è un prodotto dalla holding multinazionale Angelini che il nostro governo sta comprando, in particolare per disinfettare le mani dei nostri bambini e ragazzi. E' un prodotto tossico, mutageno, cancerogeno; la prima raccomandazione della scheda è "tenere fuori dalla portata dei bambini". E spazza via ogni difesa naturale di cui è dotata la pelle.

Finora veniva usato solo da aziende i cui dipendenti avevano necessità di disinfettarsi le mani per qualche particolare attività. Mani che, comunque, andavano poi accuratamente sciacquate. E' tossico per inalazione, contatto, ingestione. Secondo voi i bambini non si metteranno le mani in bocca, non si sfregheranno gli occhi? E comunque, basta il contatto, che avverrà quotidianamente secondo le regole "salvifiche" (per le industrie chimiche) date dal "comitato tecnico scientifico" che ormai ci governa. L'isocianato di benzene provoca il cancro, oltre a "difficoltà di respirazione... irritazione delle vie respiratorie... grave irritazione oculare..." e molti eccetera. Se avete figli o nipoti che vanno a scuola, vi consiglio di attivarvi minacciando, documenti alla mano, le istituzioni scolastiche che li stanno intossicando. Tenete conto che gli altri gel "disinfettanti" hanno gli stessi composti chimici, e tutti erano previsti solo per "uso professionale".



Raffica di balle non solo rosse e gialle

Il virusiano Usa, Anthony Faucis, PR dell’OMS di Bill Gates, quanto lo è da noi Walter Ricciardi, a Londra l’Imperial College e in Germania il Robert Koch Institute, spara la bomba che nel mondo il sars-covid-2 ha superato il milione di decessi. La balla sta nel non aggiungere che il 97% non sono da Coronavirus e quasi mai neppure con Coronavirus. Vuoi controllare? Fatti mostrare le autopsie, unica prova. Ma le autopsie non ci sono. Il ministro Speranza da noi le ha proibite fin dal primo morto da virus. Magari si sarebbe scoperto che aveva i polmoni bruciati da intubazione/ventilazione, procedura ora, in mancanza di decessi, tornata di moda. Dotato di superpoteri profetici, l’OMS predice che si arriverà a ben due milioni di morti. Prima del vaccino (quello russo sarebbe già pronto e funzionante, ma non è credibile chi avvelena Navalny).

Scuola, o digitale, o di troppo

Il menzionato Imperial College di Londra, dove ora arriva l’esercito a spararti se sei senza bavaglio, aveva affibiato all’iconoclasta Bielorussia di Lukashenko per non aver adottato le misure del “modello Italia”, 68.000 morti da Covid. Cifra effettiva a virus dileguatosi (a dispetto delle decine di manifestazioni di assembrati anti-Lukashenko): 813.

A dispetto del noto annuncio salvifico, coniato nell’occasione della Hillary Clinton libicida, le donne NON salveranno il mondo, forse per via dei maschi che tuttora le sovrintendono. La promessa Azzolina-Arcuri di sistemare nei ceppi del monotavolino 8 milioni di scolari, ha lasciato la maggioranza di questi in ginocchio a scrivere per terra, o seduti, a scrivere sulle ginocchia. Niente paura, arrivano nelle scuole, già decimate dai primi tamponi ai nasi col moccio, i test rapidi sulla saliva, con ulteriore effetto di sfoltimento. E siccome i soliti scienziati veggenti ci hanno assicurato che le cose non cambieranno più perchè i virus ci rincorreranno nei secoli (come il peccato cristiano), altrettanto previdenti dirigenti scolastici hanno buttato tutta la mobilia precedente. Anche i ceppi e le museruole e i rapporti esclusivi col proprio ombelico dureranno dunque per sempre. Finchè morte non ci separi.

Il centrodestra, con quella sua tendenza morbosa a fare un po’ di opposizione, attenendosi alla legge e alla Costituzione, ha chiesto in parlamento che si rendessero pubblici gli atti del CTS che dispongono che Conte faccia a carico del popolo italiano quello che fa. La maggioranza ha respinto. Il Comitato è dio e Conte è Mosè e noi trasgressivi, che eravamo lì a danzare attorno al vitello d’oro della libertà, zitti e mosca.

Nazismo=Comunismo=razzismo=anticapitalismo

E ora la più bella. Fuori tema, ma nemmeno tanto, annunciamo la lieta e salvatrice novella che in Inghilterra è stato proibito non solo di parlare male di vaccini e virusiani, ma, coerentemente, anche di capitalismo. Le linee guida del governo Johnson hanno vietato l’anticapitalismo nelle scuole e nei loro testi, dato che si tratta di “ideologia estremista quanto l’antisemitismo”. Tranquilli, visto che siamo già alla constatazione del comunismo uguale al nazismo, a pareggiare i conti con l’anticapitalismo, espressione razzista, omofoba e dell’odio, ci arriveremo anche noi. Magari con un DPCM di Conte, l’altro strillone del Nuovo Ordine Mondiale.

A forza di balle potremmo andare avanti per tutta la lunghezza del famigerato maxirotolone Foxy, ma incomincio a vedere lettori in surmenage. Perciò basta. Siamo nella civiltà dei fumetti e dei chat. La curva dell’attenzione è quella che è.

