L'albero della storia è sempre verde

L'albero della storia è sempre verde

"Teniamo ben ferma la comprensione del fatto che, di regola, le classi dominanti vincono sempre perché sempre in possesso della comprensione della totalità concettuale della riproduzione sociale, e le classi dominate perdono sempre per la loro stupidità strategica, dovuta all’impossibilità materiale di accedere a questa comprensione intellettuale. Nella storia universale comparata non vi sono assolutamente eccezioni. La prima e l’unica eccezione è il 1917 russo. Per questo, sul piano storico-mondiale, Lenin è molto più grande di Marx. Marx è soltanto il coronamento del grande pensiero idealistico ed umanistico tedesco, ed il fondatore del metodo della comprensione della storia attraverso i modi di produzione. Ma Lenin è molto di più. Lenin è il primo esempio storico in assoluto in cui le classi dominate, sia pure purtroppo soltanto per pochi decenni, hanno potuto vincere contro le classi dominanti. Bisogna dunque studiare con attenzione sia le ragioni della vittoria che le ragioni della sconfitta. Ma esse stanno in un solo complesso di problemi, la natura del partito comunista ed il suo rovesciamento posteriore classistico, individualistico e soprattutto anti- comunitario" Costanzo Preve da "Il modo di produzione comunitario. Il problema del comunismo rimesso sui piedi"

domenica 14 febbraio 2021

Nessuna fiducia al M5S, ha fatto tante di quelle giravolte, ma se dovesse servire per mantenere pubblico il Monte dei Paschi di Siena ben venga


Monte dei Paschi: il M5S ripropone la nazionalizzazione della banca

12 Febbraio 2021, di Alberto Battaglia


Il Movimento 5 Stelle è “intenzionato a presentare quanto prima al presidente Draghi” il progetto che prevede la creazione di una Banca pubblica per gli investimenti.
Una nuova entità che nascerebbe dall’unione di Monte dei Paschi e Banca popolare di Bari “sotto la regia di Mediocredito centrale”. E’ quanto si legge in una nota firmata dai componenti pentastellati della commissione Finanze e Bilancio del Senato.

La proposta, di fatto, andrebbe a rinviare il progetto di privatizzazione di Mps, istituto che lo Stato controlla con una quota di maggioranza la cui dismissione è vincolata, nelle tempistiche, da precisi accordi con Bruxelles. Gli accordi con la Commissione europea, infatti, prevedono la cessione della quota pubblica in Mps entro quest’anno.
Monte dei Paschi: verso una Banca di Stato?

Data la crisi economica indotta dal Covid, “riteniamo fondamentale ragionare sulla costituzione di una Bpi (Banca pubblica per gli investimenti), riconosciuta dall’Unione europea come Banca nazionale di promozione, abilitata ad agire nel mercato finanziario e a supportare il sistema privato”, hanno scritto i senatori M5s, “un soggetto che superi i limiti di ruolo della Cassa depositi e prestiti, che sia in grado di trasmettere direttamente gli stimoli economici al mondo delle pmi, che sia collaterale e propulsivo rispetto al Recovery Fund”.

Secondo i membri pentastellati della Commissione Finanze sarebbe “necessario rinviare il percorso di cessione per avere il tempo necessario a valutare soluzioni alternative allo stesso percorso di cessione, che rischia di rivelarsi distruttivo in termini di valore della banca senese”.

Fino ad oggi lo sbocco ritenuto più probabile per la cessione della quota pubblica in Mps rimane un’acquisizione da parte Unicredit, ancorché a condizioni che disinneschino i potenziali impatti negativi sul capitale di Piazza Gae Aulenti.

“L’obiettivo è quello di mettere in moto in un quinquennio 100 miliardi di euro per pmi, microimprese, green ed economia circolare”, hanno concluso i pentastellati, “per il Monte dei Paschi essere un elemento fondante di un tale progetto sarebbe l’occasione per appropriarsi di un nuovo ruolo, prestigioso e rilevante nell’ambito nazionale”.
Il Mef intanto lavora alla privatizzazione

La proposta del M5S rappresenta un’alternativa ai piano di privatizzazione avviato dal ministero dell’Economia, il principale azionista della banca con il 64% del capitale, che prevede la cessione della sua partecipazione ad un altro istituto di credito (Unicredit il più accreditato) o la cessione ad un fondo di private equity.
Secondo quanto confermato dallo stesso Mps il fondo Apollo ha richiesto accesso alla “data room” avviata dall’advisor Credit Suisse.

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