La Fed intervenendo quotidianamente a settembre 2019 con una vagonata di soldi nel settore interbancario in crisi di liquidità e continuando a tutt'oggi con un quantitative easing a largo raggio ha sancito la fase più acuta della crisi in cui ci trasciniamo platealmente dal 2007/8. Siamo nella Stagnazione Secolare dovuta all'incapacità del capitale di trarre profitti dall'impresa dovuto alla SOVRAPPRODUZIONE. Il covid-19 è stata l'opportunità di nascondersi dietro la foglia di fico scaricando su di lui la crisi economica. Il lockdown strumento inventato dall'Occidente per distruggere uomini, mezzi di produzione, merci e capitali per riniziare il ciclo economico di accumulo/profitti, durerà anni, Giappone docet. La Cina, invece, coglie l'opportunità di fare l'affondo e strappare la gestione del mondo al dollaro. La Fed, le banche centrali hanno il compito di accompagnare, attenuare lo tsunami economico-sociale che si sta producendo

C’era una volta l’egemonia statunitense…

di Francesco Piccioni
7 ottobre 2020

Con un articolo di Maurizio Novelli


Guardare le cose dal cortile di casa è confortevole, ma non permette di capire alcunché su come sta cambiando il mondo. Lo diciamo spesso, perché il provincialismo culturale o addirittura informativo della cosiddetta “sinistra” ha raggiunto livelli superati solo dalla destra fascioleghista, costitutivamente incapace di cogliere le dinamiche mondiali.

Per questo, nel nostro lavoro di informazione-formazione di una “cultura collettiva” comunista, ricorriamo spesso ai contributi più illuminanti che vengono prodotti in campo avversario. E i giornali economici – per la loro funzione di “orientamento” degli investitori – sono obbligati a dare informazioni strutturate decisamente meno taroccate di quelle che appaiono su Repubblica et similia.

Sulla tempesta che sta colpendo gli Stati Uniti, qualche giorno fa, abbiamo ripreso il punto di vista – molto pessimistico – di Stephen Roach sui destini del dollaro (uno dei pilastri dell’egemonia Usa).

A conferma indiretta, oggi Milano Finanza ospita un’analisi forse anche più “definitiva”, per mano di Maurizio Novelli, manager del Lemanik Global Strategy Fund, un fondo di investimento svizzero su mercati mondiali. Non un “teorico” della finanza, insomma, ma un operatore sul campo, che guarda alle tendenze attraverso indici aggiornati in tempo reale e deve decidere cosa fare dei miliardi che gestisce.

Fa effetto, insomma, leggere da un personaggio del genere – certo non sospettabile di simpatie marxiste – che “Il Covid ha travolto il modello economico degli Usa, ormai troppo esposto alla leva finanziaria e al peso della finanza nell’economia, dove è l’economia reale che sostiene la finanza e non viceversa.”

E, di conseguenza, che “non si può escludere che questa crisi possa portare a un parziale riassetto degli equilibri globali, con ovvie ripercussioni sui flussi di capitale e sul modello capitalistico che ha contraddistinto gli ultimi vent’anni”.

Siamo su un altro pianeta rispetto al messaggio standard che arriva dall’establishment europeo e dunque italiano, secondo cui “con il Recovery Fund” stiamo lì lì per mettere in moto una fenomenale “ripresa”.

Data l’interconnessione tra i mercati europeo e statunitense, insomma, non si può pensare nemmeno per un attimo che quel che accade – o accadrà – lì non ci riguardi. Dunque, meglio sapere…

Il peso eccessivo di pochi grandi gruppi sull’economia globale, la massa incalcolabile (o quasi) di prodotti finanziari basati di fatto sul nulla, l’assenza di risparmio privato (al contrario che in Italia), una bilancia commerciale in deficit da decenni, un sistema produttivo devastato dalle delocalizzazioni, ecc, fanno degli Usa un pericolo pubblico.

La pandemia, e l’impossibilità di affrontarla con un sistema sanitario quasi completamente privatizzato, oltre che per la priorità data alle attività economiche rispetto alla salute, ha portato allo scoperto processi di crisi attutiti da anni. Persino la straordinaria generosità della banca centrale, la Fed, nell'allentare la politica monetaria e rifornire il sistema di liquidità a volontà, non è servita ad altro che ad impedire il tracollo.

Ma non può mettere in moto alcuna ripresa: “tutti gli interventi finora effettuati sono serviti ad evitare il default del sistema e non sono dunque utilizzabili per investimenti nell'economia reale”. Di fatto, “l’intero settore corporate si è posizionato in modalità sopravvivenza: non è certamente pronto a spendere questa liquidità, ma piuttosto ha come priorità quella di sopravvivere alla crisi.”

Anche perché la specificità di questa crisi sta nell'essere generalizzata a tutti i settori, mentre quelle precedenti (2000-2001 e 2007-2008) avevano riguardato principalmente le nuove tecnologie e l’immobiliare.

Ma se così è, “tutto ciò rende praticamente impossibile una rapida ripartenza lasciando fallire chi deve fallire per ripulire il sistema; è invece probabile che l’economia mondiale sia vulnerabile ad una serie di ricadute frequenti e ripetute non appena verrà rimosso anche solo in parte il supporto fiscale.”

La liquidità fornita dalle banche centrali tampona sempre più a fatica la situazione, “giapponesizzando” l’economia (da oltre 30 Tokyo è in stagnazione, qualsiasi cosa faccia) e rinviando il tracollo che sposterebbe l baricentro dagli Usa… alla Cina.

Ma anche questa scelta ha un prezzo alto, visto il ruolo e il peso degli stati Uniti: questo “modello di crescita ha mostrato le sue vulnerabilità, perché ad ogni crisi le perdite sono sempre più ampie così come gli interventi richiesti.”

Il redde rationem deve avvenire. Si può scommettere solo sul “quando”, non più sul “se”…

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Trump o Biden, i margini di manovra economica Usa saranno ridottissimi

di Maurizio Novelli, Lemanik – Milano Finanza

Crescono i timori per una seconda ondata di contagi in Europa e si è aperto il dibattito elettorale negli Stati Uniti: i mercati iniziano a temere complicazioni per, l’ormai già scontato, recupero dell’economia.

Continuo a pensare che l’impatto sull'economia reale non sia stato ancora compreso nella sua portata e tutta l’attenzione del mainstream si è concentrata su quanti vaccini saranno disponibili e chi vincerà le elezioni in America.

Francamente ritengo che la disponibilità prospettica dei vaccini attesi non possa ormai ripristinare completamente la solvibilità di un sistema che è stato colpito al cuore da questo evento, e chiunque sia il prossimo presidente negli Stati Uniti, si troverà a gestire una situazione di crisi economica che non consentirà ampi margini di manovra.

Il Covid ha travolto il modello economico degli Stati Uniti, un modello ormai troppo esposto alla leva finanziaria e al peso della finanza nell'economia, dove è l’economia reale che sostiene la finanza e non viceversa.

Le prime 20 società tecnologiche pesano per il 45% nella composizione dell’indice Standard and Poor e valgono il 15% del PIL mondiale: nella storia dell’economia non c’è mai stata una simile concentrazione di ricchezza e di rischio nell'allocazione di portafoglio.

Il credito speculativo circolante nell'economia americana è pari al 30% del PIL: si tratta di prestiti bancari, titoli garantiti da ipoteche, prestiti a leva, High yields bond, Subprime. I corporate bond con rating BBB sono ormai il 40% del mercato corporate, ma il 50% di queste obbligazioni sono oggi in outlook negativo, con il rischio di caduta nella categoria high yield.

Ovviamente i capi di queste società sono più che mai impegnati a difendere il rating a tutti i costi e tale missione richiede operazioni di riduzione del debito e dei costi che non sono certamente positivi per la crescita dell’economia.

Gli interventi monetari e fiscali hanno consentito a molte aziende di rifinanziarsi e di accumulare il più possibile la liquidità necessaria per cercare di rimanere solvibili. Non sono però d’accordo con il consenso che ritiene che tale liquidità sarà un potente carburante per la ripresa dell’economia, dato che l’intero settore corporate si è posizionato in modalità sopravvivenza: non è certamente pronto a spendere questa liquidità, ma piuttosto ha come priorità quella di sopravvivere alla crisi.

La verità è che tutti gli interventi finora effettuati sono serviti ad evitare il default del sistema e non sono dunque utilizzabili per investimenti nell’economia reale.

Si delinea ormai in modo sempre più evidente che gli Stati Uniti, a causa del Covid, stanno entrando in un contesto di giapponesizzazione, dove il settore privato deve ridurre l’indebitamento per rimanere solvibile e quello pubblico lo deve aumentare per compensare l’impatto del deleverage sull'economia.

Nonostante la dimensione degli interventi, i default nel sistema salgono a ritmi sostenuti e le imprese che hanno già dichiarato bancarotta superano i livelli del 2001 e del 2008. Tuttavia, sappiamo che la finalità degli interventi è quella di fare in modo che le insolvenze siano il più possibile diluite nel tempo, esattamente come è accaduto in Giappone dopo la crisi degli anni 90 e contrariamente a quanto è stato fatto dagli Stati Uniti nelle precedenti crisi.

Infatti, il sistema USA si è sempre contraddistinto per la velocità con la quale cerca di far emergere tutte le perdite al fine di ripartire il prima possibile: ma questa volta la dimensione delle perdite è talmente grande che non è possibile assorbirle in breve tempo.

La crisi pandemica non ha colpito un settore dell’economia come in passato (tecnologia o real estate), ma ha colpito l’intera struttura economica e finanziaria, rendendo dunque il danno talmente ampio che non è possibile assorbirlo in breve tempo.

Questo evento non è dunque circoscritto ad un solo settore dell’economia che, risolto il quale, è possibile rimettere in moto tutti gli altri: questa crisi ha colpito l’intera economia. È ovvio che tutto ciò rende praticamente impossibile una rapida ripartenza lasciando fallire chi deve fallire per ripulire il sistema; è invece probabile che l’economia mondiale sia vulnerabile ad una serie di ricadute frequenti e ripetute non appena verrà rimosso anche solo in parte il supporto fiscale.

Questo è quello che è accaduto in Giappone e probabilmente questo è quello che accadrà all'economia nei prossimi anni, dato che l’intero sistema è diventato ormai estremamente dipendente dagli stimoli fiscali.

Credo dunque che il principale rischio che si prospetta è quello di un double dip ripetuto (un andamento a forma di W, ndr) e non condivido le previsioni di una ripresa forte e lineare senza interruzioni fino alla fine del 2021, momento nel quale dovremmo recuperare i livelli di PIL del 2019 senza intoppi.

L’impatto della crisi sarà dunque, per quanto possibile, diluito nel tempo e probabilmente durerà molto di più di quanto oggi viene prospettato.

Nel frattempo, la congiuntura astrale sovrappone altri problemi. Il contesto geopolitico è in costante deterioramento e il processo di de-globalizzazione rischia di accelerare per lo scontro frontale USA-Cina su commercio e tecnologia.

L’America però affronta per la prima volta uno scontro geopolitico in una posizione di debolezza economica, che rischia di compromettere la tenuta dell’architettura economico-finanziaria di Bretton Wood.

È sempre stata la forza dell’economia USA a consentire il successo degli Stati Uniti nei confronti storici con Germania e Giappone nel 1940 e con l’Unione Sovietica alla fine degli anni 80.

Oggi la congiuntura è molto diversa perché l’economia americana ha un deficit con l’estero del 60% del PIL (mentre a quei tempi era in avanzo) e il debito che serve a finanziare la sua crescita è detenuto prevalentemente dall’Asia, un area la cui influenza vede l’ascesa indiscussa del suo principale competitor globale.

Cina e Giappone detengono il 40% delle riserve valutarie in dollari ma il Giappone, che è un alleato degli Stati Uniti, ha oggi più intercambio commerciale con la Cina (20%) che con gli USA (15%). Se la Cina, come prima o poi accadrà, inizierà ad utilizzare il renmimbi (yuan) negli scambi commerciali con l’Asia, il ruolo del dollaro subirà un inevitabile ridimensionamento nella allocazione del paniere delle riserve valutarie e la Cina è destinata a prendersene una parte importante.

Sebbene il ruolo del dollaro rimarrà ancora prevalente, è certo che la Cina si appresta a diventare un forte competitor sul mercato dei capitali, attirando una parte di flussi che oggi sono prevalentemente investiti solo sul dollaro. Per questo motivo è molto probabile che il lungo trend di leva finanziaria sempre più esasperata, che ha caratterizzato i cicli di crescita dell’economia USA dal 1980 ad oggi, sia giunto al suo apice.

Negli ultimi cinque anni nel sistema USA il debito è cresciuto a ritmi del 14% all'anno mentre in Europa o in Giappone cresceva al 5% circa: un ritmo quasi triplo rispetto al resto del mondo occidentale. Ovviamente, tale ritmo di espansione della leva finanziaria ha consentito all'economia USA di crescere più di altri paesi, ma con una serie di crisi finanziarie (2001, 2008 e 2020) piuttosto costose e devastanti.

Oggi è evidente che il modello di crescita ha mostrato le sue vulnerabilità, perché ad ogni crisi le perdite sono sempre più ampie così come gli interventi richiesti.

La concomitanza di alto debito nel sistema USA e la necessità di ridurlo con l’avvento del renmimbi come divisa convertibile, espone il sistema economico americano ad una perdita di flussi di capitale che possono essere compensati solo dall'allentamento quantitativo (QE) della Fed, la banca centrale Usa.

Ma più la FED stampa moneta per sostenere il debito, più il dollaro si espone al deprezzamento sui mercati.

Per questo motivo la congiunzione astrale per la tenuta del sistema di Bretton Wood si è fatta particolarmente difficile e non si può escludere che questa crisi possa portare a un parziale riassetto degli equilibri globali, con ovvie ripercussioni sui flussi di capitale e sul modello capitalistico che ha contraddistinto gli ultimi vent'anni.

Moneta digitale della Bce, un ulteriore strumento del potere per gestire le masse. PANOPTICON. Il filosofo e riformatore politico inglese Jeremy Bentham (1748-1832) concepì nel 1791 un carcere modello che, secondo lui, era molto più economico e funzionale della deportazione dei condannati in lontane isole coloniali. Nel suo carcere modello un solo guardiano, collocato in una torre centrale, avrebbe potuto controllare i detenuti in tutte le celle, collocate in cerchio con la porta nella parte interna del cerchio e una finestra per dare luce sulla parete esterna.

Perché la BCE ha proprio bisogno di introdurre la moneta digitale?

Maurizio Blondet 9 Ottobre 2020 

(Una risposta rozza)

La Lagarde ha annunciato che la BCE studia l’emissione di euro digitale. Fabio Panetta, l’italiano nel board della BCE (Bankitalia) dice che è “urgente”. Ma i motivi forniti per questa urgenza, e raccolti devotamente dai giornalisti di regime, appaiono tra il fantasmagorico e l’improbabile. Fino al comico involontario di Fabio Panetta: “L’introduzione di un euro digitale sosterrebbe la spinta dell’Europa verso la continua innovazione”, visto che la politica monetaria eurocratica, gestita dagli Spilorci germano-olandesi con l’ossessione ideologica di tenere tutti a stecchetto, pareggio di bilancio, austerità per ripagare il debito pubblico – ha provocato, fra le altre rovine, l’aver reso l’Europa, dal centro degli avanzamenti e innovazioni scientifiche quale è stato per secoli, un retrobottega di vecchiumi, un sottoscala di arretratezza dipendente dai prodotti cinesi più sofisticati.

La BCE ha ipotizzato “ “tre scenari” ( i tecnocrati adorano gli scenari) , che la faranno accelerare l’introduzione della moneta digitale, gestita con la tecnologia blockchain che (come dice Fabio Dragoni serve ad “assicurarne la scarsità”, che è il contrario di quel che deve essere una moneta sovrana): 1) un aumento della domanda di pagamenti elettronici nell’area dell’euro che richiederebbe l’adozione di un mezzo di pagamento digitale europeo privo di rischi; 2) un calo significativo dell’uso del contante come mezzo di pagamento nell’area dell’euro; l’introduzione di mezzi di pagamento privati di portata mondiale (tipo la Libra di Facebook) che potrebbero generare problematiche regolamentari nonché porre rischi per la stabilità finanziaria e la tutela dei consumatori; un’ampia diffusione di monete digitali emesse da banche centrali estere”.

Mah.

Il Comitato Esecutivo. Panetta è quello a fianco della Lagarde.

Allora vado nel blog di Bruno Bertez: un magnate della stampa economica, fondatore di giornali di finanza. Adesso, a 76 anni, si può permettere di essere rozzo e semplicista. Ve la traduco così com’è:


-perché sa che un giorno la questione della fiducia nelle banche diventerà bruciante;

– I depositi saranno percepiti come minacciati

– la gente vorrà ritirare i propri soldi dalle banche perché sa che i suoi depositi saranno obbligati a contribuire, in caso di fallimento, per via delle sciagurate disposizioni imposte dalla Merkel.

il fenomeno è già iniziato-perché la garanzia sui depositi è fittizia, nessuno ha fondi per assicurare questa garanzia -perché la massa di denaro a cui la Bce deve acconsentire è immensa ed è una follia- perché l’unico modo per fermare o ridurre l’emorragia sarà il blocco -perché il blocco non è fattibile se non con l’introduzione della moneta digitale

In un precedente biglietto, del 2 ottobre, aveva parlato d i “rana bollente monetaria”.

“Le banche centrali sono nel panico e in particolare la Bce. Le politiche monetarie sono inefficienti e controproducenti e il deficit di bilancio nonostante le distorsioni possono essere difficili adottare. In effetti, la Banca centrale europea è nel vicolo cieco.

Di conseguenza, presto aumenterà il tempo per misure eccezionali, se non scellerate.

Quali misure scellerate paventa, il vecchio sgarbato?

“La moneta deve cessare essere anonima, deve negare se stessa in quanto moneta e diventare nominativa. Il denaro, il vostro denaro, dev’essere a loro portata di mano, non dev’essere più fuori portata.

E’ una raccomandazione esplicita del FMI! E non solo per poter imporre tassi negativi, non è anche per preservare il sistema contro i prelievi bancari in massa la corsa agli sportelli. Le banche sono in cattive condizioni!

Non dimenticare mai, le attuali mutazioni della moneta non sono ispirate dal lato pratico, sono ispirate dal controllo e dall’attuazione da parte delle autorità dei mezzi per prelevare o bloccare il denaro dei cittadini. Si tratta di completare il Panopticon.

Panopticon Europa

Non dimenticare mai, se il denaro avesse cessato di essere anonimo nel 1940, la Resistenza non sarebbe stata possibile, non saremmo mai sfuggiti al giogo dei nazisti e dei loro alleati francesi.
È la regressione / repressione, il grande ritorno all’indietro, la fine del denaro come strumento di libertà. Il controllo della valuta sarà utilizzato come mezzo per verificare la conformità e il benpensantismo, alla maniera dei cinesi. Arriva la moneta-gettone, puro gettone. Sarà un gettone politicizzato.

Queste misure eccezionali vengono attuate tramite nuovi strumenti. Come al solito, la BCE non dice il fondo delle sue intenzioni.

Le monete numeriche fanno parte della panoplia di questi nuovi strumentiSiamo nella “rana bollente” monetaria e credetemi questa affermazione non ha nulla di complottista”.

Cosa va a immaginare Bertez. Prendiamo le dovute distanze. Anche se un altro lo dice:

Alex Gladstein
@gladstein

The European Central Bank released a report today on the future of the Euro. "Anonymity may have to be ruled out," they say. CBDCs won't be digital cash. They will be surveillance tools. Prepare accordingly. https://ecb.europa.eu/pub/pdf/other/Report_on_a_digital_euro~4d7268b458.en.pdf…
6:16 PM · 2 ott 2020


La Banca centrale europea ha pubblicato oggi un rapporto sul futuro dell’euro. “Potrebbe essere necessario escludere l’anonimato”, dicono. I CBDC non saranno denaro digitale. Saranno strumenti di sorveglianza. Prepararsi di conseguenza.

Bambini e ragazzi attribuiscono un’importanza fondamentale alla sfera relazionale. Quelli con famiglie più presenti e solidali presentano un maggiore benessere mentale. Forte anche il legame tra felicità e frequenza del gioco all’aperto. mentre l’uso dei social media è apparso scarsamente associato alla felicità

GIORNATA MONDIALE
Salute mentale: Unicef, in maggior parte paesi ad alto reddito, meno di 4 quindicenni su 5 soddisfatti della loro vita. Suicidio terza causa di morte

9 ottobre 2020 @ 15:35

Alla vigilia della Giornata mondiale della salute mentale (10 ottobre), l’Unicef ricorda che, secondo l’ultimo studio Innocenti Report Card effettuato su 41 paesi ricchi, nella maggior parte di questi paesi, meno di 4 bambini su 5 si ritengono soddisfatti della loro vita. La Turchia registra il livello di soddisfazione minore, 53%, seguita da Giappone e Regno unito. In 12 paesi sui 41 analizzati meno del 75% dei ragazzi di 15 anni ha un grado di soddisfazione della vita elevato. Il suicidio rappresenta una delle cause di morte più comuni tra i 15 e i 19 anni ed è la Lituania a registrare i tassi più alti di suicidio fra gli adolescenti, seguita da Nuova Zelanda ed Estonia. La correlazione più forte è emersa tra la felicità e il tempo trascorso in famiglia: bambini e ragazzi attribuiscono un’importanza fondamentale alla sfera relazionale. Quelli con famiglie più presenti e solidali presentano un maggiore benessere mentale. Forte anche il legame tra felicità e frequenza del gioco all’aperto. mentre l’uso dei social media è apparso scarsamente associato alla felicità. Il bullismo da parte dei coetanei rimane un problema serio, con impatto negativo a lungo termine su relazioni e salute. I bambini vittime di bullismo hanno mediamente un livello di soddisfazione di vita inferiore. Anche il modo in cui gli adolescenti percepiscono il proprio corpo ha un impatto sul loro benessere. Per le ragazze la correlazione tra immagine corporea e soddisfazione di vita è due volte più forte rispetto ai ragazzi. Secondo un altro studio condotto in 32 paesi a basso e medio reddito, circa il 15% degli adolescenti trai 13 e i 15 anni ha preso in considerazione il suicidio, terza causa di morte tra i 15 e i 19 anni.

venerdì 9 ottobre 2020

Il covid-19 (un'influenza) è tenuto sotto controllo e non serve per distruggere l'OFFERTA

Coronavirus Cina, zero contagi e boom del turismo per la "settimana d'oro"

09 ott 2020 - 11:28

Negli otto giorni di festa nazionale sono tornate a crescere le prenotazioni di aerei e alberghi tutto il Paese. I nuovi casi sono stati praticamente azzerati grazie a lockdown localizzati e controlli stringenti

È finita l'8 ottobre la "settimana d'oro" (Huángjin Zhou), otto giorni di ferie per tutti i lavoratori cinesi, che per la prima volta da quando è iniziata la pandemia di coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE) hanno ricominciato a viaggiare e spendere a livelli pre Covid. 

Aerei e alberghi in netta ripresa

Il gigante cinese dei pagamenti con carta China UnionPay, durante i primi tre giorni di ferie, ha visto aumentare i suoi pagamenti online del 9,6%. Secondo i dati di Fliggy, agenzia di viaggi di Alibaba, le prenotazioni alberghiere a livello nazionale sono aumentate di oltre il 50% su base annua, mentre sia le prenotazioni di biglietti aerei che di siti turistici sono aumentate del 16% su base annua. "Ogni anno, il costo della vacanza di una settimana è un barometro attentamente monitorato dello stato di salute dell'economia del Paese", ha scritto il New York Times, sottolineando che le vacanze di quest'anno hanno offerto "la misura più chiara finora della ripresa della Cina dalla pandemia”.

La voglia di ritornare a viaggiare deriva anche dalla sicurezza a livello di contagi da Covid: da circa un mese nel Paese ci sono zero nuovi casi interni, solo qualche caso importato da cittadini in rientro dall’estero o viaggiatori stranieri. Inoltre chi arriva in Cina deve fare un tampone prima di imbarcarsi, uno appena si atterra e poi comunque passare 14 giorni di quarantena in albergo, registrandosi su un'app. Il Governo ha anche deciso di imporre lockdown mirati e immediati nelle città che vedevano un aumento dei casi con possibili focolai, in modo da limitare nuovi contagi.

1228959290 - ©Getty

Guardando i numeri pubblicati quotidianamente dalla Johns Hopkins University sui contagi da Covid19 nel mondo, in Cina al 9 ottobre sono stati registrati 90.728 casi, con 4.739 morti. Le rilevazioni del Governo potrebbero non tenere conto delle vastissime zone rurali in cui vivono milioni di cittadini, ma i dati sicuramente sono meno preoccupanti rispetto all'inizio della pandemia. Anche se la scia di possibili nuovi contagi causati dal movimento della settimana d'oro si potrà conteggiare solo tra qualche settimana.

Beata ingenuità. Il covid-19 serve per distruggere l'OFFERTA e ri-iniziare il ciclo9 economico con l'accumalazione/profitti dei capitalisti

Perché no a nuovi lockdown. L’appello di medici e scienziati di tutto il mondo

9 ottobre 2020



“In qualità di epidemiologi delle malattie infettive e di scienziati della salute pubblica, siamo molto preoccupati per gli effetti dannosi sulla salute fisica e mentale causati dalle politiche adottate dai governi in materia di Covid-19, e raccomandiamo un approccio che chiamiamo “Protezione Mirata”. Tutti i dettagli sulla Great Barrington Declaration


Basta lockdwn, ecco perché. Parola di professori, medici, epidemiologi e scienziati della salute pubblica.

“In qualità di epidemiologi delle malattie infettive e di scienziati della salute pubblica, siamo molto preoccupati per gli effetti dannosi sulla salute fisica e mentale causati dalle politiche adottate dai governi in materia di Covid-19, e raccomandiamo un approccio che chiamiamo Protezione Mirata” (Focused Protection)”.

Inizia così la “Great Barrington Declaration”, una petizione che ha già oltre 6500 firme da tutto il mondo di epidemiologi di malattie infettive e scienziati della salute pubblica che critica i lockdown generalizzati e chiede in sostanza di proteggere i più fragili lasciando vivere i più giovani normalmente per acquisire l’immunità.

Il lockdown generale è stata la strategia migliore per combattere il Sars-CoV-2 e può essere replicato nell’attuale fase di aumento dei contagi o è arrivato il momento di una riflessione? E’ questa in sostanza la domanda che si sono posti autorevoli epidemiologi che hanno lanciato il manifesto-appello.

“Le attuali politiche di blocco – si legge nella Dichiarazione – stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica, a breve e lungo periodo. I risultati (solo per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale – con la conseguenza che questo porterà negli anni a venire a un aumento della mortalità, con la classe operaia e i membri più giovani della società che ne soffriranno il peso maggiore”.

La soluzione proposta è appunto la ‘protezione mirata’: “L’approccio più umano, che bilancia i rischi e i benefici nel raggiungimento dell’immunità di gregge, è quello di permettere a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo al meglio coloro che sono a più alto rischio”. La dichiarazione ha suscitato già forti critiche nella comunità scientifica.

“Le persone vulnerabili provengono da tutti i settori della società – afferma ad esempio alla Bbc Stephen Griffin dell’università di Leeds – e meritano di essere trattati come gli altri. Inoltre anche le persone con infezioni moderate possono avere effetti a lungo termine, che durano anche mesi. Infine non è ancora neppure chiaro se l’infezione lascia o no un’immunità di lungo termine”.

«Non è negazionismo», dice il docente di Farmacologia all’Università di Urbino, Piero Sestili, al Corriere della Sera, «ma un’analisi dell’evoluzione della malattia. Ora abbiamo più conoscenze sul virus rispetto allo scoppio della pande-mia, i numeri attuali indicano che l’aumento dei contagi, scoperti grazie a un maggiore numero di test, non corrisponde a un incremento proporzionale di ricoveri, ingressi nelle terapie intensive e decessi. I motivi sono vari, ma ciò deve far capire a decisori politici e comitati tecnici che il rischio non è diminuito solo per i lockdown».

È una posizione simile al rischio calcolato che si è assunta la Svezia all’inizio dell’epidemia. «È stato un azzardo, in Svezia è an-data bene ma ora con condizioni cambiate non è da scartare l’idea di arrivare all’immunità di gregge prima della disponibilità di un vaccino, che non sarà a breve». Qual è allora la migliore strategia che in questa fase dovrebbe adottare l’Italia? «Va attuata una protezione mirata sulle fasce più a rischio», afferma Sestili al Corriere della Sera: «Invece ci siamo concentrati sull’iperprotezione della categoria meno a rischio: i più giovani. Si è dedicata tanta energia a proteggere gli studenti più che alla gestione precoce dei pazienti Covid con la modifica delle linee guida ferme ad aprile. Non possiamo puntare solo su vaccini e anticorpi se no, come ha detto anche il Papa, tagliamo fuori 80% del mondo che non se li può permettere. A chi deve prendere decisioni importanti consiglio di leggere con attenzione questo appello e non liquidarlo in fretta come banale e sciocco».

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La dichiarazione di Great Barrington

In qualità di epidemiologi di malattie infettive e scienziati della salute pubblica, nutriamo gravi preoccupazioni per gli impatti dannosi sulla salute fisica e mentale delle politiche COVID-19 prevalenti e raccomandiamo un approccio che chiamiamo Protezione mirata.

Provenienti sia da sinistra che da destra e da tutto il mondo, abbiamo dedicato la nostra carriera alla protezione delle persone. Le attuali politiche di blocco stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica a breve e lungo termine. I risultati (per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale – che porta a una maggiore mortalità in eccesso negli anni a venire, con la classe lavoratrice e i membri più giovani della società che portano il peso più pesante . Tenere gli studenti fuori dalla scuola è una grave ingiustizia.

Mantenere queste misure in atto fino a quando un vaccino non sarà disponibile causerà danni irreparabili, con danni sproporzionati ai meno privilegiati.

Fortunatamente, la nostra comprensione del virus sta crescendo. Sappiamo che la vulnerabilità alla morte per COVID-19 è più di mille volte maggiore negli anziani e negli infermi rispetto ai giovani. In effetti, per i bambini, COVID-19 è meno pericoloso di molti altri danni, compresa l’influenza.

Man mano che l’immunità cresce nella popolazione, il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Sappiamo che tutte le popolazioni alla fine raggiungeranno l’immunità di gregge – cioè il punto in cui il tasso di nuove infezioni è stabile – e che questo può essere aiutato da (ma non dipende da) un vaccino. Il nostro obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo la mortalità e il danno sociale fino a raggiungere l’immunità della mandria.

L’approccio più compassionevole che bilancia i rischi e i benefici del raggiungimento dell’immunità della mandria, è quello di consentire a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo meglio coloro che sono al massimo rischio. Chiamiamo questa protezione mirata.

L’adozione di misure per proteggere i vulnerabili dovrebbe essere l’obiettivo centrale delle risposte di salute pubblica al COVID-19. A titolo di esempio, le case di cura dovrebbero utilizzare personale con immunità acquisita ed eseguire frequenti test PCR di altro personale e di tutti i visitatori. La rotazione del personale dovrebbe essere ridotta al minimo. I pensionati che vivono a casa dovrebbero farsi consegnare generi alimentari e altri generi di prima necessità. Quando possibile, dovrebbero incontrare i membri della famiglia all’esterno piuttosto che all’interno. È possibile implementare un elenco completo e dettagliato di misure, compresi gli approcci alle famiglie multigenerazionali, che rientra nell’ambito e nelle capacità dei professionisti della sanità pubblica.

Coloro che non sono vulnerabili dovrebbero essere immediatamente autorizzati a riprendere la vita normalmente. Semplici misure igieniche, come lavarsi le mani e restare a casa quando si ammalano, dovrebbero essere praticate da tutti per ridurre la soglia di immunità della mandria. Le scuole e le università dovrebbero essere aperte all’insegnamento di persona. Le attività extracurriculari, come gli sport, dovrebbero essere riprese. I giovani adulti a basso rischio dovrebbero lavorare normalmente, piuttosto che da casa. Dovrebbero aprire ristoranti e altre attività. Le arti, la musica, lo sport e altre attività culturali dovrebbero riprendere. Le persone più a rischio possono partecipare se lo desiderano, mentre la società nel suo insieme gode della protezione conferita ai più vulnerabili da coloro che hanno costruito l’immunità di gregge.

Il 4 ottobre 2020, questa dichiarazione è stata redatta e firmata a Great Barrington, Stati Uniti, da:

Dr. Martin Kulldorff, professore di medicina presso l’Università di Harvard, biostatistico ed epidemiologo con esperienza nella rilevazione e nel monitoraggio di epidemie di malattie infettive e nella valutazione della sicurezza dei vaccini.

Dr. Sunetra Gupta, professore all’Università di Oxford, un epidemiologo con esperienza in immunologia, sviluppo di vaccini e modelli matematici di malattie infettive.

Il dottor Jay Bhattacharya, professore presso la Stanford University Medical School, medico, epidemiologo, economista sanitario ed esperto di politiche per la salute pubblica che si occupa di malattie infettive e popolazioni vulnerabili.

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Co-firmatari
Scienziati e medici di medicina e salute pubblica

Dr. Rajiv Bhatia, medico, epidemiologo ed esperto di politiche pubbliche presso la Veterans Administration, USA

Dr. Stephen Bremner professore di statistica medica, Università del Sussex, Inghilterra

Dr. Anthony J Brookes, professore di genetica, Università di Leicester, Inghilterra

Dott.ssa Helen Colhoun, professore di informatica medica ed epidemiologia e medico di salute pubblica, Università di Edimburgo, Scozia

Angus Dalgleish, oncologo, esperto di malattie infettive e professore, St.George’s Hospital Medical School, University of London, England

Dott.ssa Sylvia Fogel, esperta di autismo e psichiatra presso il Massachusetts General Hospital e istruttrice presso la Harvard Medical School, USA

Dr. Eitan Friedman, professore di medicina, Università di Tel Aviv, Israele

Dr. Uri Gavish, consulente biomedico, Israele

Dr. Motti Gerlic, professore di microbiologia clinica e immunologia, Università di Tel Aviv, Israele

Dott.ssa Gabriela Gomes, matematica che studia epidemiologia delle malattie infettive, professore, Università di Strathclyde, Scozia

Dr. Mike Hulme, professore di geografia umana, Università di Cambridge, Inghilterra

Dr. Michael Jackson, ricercatore, School of Biological Sciences, University of Canterbury, Nuova Zelanda

Dott.ssa Annie Janvier, professoressa di pediatria ed etica clinica, Université de Montréal e Sainte-Justine University Medical Center, Canada

Dr. David Katz, medico e presidente, True Health Initiative e fondatore del Centro di ricerca sulla prevenzione della Yale University, USA

Dr. Andrius Kavaliunas, epidemiologo e assistente professore presso il Karolinska Institute, Svezia

Dott.ssa Laura Lazzeroni, professore di psichiatria e scienze comportamentali e di scienza dei dati biomedici, Stanford University Medical School, USA

Dr. Michael Levitt, biofisico e professore di biologia strutturale, Stanford University, USA.

Dr. David Livermore, microbiologo, epidemiologo di malattie infettive e professore, Università di East Anglia, Inghilterra

Jonas Ludvigsson, pediatra, epidemiologo e professore presso il Karolinska Institute e medico senior presso l’Örebro University Hospital, Svezia

Dr. Paul McKeigue, medico, modellatore di malattie e professore di epidemiologia e salute pubblica, Università di Edimburgo, Scozia

Dr. Cody Meissner, professore di pediatria, esperto di sviluppo, efficacia e sicurezza dei vaccini. Tufts University School of Medicine, USA

Dr. Ariel Munitz , professore di microbiologia clinica e immunologia, Università di Tel Aviv, Israele

Yaz Gulnur Muradoglu, professore di finanza, direttore del Behavioral Finance Working Group, Queen Mary University of London, England

Dr. Partha P. Majumder, professore e fondatore del National Institute of Biomedical Genomics, Kalyani, India

Dr. Udi Qimron, professore di microbiologia clinica e immunologia, Università di Tel Aviv, Israele

Dr. Matthew Ratcliffe, professore di filosofia, specializzato in filosofia della salute mentale, Università di York, Inghilterra

Dr. Mario Recker, ricercatore sulla malaria e professore associato, Università di Exeter, Inghilterra

Eyal Shahar, medico, epidemiologo e professore (emerito) di sanità pubblica, Università dell’Arizona, USA

Dr. Karol Sikora MA, medico, oncologo e professore di medicina presso l’Università di Buckingham, Inghilterra

Dr. Matthew Strauss, medico di terapia intensiva e assistente professore di medicina, Queen’s University, Canada

Dr. Rodney Sturdivant , scienziato in malattie infettive e professore associato di biostatistica, Baylor University, USA

Dr. Simon Thornley, epidemiologo e biostatistico, Università di Auckland, Nuova Zelanda

Dr. Ellen Townsend, professore di psicologia, capo del Self-Harm Research Group, Università di Nottingham, Inghilterra

Dott.ssa Lisa White, professore di modellazione ed epidemiologia, Università di Oxford, Inghilterra

Dr. Simon Wood, biostatistico e professore, Università di Edimburgo, Scozia